«La Juve non c'entra col doping»

«La Juve non c'entra col doping» «La Juve non c'entra col doping» Agnelli: la magistratura farà luce su tutto L'AVVOCATO AVILLAR PEROSA VILLAR PERO SA DAL NOSTRO INVIATO Piove forte quando l'Avvocato parcheggia l'auto nel piazzale di ghiaietta sottile tra lo spogliatoio e il campo di Villar Perosa e nella ressa di ombrelli e braccia muscolose che vorrebbero salvaguardarlo, invece accentuano la confusione, intuiamo che non è un pomeriggio in cui avrebbe voglia di parlare. Un suo collaboratore diceva nei giorni scorsi che se il calcio fosse quello di cui si discute in questi tempi Giovanni Agnelli l'avrebbe abbandonato da un pezzo, lui che sveglia gli allenatori la mattina presto per conoscere il dettaglio di un infortunio banale e si ingegna ad accostare i campioni ai pittori: dov'è il divertimento quando ci si occupa degli aminoacidi a struttura ramificata più di un assist di Zidane e si giudica Del Piero dalla grossezza delle cosce invece che dalla magia dei piedi? «Parliamo di calcio» chiede a un collega che parte da lontano, domandandogli un parere sulla crisi del rublo, dopo quelli su Clinton. Avvocato, oggi il calcio è anche l'inchiesta di Guariniello. «Si stanno facendo molte chiacchiere e per fortuna ci penserà la magistratura a fare luce su tutto. Dimostrerà che la Juventus non c'entra niente con il doping». E i sospetti di Zeman sull'esplosione muscolare di Vialli e di Del Piero? «So che hanno costruito il loro fisico con molto lavoro, molta palestra e molta fatica». Pensa che dietro questa storia di farmaci e farmacisti ci sia l'invidia per gli ultimi successi della Juventus? E quali schizzi di veleno ricadranno sulla squadra in campionato? «Io credo a cosa vedo sul campo e la Juventus conquisterà la popolarità come sempre: giocando». Le polemiche disamoreranno i tifosi o lasceranno inalterato il fascino del pallone? «Non c'è questo pericolo. Il calcio è più forte di tutte le chiacchiere: invece il problema è che si gioca troppo al foothall». Ma il football pare che non se ne accorga: il precampionato si ingolfa di impegni, ora vogliono creare la Superlega europea. «Gliel'ho detto: si organizzano troppe partite, non c'è una tregua. E si finisce per avere un numero eccessivo di giocatori che è difficile far ruotare». E' soddisfatto di come è stata costruita la Juventus? «L'ho vista segnare alcuni gol beili. Prima di venire qui l'avevo seguita soltanto in tv nella partita di Newcastle e mi era piaciuta nel secondo tempo». Cosa la incuriosisce? «C'è lo jugoslavo alto (Tudor, che a Villar Perosa però ha giocato solo la ripresa, quando l'Avvocato era già partito, n.d.r.) e il nuovo francese, Blanchard». A proposito di francesi, Zidane saprà essere per la Juve ciò che è stato per la Fran- eia? «Zizou l'ho chiamato al telefono prima della finale contro il Brasile e gli ho detto: tu giochi meglio di notte e questa partita la giochi di notte, quindi...». Sarà lui a vincere il Pallone d'oro? «Di solito lo vince chi è stato il capocannoniere del Mondiale se fa bene nella stagione successiva. Questa volta, perciò, dovrebbe toccare a Suker. Ma Zidane è nei favoriti». In fondo è stato molto più protagonista di Suker. «Ha giocato una mezz'ora eccezionale contro il Brasile. Ora per vincere dovrebbe giocare una stagione eccezionale». Come sono cambiate le gerarchie del campionato? «Ci sono quattro o cinque squadre che giocheranno per vincere: vedo bene Inter, Milan e Lazio». La Juve rispetto all'anno scorso ha in più il problema Lippi: pensa che se ne andrà a giugno? «Spero di no». Come potrebbe fermarlo? «Bisogna rispettare le sue scelte. Tocca a lui valutare se un'altra esperienza lo attrae di più». Circola voce che, puntando su un allenatore giovane, potrebbe venire Vialli. Che dice? «Bè, non ci ho mai pensato. Vialli ci è caro, sta facendo esperienza in Inghilterra. E io ho grande rispetto per i suoi muscoli». Avvocato, in questo momento forse la Ferrari le dà più gioie della Juve. «A Maranello hanno fatto un grande lavoro: piloti, tecnici, meccanici, l'organizzazione. Quando si fanno le cose per bene puoi non vincere sempre ma meriti di riuscirci». Insomma tra Ferrari e Juve lei può vincere tutto. «Ma non si ò ancora fatto niente: la Ferrari deve concludere bene la rincorsa alla McLaren e la Juve deve ancora cominciare». L'Avvocato risale in auto, naturalmente al posto di guida mentre l'autista gli sta al fianco. Lungo la pista un tifoso ha appeso un lenzuolino bianco dove ha scritto «Zeman, il vero drogato sei tu»: si voleva parlare solo di pallone, di campioni, di sogni. Com'è diventato difficile. Marco Ansaldo «Sono curioso di vedere Tudor e Blanchard. Spero che Lippi a giugno non se ne vada. Vialli al suo posto? Non ci ho mai pensato» «Alla Ferrari hanno fatto un grande lavoro, dai tecnici ai piloti Quando si fanno le cose bene puoi non vincere sempre, ma meriti di riuscirci» ... Giovanni Agnelli ieri a Villar Perosa

Luoghi citati: Brasile, Inghilterra, Maranello, Newcastle, Villar Perosa