«L'atleta è come un'auto di F1» di Enrico Singer

«L'atleta è come un'auto di F1» «L'atleta è come un'auto di F1» 77 medico della nazionale: utile la creatina ROMA. Nel palazzone rosso del Coni, al Foro ftalico, il primo ad arrivare è il dottor Rodolfo Tavana, medico del Milan. Miracolo della puntualità degli aerei, è in anticipo. Sono le 9,40. La sua «audizione» è in programma per le 10. C'è il tempo per un'occhiata ai tre enormi quadri che dominano il corridoio - i Canottieri, la Ginnasta e i Saltatori - e per stupirsi di fronte ai muscoli delle statue di atleti che circondano lo Stadio dei Marmi che è proprio là, oltre le finestre. Quelli sì che sembrano muscoli gonfiati. Eppure allora non si parlava né di creatina, né di altri farmaci. Poi si apre una porta e il lavoro della Procura antidoping comincia. Un'audizione dopo l'altra: dal mattino fino alle 19 attraversano il corridoio che conduce alla Sala dei Presidenti due allenatori •• Gigi Simoni dell'Inter e Giovanni Galeone, ex del Napoli -, il preparatore atletico della Juventus, Giampiero Ventrone, e ben quattro medici. Oltre a Tavana, Paolo Zeppilli, medico della Nazionale, Carlo Tranquilli, medico dell'Under 21, e Franco Volpi, medico dell'Inter. Sarà per il canto delle cicale che arriva dai pini del parco, o sarà perché mù non ci sono carabinieri, ma il clima non è teso. Tutti parlano. Anche perché non c'è segreto istrutturio. E le posizioni sono subito chiare. I medici difendono l'uso degli integratori non dopanti, come creatina e aminoacidi. I due allenatori solidarizzano con Zeman. Con molti distinguo. Tutti con la preoccupazione di non demonizzare, di non «aumentare un polverone» che rischia di confondere sostanze davvero pericolose - e vietate - con integratori che servono a compensare le energie perse dai calciatori. E magari, anche, a portarli in più breve tempo al tanto desiderato stato-forma. Il medico che da 8 anni segue la Nazionale, Paolo Zeppilli, si dice sorpreso e preoccupato. E' sorpreso perché si fa tanto scandalo sugli interventi per mantenere al massimo il rendimento di un atleta «che è come un'auto di Formula 1» e poi la gente comune «insegue il Viagra». Ed è preoccupato perché teme che sull'onda del «facciamo pulizia» si arrivi a «norme troppo restrittive». Dice Zeppilli: «Una cosa proprio non l'ho digerita in. tutta questa vicenda. E' il sospetto che usiamo i calciatori come cavie. Questo non è vero, meno che mai in Nazionale». E la creatina? Gli aminoacidi? Certo che vengono impiegati. «Durante il Mondiale di Francia, a chi ne aveva bisogno, sono stati dati 3 o 5 granimi di creatina dopo l'ultimo allenamento prima della partita». Ma questo, ripete Zeppilli, è normale. Non solo perché la creatina non è tra le sostanze vietate come dopanti, ma perché esistono situazioni in cui gli atleti hanno bisogno di integratori e non darglieli «sarebbe sba¬ gliato». Così come sarebbe sbagliato darli a tutti: «Di Matteo ha avuto problemi di tolleranza e non l'ha più presa. Bisogna rispettare situazioni personali e carico di lavoro». E del carico di lavoro ha parlato il preparatore atletico della Juve, Giampiero Ventrone. «Qualcuno ha detto che noi spremiamo i giocatori e poi li buttiamo via? Se è una battuta per dire che da noi si lavora tanto, è vero. Ma mi sembra che non buttiamo via proprio nessuno». Ventrone parla anche di Vialli e di Del Piero. «Quando Vialli è arrivato alla Juve era già così: robusto e possente». Per Del Piero, il discorso è diverso, perché quando ha cominciato da noi era fisicamente molto piccolo e i margini di crescita sono stati maggiori». Ma come si cresce? «Col lavoro fisico. In campo e in sala muscolazione. Poi si usano anche degli integratori, tutti leciti e a dosaggio comunque limitato, come creatina, sali minerali, aminoacidi». I due allenatori usano toni diversi. Per Galeone anche la creatina andrebbe inserita nella lista delle sostanze dopanti e i controlli andrebbero fatti anche con prelievi di sangue e non solo di urine. Per Gigi Simoni «il problema doping non esiste oggi nel calcio, ma è bene che se ne parli prima che si cada in certi errori come è successo in altri sport». L'ultima battuta è per Ronaldo: «Il suo malore prima di Brasile-Francia con questa storia non c'entra proprie niente. La verità è che avrebbe bisogno di essere lasciato un poco in pace». E alla fine parla anche il capo della Procura antidoping del Coni, l'avvocato Ugo Longo, che annuncia una pioggia di nuove convocazioni tra oggi, domani e sabato - anche Cesare Maldini, Marcello Lippi e Del Piero - e precisa che nel calcio «non si può parlare di doping». Ma anche che è giusto indagare sull'uso dei farmaci che non deve diventare abuso. «Mi auguro che sia come dice l'avvocato Agnelli: per il bene del calcio. Ma noi abbiamo il compito di arrivare a capire e questo stiamo cercando di fare». Enrico Singer Ma Galeone: anche quella sostanza andrebbe inserita nella lista dopanti II tecnico dell'Inter Gigi Simoni sentito ieri al Coni

Luoghi citati: Brasile, Francia, Roma