Scienza: io, cuore Toro di Bruno Bernardi
Scienza: io, cuore Toro Il centrocampista ringrazia Mondonico che l'ha eletto leader i Scienza: io, cuore Toro «Ho una missione, non fallirò la A» SOMMARIVA PERNO DAL NOSTRO INVIATO I complimenti di Emiliano Mondonico non lo fanno arrossire, ma aumentano le sue responsabilità. Beppe Scienza, il piccolo leader del Toro, non si tira indietro. E' abituato a lottare, sin da quando giocava in C2, nell'Omegna, poi in CI nei Campania, nel Foggia e nel Catania, quindi in B con la Reggina e la Reggiana, in A con il Toro, ancora in B con il Venezia, e infine nel Piacenza che, negli ultimi due campionati nella massima divisione, ha evitato in extremis la retrocessione tra i cadetti. Eppure Scienza, in B, ha accettato di retrocedere lo stesso, ma per riportare il suo Toro in A. Svincolato, si era accordato sulla parola (con un impegno biennale) tre mesi prima di sapere se i granata sarebbero stati promossi oppure no. A scatola chiusa. E non ha cambiato idea dopo lo jellatissimo spareggio con il Perugia a Reggio Emilia. Questione di fede. E' una sorta di missione, una scommessa quella del trentunenne Scienza da Domodossola, cuore Toro, alla sua terza avventura della carriera in maglia granata. Dalla Primavera, con la quale vinse tutto, compresa la prestigiosa Coppa Carnevale di Viareggio, venne dirottato al Sud. Girovagò da un capo all'altro della Penisola per un decennio, poi finalmente ebbe la soddisfazione di giocare nuovamente nel Toro, in prima squadra e in A. Una breve parentesi che gli lasciò l'amaro in bocca. Ora è tornato, per restarci e per prendersi qualche rivincita. Mondonico ha detto che Scienza, senza che nessuno gliel'abbia chiesto, è diventato un uomo importante per un centrocampo in cui muscoli e tecnica riescono a convivere bene. 11 regista, che fisicamente non è un gigante ma sa farsi rispettare nei contrasti, si schermisce: «Leader è un termine che mi ha sempre dato fastidio. Qui non ce ne sono, a parte quelli che hanno fatto molto bene come Ferrante, o come Lentini, per il suo carisma. Siamo tutti importanti, nessuno è indispensabile. Formiamo una squadra di buon livello, senza fenomeni». Scienza metterà la sua esperienza al servizio dei compagni: «Il "dialogo" è fondamentale in mezzo al campo. Ci sono cose che vanno perfezionate, ma ci completiamo a vicenda. Ciò che conta è che, alternando vari elementi, non ci sono stati scompensi. Ognuno di noi offre garanzie. E in un campionato lungo come la B ci sarà spazio per tutti». Scienza ha visione di gioco, senso geometrico, lancio lungo e preciso. E gli toccherà sia proteggere la difesa che tenere i collegamenti con le punte: «A Reggio Emilia, con Marchioro.. avevo gli stessi compiti. Me la cavai bene, e fummo promossi. Se Lentini sarà dirompente come l'ho visto venerdì a Biella, contro un Varese che ci ha duramente impegnati sul piano agonistico, potrà offrire palloni preziosi alle punte. I colpi di Lentini, la potenza e l'elevazione di Artistico, la rapidità e la furbizia di Ferrante sono ingredienti in grado di fare la differenza». Il centrocampista granata è convinto che sia necessaria una partenza-sprint, sull'esempio del Venezia dell'anno scorso: «I risultati positivi caricano la tifoseria e danno convinzione alla squadra. Dobbiamo subito far paura a Napoli, Atalanta, Genoa, Brescia, Reggia- na e Chievo, quel gruppo di sei squadre candidate ad entrare con noi nel poker promozione». Rispetto a quattro stagioni fa, Scienza ha molto più entusiasmo: «Allora c'era un'altra situazione dirigenziale, con grosse incognite legate al futuro della società. Si avvertiva poca fiducia dell'ambiente nei confronti della squadra. Adesso siamo in "pole position" e sappiamo di non poter sbagliare». Bruno Bernardi Beppe Scienza dopo due salvezze consecutive ottenute nelle file dei Piacenza cerca adesso di riportare in serie A il Torino; è tornato in granata per la terza volta: «Qui non ci sono leader, tranne Ferrante e Lentini»
Persone citate: Artistico, Beppe Scienza, Emiliano Mondonico, Lentini, Marchioro, Mondonico
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