Lo stereo sfratta la ninna-nanna

Lo stereo sfratta la ninna-nanna una tradizione a rischio Uno studio: molte donne preferiscono ricorrere anche alla tv o al carillon Lo stereo sfratta la ninna-nanna «Soltanto una mamma su quattro la canta ancora» QROMA L sospetto c'era già, ora arrivano anche i dati statistici a confermarlo: la ninna nanna è a rischio di estinzione in Italia, un rischio molto serio perché ormai soltanto una mamma italiana su quattro conserva questa tradizione che risale al Medio Evo. Il sessanta per cento delle madri italiane preferisce sostituire la propria voce con quella di un apparecchio stereo, e le vecchie ninne nanne con canzoni moderne, perlopiù di Eros Ramazzotti e di Lucio Dalla. L'11 per cento sceglie un sistema ancora più sbrigativo e si affida alle capacità soporifere del televisore, il 7 per cento delle mamme per fortuna - ricorre invece al suono decisamente più rassicurante di un carillon. A lanciare l'allarme è l'antropologa dell'università di Perugia, Cecilia Gatto Trocchi, che ha condotto una ricerca intervistando circa cinquecento bambini iscritti alla scuola materna, e le rispettive madri. Ma dov'è la ragione scientifica per trasformare un rimpianto in un allarme sociale? Per l'antropologa umbra alcune ricerche americane parlano chiaro: coloro che da bambini si addormentavano accompa¬ gnati dalla ninna nanna cantata a voce, da adulti tendono ad avere meno problemi di insonnia e a fare un minor uso di antidepressivi. Ma la ricerca dimostra purtroppo che la maggior parte delle mamme italiane preferisce far addormentare i propri piccoli al suono metallico e impersonale di uno stereo o di un televisore. «Molte madri intervistate spiega l'antropologa - difendono la loro scelta. Alcune sono donne-manager sempre indaffarate e in tensione, sostengono convinte che di cantare la ninna nanna non c'è alcun bisogno». Invece, afferma la ricercatrice, la ninna nanna «ha una funzione fondamentale. E' l'incantesimo che accompagna il passaggio verso la notte, il buio e il sonno». La funzione antidepressiva della ninna nanna indicata nelle ricerche americane - osserva Cecilia Gatto Trocchi risiede proprio nell'allontanare tutto ciò che è negativo, trasmettendo un messaggio di serenità e creando una situazione di calma. «Lo stereo - sottolinea la studiosa - non può sostituire tutto questo. E' la presenza fisica che fa la differenza». A salvaguardia della ninna nanna l'antropologa sta pre¬ parando una raccolta di filastrocche popolari italiane, pubblicate con tanto di traduzione. Sono circa cinquecento, da cantare nei dialetti di tutte le regioni, dalle più lunghe e narrative tipiche del Meridione a quelle più brevi e ironiche del Nord. Il trimestrale «Cultura e Natura», che riporta i dati della ricerca di Cecilia Gatto Trocchi, sottolinea che la scomparsa della ninna nanna è confermata dagli stessi bambini: infatti il 78 per cento dei bambini del Nord (sul campione nazionale di cinquecento iscritti alla scuola materna) non conosce a memoria neanche una canzoncina della mamma. Il fenomeno è rilevante anche al Sud, seppure in forma meno vistosa: a Napoli, Bari e Palermo il 61 per cento dei bambini intervistati non ricorda alcuna ninna nanna della madre. [p. poi.] gni si addormenta con la voce delia madre da adulto non soffrirà di insonnia» In Italia la ninna nanna è a rischio di estinzione: la canta una madre su 4

Persone citate: Cecilia Gatto Trocchi, Eros Ramazzotti, Lucio Dalla

Luoghi citati: Bari, Italia, Napoli, Palermo, Perugia