Trainati da meccanica ed elettronica

Trainati da meccanica ed elettronica Un autunno-inverno sostanzialmente positivo sembra attendere l'industria piemontese Trainati da meccanica ed elettronica «Mancano lavoratori specializzati» E' un quadro soprattutto in chiaro con un po' di scuro quello che emerge dalle aspettative delle associazioni degli industriali piemontesi per quanto riguarda le prospettive occupazionali del terzo trimestre di quest'anno, nella nostra regione. Con una costante: la difficoltà di trovare lavoratori specializzati. Un dato che emerge da un'indagine del «Sole 24 Ore» che ha messo a confronto tutte le province italiane e confermato dagli industriali piemontesi. Ogni provincia del Piemonte presenta una situazione diversa, con settori trainanti, come meccanica ed elettronica, mentre altri risentono di una crisi di competitività, come il tessile nel Biellese e nel Novarese. Nei primi cinque mesi di quest'anno il numero degli iscritti alle liste di collocamento di Torino è diminuito. Dodicimila persone in meno, che hanno trovato lavoro o si sono cancellati dalle liste. Un dato che indica una tendenza positiva al traino dei buoni risultati dell'industria meccanica, spinta dagli incentivi sulla rottamazione. «Ora si tratta di correre ai ripari, soprattutto coji una diminuzione dei prezzi che faccia aumentare le vendite all'estero e compensi la nonnaie caduta della domanda in Italia», dice Bruno Rambaudi, presidente di «Federpiemonte», l'associazione regionale degli industriali. Per dare una svolta alle prospettive occupazionali, gli imprenditori chiedono più flessibilità, incentivi all'assunzione e una riduzione delle tasse. E nonostante l'Unione Europea abbia condannato l'eccessivo ricorso ai contratti di formazione dicono che quello è, al momento, l'unico strumento per dare lavoro ai giovani. Nella provincia di Torino la situazione più pesante è nel Canavese. Il tasso di disoccupazione è al 12%. La situazione, secondo gli stessi industriali, è critica. La riconversione della Olivetti porta alla diminuzione degli occupati. Una buona notizia è che Infbstrada assumerà quattrocento persone. Si tratta comunque di contratti part-time. Sulle prospettive occupazionali dell'intero Piemonte, più a lungo termine, c'è una ricerca dell'Unioncamere, che riunisce le Camere di commercio del paese. I risultati sono incoraggianti. Prevedono, nel periodo 19981999, per le imprese con meno di cento dipendenti, esclusa l'agricoltura, un aumento degli occupati del 3%. Qunidicimila lavoratori in più. Per quanto riguar¬ da le imprese artigiane dovrebbe andare anche meglio: più 4,4%, ovvero cinquemila lavoratori in più. Parlando dell'intera regione, andiamo a vedere quali sono le diverse situazioni delle province piemontesi. Buone notizie dall'Alessandrino e dall'Astigiano, dove il ricorso alla cassa integrazione si avvicina allo zero. Cuneo passa un periodo felice, soprattutto nella meccanica e nell'agroalimentare, e l'utilizzo dei- la cassa integrazione sarà quasi dimezzato. A Verbania, da poco capoluogo, la crescita economica c'è ed è stabile. Non va così bene nell'ex provincia che la comprendeva, ovvero Novara. Il tessile è in crisi, complice la crisi asiatica. Il 60% degli imprenditori del settore pensa di fare ricorso alla cassa integrazione. Vanno meglio il chimico e il metalmeccanico. «La situazione del mercato del lavoro non appare rosea», ha detto il presidente degli industriali di Novara, Luigi Zucco. E il settore tessile è in crisi anche nel Vercellese, mentre quello meccanico si salva grazie a una politica di riduzione dei prezzi, e nel Biellese, che soffre di una crisi di competitività con il Nord Est e la Croazia. Il 19% degli imprenditori prevede di ricorrere alla cassa integrazione. A gonfie vele invece edilizia e turismo. Bruno Rambaudi, presidente della Federpiemonte

Persone citate: Bruno Rambaudi, Luigi Zucco

Luoghi citati: Biellese, Croazia, Italia, Novara, Piemonte, Torino, Verbania