La stimiamo molto purché se ne vada di M. Ans.
La stimiamo molto purché se ne vada Ipocrisie e vecchi malanni nel calcio-follia La stimiamo molto purché se ne vada DISTRATTI dalle inchieste sul doping non ci eravamo accorti che nel frattempo il calcio procede secondo le consumate abitudini: come accadde l'anno scorso al Brescia, che costrinse Reja alle dimissioni prima che cominciasse il campionato, l'Empoli ha chiuso il rapporto appena avviato con Luigi Del Neri. Di lui, francamente, sappiamo poco. A 48 anni non lo si può considerare un «enfant prodige», ha sempre girato molto ai margini del grande calcio. Probabilmente appartiene a quella categoria di allenatori che non hanno protezioni né scuderie in appoggio e quest'ultimo episodio ne è una conferma. Del Neri in camera non ha mai portato una squadra sotto il quinto posto, ha ottenuto 3 promozioni negli ultimi quattro anni, due delle quali consecutive con la Ternana riportata dalla C2 alla serie B. A suo modo è un vincente e anche nel precampionato dell'Empoli ha perso solo 4 volte, di cui 2 ai rigori con Monaco e Benfica. Ora scopriamo che l'Empoli, dopo averlo scelto due mesi fa, si è accorta che non seguiva «la filosofia della società». E' vero che nel calcio si parla raramente di Adorno e di Spinoza ma se è filosofia applicare il 4-4-2 invece del 3-4-3 bisognerà rivoluzionare i testi per i licei. Se invece per «filosofia» si intende altro bisognerebbe chiarirsi. H comunicato dell'Empoli, che pure l'anno scorso si rivelò tra i club più seri, è invece un vuoto a perdere di frasi dall'effetto comico o irritante: ci si può accorgere di aver sbagliato, una scelta e cambiarla prima che i guasti siano irreparabili ma perché quei toni curiali con cui si «rinnova a Del Neri la stima professionale che merita»? Gli hanno tolto l'occasione della vita, non c'era bisogno di aggiungere una sfottente banalità. Ora pare che i dirigenti toscani si indirizzino su un allenatore dal cognome bene in linea con il comunicato: Viscidi. [m. ans.]
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