Omagh, l'ultimo insulto dell'Ira

Omagh, l'ultimo insulto dell'Ira «Non volevamo colpire civili, scusate». Voci dai servizi segreti: contatti con i libici Omagh, l'ultimo insulto dell'Ira La rivendicazione nel giorno dei funerali LONDRA NOSTRO SERVIZIO Un bambino ammazzato dalla bomba di sabato sognava di vivere sotto un cielo arancio e verde, i colori simbolo degli unionisti e dei repubblicani. Ma i terroristi vogliono l'Irlanda unita soltanto nell'inferno della nuvola di Semtex e schegge che annientano insieme protestanti e cattolici. Per questo la gente di Omagh ieri sera, oltre alle fitte del dolore ha provato anche una convulsione di disgusto quando la «Real Ira», rivendicando finalmente l'attentato, ha detto che non intendeva uccidere i civili. Verde e arancio non sono colori politici a Omagh. Sono i colori dei primi funerali: il verde della campagna intorno al cimitero e l'arancio di un sole che non basta a scaldare il gelo dentro chi resta. Ieri pomeriggio è stata sepolta Avril Monaghan, trent'anni, che sabato era uscita di casa con il suo corpo fiorente pieno di due gemelli che avrebbe dovuto dare alla luce il mese prossimo. Ac- canto alla sua bara, nel camposanto di St Macartan, c'era quella bianca della sua quartogenita, Maura, di 18 mesi. Anche la nonna è saltata in aria con loro nell'esplosione: tre generazioni schiantate in un istante. Avril era cattolica come 17 dei 28 morti nell'atrocità di Omagh. Ieri il suo povero marito, Michael, falegname, faticava a mantenersi composto di fronte agli altri loro tre bambini, nessuno dei quali ha ancora cinque anni. Il prete e amico di famiglia, padre Gerard McAleer, ha descritto la veglia funebre: «Il silenzio era così strano. Nessuno ha detto una parola, i presenti si davano conforto abbracciandosi». In mezzo a questo strazio dignitoso, arriva la beffa nauseante della rivendicazione. E' una vecchia tecnica degli estremisti repubblicani, quella di dare un avvertimento deliberatamente confuso, in modo che la bomba possa fare il massimo danno, e quindi addossare la responsabilità alla polizia. La «Real Ira», in una dichiarazione a un giornale di Dublino, afferma di avere fatto tre telefonate, di cui due alla Ulster Television. «C'era un preavviso di 40 minuti. Non abbiamo mai detto che la bomba era vicina al tribunale. Malgrado quello che hanno riferito i media, non era nostra intenzione uccidere nessun civile. Era un obiettivo commerciale, parte della guerra contro gli inglesi. Offriamo le nostre scuse ai civili». La Ulster Telìn smentisce nel modo più assoluto: i messaggi che ha ricevuto dicevano che la bomba era proprio davanti al tribunale. Il capo della polizia dell'Ulster, Ronnie Flanagan, conferma e aggiunge che un messaggio parlava di un preavviso di 40 minuti, un altro di 15 minuti: «Questo è un patetico tentativo di scaricare la colpa e deve essere trattato con il disprezzo che merita». Anche il ministro per il Nord Irlanda Mo Mowlam, che ieri ha accompagnato il principe Carlo in visita a Omagh, ha detto: «La responsabilità di questa atrocità è interamente di chi ha messo la bomba. Costoro seno assassini puri e semplici». I governi di Londra e Dublino stanno studiando come introdurre misure speciali per «togliere questa gente dalle strade». In Ulster, sarà probabilmente introdotto un sistema già usato nella Repubblica, che permette di spedire in galera chiunque sia sospettato di appartenere a organizzazioni fuorilegge semplicemente sulla parola di un ufficiale di polizia. Il Sinn Fein è chiaramente opposto a questo prowedimento. Si è parlato anche di ripristinare la politica dell'«internamento» preventivo dei sospettati, che i laboristi avevano cancellato in vista dell'accordo di pace, ma la cosa non piace per niente né a Blair né alla Mowlam, che la considerano controproducente. Frattanto un giornale dell'Ulster, il «Belfast Newsletter», sostiene che «membri della Real Ira hanno incontrato alcuni libici ad Amsterdam... La notizia è stata passata a Londra da Tel Aviv con l'autorità di Efraim Halevy, il capo del Mossad». Ma «fonti di Londra» precisano che «non si insinua che la Libia sia direttamente coinvolta in quello che è successo a Omagh». Secondo un giornale irlandese, l'«Irish Independent», la Real Ira ha «tenuto colloqui coi libici» «nello sforzo di ricevere sostegno al suo gruppo appena nato». Maria Chiara Bonazzi PER LA PACE Arancio e verde, non fa differenza, uniti adesso, non infrangete il nostro sogno. Spargete i semi della pace sopra la nostra terra, così che possiamo attraversare mano nella mano il ponte della speranza. Scin McLoughlin, 12 anni, cattolico, ucciso a Omagh

Persone citate: Avril Monaghan, Carlo, Halevy, Maria Chiara Bonazzi, Pace Arancio, Real Ira, Ronnie Flanagan