UNA PARODIA DI GIUSTIZIA E DI POLITICA di Lietta Tornabuoni

UNA PARODIA DI GIUSTIZIA E DI POLITICA UNA PARODIA DI GIUSTIZIA E DI POLITICA u NA cosa buffa, una crisi ridicola durata sette mesi e magari destinata a seguitare, una scemenza colossale, una immensa caricatura: all'indomani d'uno dei suoi momenti cruciali, il feuilleton politico-giuridico-sessuale Clinton-Lewinsky pare soprattutto una parodia, assurda come neppure la satira più aspra o maligna sarebbe riuscita a immaginarla. Una parodia della politica: se può ricorrere a mezzi simili (ragazza, sesso orale, telefonate registrate, abito macchiato, quante volte?) per tentare di far fuori un presidente americano senza ucciderlo fisicamente come capitò a John Kennedy. Una parodia della giustizia: costosamente impegnata a rimestare nella vita personale e sessuale del leader più potente, in fatti che dovrebbero interessare soltanto lui, la sua partner, al massimo sua moglie, e che hanno nulla a che vedere con la conduzione del Paese e con la politica. La parodia d'un puritanesimo bigotto che parte da una presunzione di perfezione inapplicabile a chiunque, che circonda il sesso di un'aria comunque scandalosa, che si compiace di dettagli scabrosi e particolari ribaldi, stabilendo una confusione torbida fra vizi privati e pubbliche virtù. La parodia d'una verità assoluta, adamantina, tanto più investita di valore quanto meno viene rispettata, pretesa da un presidente americano che, come ogni presidente americano oppure ogni capo di governo nel mondo, ha sempre fatto della menzogna una pratica abituale, quotidiana. Ma anche la caricatura d'una sincerità di rapporto con i Lietta Tornabuoni CONTINUA A PAG. 10 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Clinton, John Kennedy, Lewinsky