Al Quirinale il fascicolo lombardini

Al Quirinale il fascicolo lombardini Spedite da Palermo 170 pagine al Csm: caccia a una «giustizia parallela» nei documenti sequestrati Al Quirinale il fascicolo lombardini Scalfaro vuol essere informato sul caso del giudice suicida ROMA. I primi documenti sono già arrivati al Csm e al ministero di Grazia e Giustizia: 170 pagine scritte dalla procura di Palermo per documentare tutti i passaggi della drammatica vicenda-Lombardini. Altre carte sono in arrivo da Cagliari. Giovedì mattina si riunirà l'ufficio di presidenza del Consiglio superiore della magistratura. Subito dopo il vicepresidente Giovanni Verde, il primo presidente della Cassazione Vittorio Sgroi e il pg di Cassazione Zucconi Galli Fonseca saliranno al Quirinale:, il Capo dello Stato, che è anche presidente del Csm, vuole essere informato da vicino. Se un primo rapporto è già stato scritto, le indagini della procura di Palermo procedono velocemente. Ieri i periti palermitani sono arrivati a Cagliari per esaminare meglio la memoria del computer dì Luigi Lombardini. Sono stati tolti i sigilli dello studio dove il giudice s'è suicidato. E' stato permesso ai personale della pretura di recuperare una serie di fascicoli che si trovavano nella stanza. Tra i primi a entra- re, gli irnbianchini che hanno ridipinto le pareti dove era finito il sangue del giudice. Sotto il microscopio della procura di Palermo stanno finendo ben 30 anni di attività dei colleghi cagliaritani. I venti anni, cioè, in cui Lombardini era sulla cresta dell'onda più gli ultimi dieci quando era in ombra, ma non per questo inattivo. Anzi. Dall'esame dei suoi appunti, emergono le tracce di una foga antisequestri - secondo la procu¬ ra di Palermo l'uomo Lombardini era economicamente disinteressato - che aveva bisogno di fondi per pagare gli informatori e forse anche i riscatti. «Ma non credo a una struttura parallela sostiene il pm Mario Marchetti, della procura distrettuale di Cagliari - perché mormorii ce ne sono stati tanti, ma elementi concreti nessuno. Il procuratore capo aveva anche fatto un esposto al Csm. Ma nessuno aveva dato importanza al fatto. Non mi me¬ raviglia che ora si passino in rassegna trent'anni di attività. In Italia si fa così». A Palermo, infatti, i tre sostituti procuratori Lia Sava, Antonio Ingroia e Giovanni Di Leo, più il procuratore aggiunto Ignazio De Francisci, stanno passando al setaccio centinaia di appunti scritti da Lombardini con calligrafia nervosa. La procura smentisce invece di aver aperto un fascicolo che ipotizza l'istigazione al suicidio. L'inchiesta, precisano, resta una sola. Il fascicolo degli «atti urgenti» che resta aperto a Cagliari sarà presto trasmesso a Palermo. Restano convinti, i pm palermitani, che Silvia Mehs fu liberata alla data ufficiale e senza pagamento di riscatto. Uguale convinzione ha la procura distrettuale di Cagliari. E il ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano, ha precisato che non aveva alcuna intenzione di rivelare alcuna verità alternativa. Il mini- stro ritiene che per colpa di un equivoco s'è creduto che lui affermasse un fatto mentre era solo un'ipotesi. Nel tritacarne dell'inchiesta penale stanno finendo anche gli affetti di Lombardini. Ci si sofferma sul passato della sua fidanzata, Marinella Cotza, ad esempio, che ebbe precedenti come estremista di sinistra. Arrestata per una vicenda di aborti clandestini, avrebbe conosciuto in carcere esponenti di Barbagia Rossa. In seguito aveva dato vita a una specie di Soccorso Rosso, assistenza legale e materiale nelle carceri per i detenuti politicizzati. Non è un mistero, però, che i militanti di Barbagia Rossa simpatizzassero per i sequestratori di persona. Li idealizzavano come moderni «Robin Hood». Secondo qualcuno, Lombardini, che ara uomo di destra, grazie alla fidanzata era entrato in contatto anche con questi ex estremisti di sinistra. [fra. gri.J IL METODO Primo: ottenere la liberazione dell'ostaggio Secondo: trovare un pentito nel clan Terzo: arrestare tutti i colpevoli GLI APPOGGI Quando Parisi era capo della polizia Lombardini poteva contare sui fondi riservati del Sisde. E forse anche Coronas lo aiutò LE TRASGRESSIONI Nell'88 organizzò con l'aiuto di alcuni fedeli dell'Arma la liberazione di Esteranne Ricca violando il veto diVignaeFleury IL «CAPOLAVORO» Una notte non esitò a presentarsi in cella con un giudice che somigliava al legale di un rapitore per convincere il bandito a confessare