Una recita a Stranamore nel passato dell'omicida

Una recita a Stranamore nel passato dell'omicida Il caso della studentessa assassinata Una recita a Stranamore nel passato dell'omicida L'agente di commercio bresciano era andato in tv a chiederle scusa Forse euna mesperché non un rapd'amTRENTO. L'anno scorso aveva affrontato anche le telecamere di «Stranamore», per dimostrare tutto il suo affetto per Paola. Al cospetto di Alberto Castagna (e di milioni di telespettatori), le aveva chiesto scusa per aver alzato le mani dopo averla trovata fra le braccia di un altro. Tutta una messinscena (forse per vincere un viaggio), perché fra di loro non c'era un rapporto d'amore. In tv aveva fatto comunque la figura del più appassionato dei fidanzati. Ma sabato sera l'ha uccisa, massacrandola a colpi di manubrio da palestra. Pier Giuseppe Domenico Vitale, 35 anni, è l'agente di commercio bresciano che domenica mattina attorno alle 5,30, è uscito di strada sull'A22, all'altezza del casello autostradale di San Michele all'Adige. In macchina aveva il cadavere di Paola Borri, studentessa ventiquattrenne. Un omicidio senza movente. Gli inquirenti stanno ascoltando tutti, parenti, amici e conoscenti, per dare un perché a quel gesto. Ma le testimonianze sembrano smontare anche l'ipotesi di una passione non corrisposta. Per i conoscenti di Pier Giuseppe e Paola, il delitto di Sant'Eufemia (la zona residenziale della città dove sorge la villa della famiglia Vitale) resta inspiegabile. «Loro erano praticamente inseparabili», hanno detto agli mquirenti nel corso degli interrogatori, svoltisi ieri nella questura di Brescia. Paola, molto carina, aveva avuto anche qualche esperienza nel mondo dello spettacolo, ma pensava sicuramente di più allo studio: le mancava solo un esame, poi si sarebbe laureata in architettura al Politecnico di Milano. Insomma, passava molto più tempo sui libri che davanti allo specchio. Pier Giuseppe assieme a lei stava bene, dicono i conoscenti, ed in ogni caso non aveva dato alcun segno di soffrire per le scarse attenzioni dell'amica del cuore. Anzi, continuava a ricoprirla di regali: l'ultimo un maglione di Missoni da 400 mila lire, per la sua laurea aveva già pensato di comprarle un'automobile. Un'a- ra stata sinscena ra i due c'era porto more micizia profonda e assolutamente disinteressata. Ma sabato sera è scattata la molla: l'uomo avrebbe afferrato un manubrio da palestra da dieci chili ed avrebbe vibrato numerosi colpi alla nuca di Paola, sfondandole la base del cranio. Vitale avrebbe confessato al magistrato trentino Pasquale Pronti di aver anche tentato di strangolare e soffocare l'amica, mettendole le mani attorno al collo e schiacciandole un cuscino sulla faccia. Poi, la fuga: l'uomo ha caricato la Borri sulla sua Volvo. «Ho vagato lungo il Lago d'Iseo - ha detto - prima di prendere la strada per il Trentino». Prima del casello di San Michele l'uscita di strada, poi, dopo l'arrivo degli agenti della Stradale, le menzogne. Al primo interrogatorio Vitale ha raccontato di essere stato aggredito da un rapinatore-killer mentre era nel suo appartamento in compagnia di Paola. «Le ha ordinato di spogliarsi e quando lei si è opposta, l'ha uccisa». Secondo la prima testimonianza di Pier Giuseppe, il «terzo uomo» gli aveva quindi ordinato di caricare la compagna sulla Volvo, dirigendosi a Nord. Poi, dopo aver fatto fermare la vettura all'area di servizio Paganella Est, se l'era data a gambe. Ma sono state proprio le parole di un benzinaio di un'altra stazione di servizio alla quale Vitaie s'era fermato per fare carburante, a permettere agli inquirenti di meastrare l'omicida: l'uomo ricordava di aver visto un solo uomo all'interno della Volvo. Parole confermate dalle riprese della telecamera autostradale della galleria di Piedicastello, a Trento. Nei confronti di Pier Giuseppe Domenico Vitale, da ieri difeso dall'avvocato bresciano Giuseppe Frigo, è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato. I funerali di Paola Borri non sono ancora stati fissati: sul corpo della giovane dovrà essere effettuata l'autopsia. Maurizio Di Giangiacomo Forse era stata una messinscena perché tra i due non c'era un rapporto d'amore Paola Borri, uccisa a Brescia nella notte di Ferragosto

Persone citate: Alberto Castagna, Giuseppe Frigo, Missoni, Pier Giuseppe, Pier Giuseppe Domenico Vitale

Luoghi citati: Brescia, Ferragosto, Milano, San Michele All'adige, Sant'eufemia, Trentino, Trento