La tecnica delle pagode per la Torre di G. Fav.
La tecnica delle pagode per la Torre Illustrato ieri ai membri del Comitato: «Posso riportarla alla pendenza del 1350» La tecnica delle pagode per la Torre Progetto di un cinese per il monumento di Pisa TORINO. Una nuova ricetta per salvare uno dei simboli dell'Italia, la Torre di Pisa, il più malato tra i grandi monumenti del Paese, al cui capezzale si affannano da sempre i maggiori studiosi del mondo. Se i 17 Comitati che si sono succeduti negli anni non hanno mai risolto il rischio di crollo del campanile, il diciottesimo trust di cervelli, il Comitato internazionale per la salvaguardia del monumento presieduto dal professor Michele Jamiolkowski, per la prima volta tenterà, a novembre, un salvataggio in grande stile. Ieri, però, il professor Jamiolkowski, docente al Politecnico di Torino e tra i massimi strutturalisti d'Europa, ha ascoltato per 5 ore le critiche di un esperto cinese, arrivato a Torino per acquisire alcuni dati tecnici sul campanile prima di proporre il suo contro-progetto. Si tratta di Cao Shizhong, approdato al «Poli» con una delegazione dell'ambasciata di Roma, venuto dalla lontana università di Huang-Zu, vicino a Shangai. «La prova che il mio metodo funziona - ha detto l'esperto chiese - sta nel fatto che è stato applicato con esito positivo per ben 80 edifici in Cina ed in particolar modo per la Torre di Thaiyuan, nello Shanxi, che risale al 1559 e che è quasi alta come quella di Pisa». Sulla modalità dei suoi interventi l'ingegnere non ha svelato i dettagli neppure al presidente del Comitato. «Abbiamo una lunga tradizione, che deriva dallo studio delle pagode». E ha aggiunto: «In Cina nessuno toglierebbe della terra dalla parte opposta a quella della pendenza, come volete fare voi. Non credo sia questo il metodo: noi non l'abbiamo mai applicato». Il progetto del Comitato presieduto dal cattedratico torinese (che studia la Torre dal 1990) prevede due fasi: dopo la «sballatura» del campanile, ovvero la sua cmzione con una bretella d'acciaio, si estrarranno alcuni metri cubi di terreno attraverso sei fori scavati a 5-6 metri di profondità sul lato Nord (quello opposto alla pendenza). «Quello di Pisa è il problema più difficile che mi sia mai capitato di studiare - ammette l'ingegner Jamiolkowski -: far partire per la prima volta questi lavori rappresenta una grande responsabilità». Del resto, «il campanile è molto malato. Se non si fosse intervenuti nel '95 sarebbe certamente già crollato. Le sue condizioni sono decisamente precarie». I lavori partiranno a novembre: «Useremo grande prudenza - aggiunge Jamiolkowski -. Contiamo di ridurre l'inclinazione di mezzo grado, pari al 10 % della pendenza. Se la Torre non risponderà bene, bloccheremo subito il cantiere». L'esperto cinese ha invece per obiettivo riportare la Torre alla pendenza che aveva nel 1350 (2,1 gradi). «Mi è parso uno studioso molto serio - dice Jamiolkowski -. Valuteremo la fattibilità della sua proposta quando ci spedirà, dalla Cina, il suo progetto». [g. fav.]
Persone citate: Jamiolkowski, Michele Jamiolkowski, Torre Di Pisa
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