«L'Italia spende poco per la scuola»

«L'Italia spende poco per la scuola» Richiamo della magistratura contabile: meno 1% rispetto ai Paesi europei «L'Italia spende poco per la scuola» La Corte dei conti: così l'istruzione perde colpi L'Italia spende troppo poco per l'istruzione. Come ogni anno, la Corte dei Conti fa le pulci ai bilanci ministeriali, bacchettando di volta in volta le varie amministrazioni. Sulle pensioni è «allarme rosso», per altri dicasteri il rimprovero è di aver male o non del tutto i fondi. Quest'anno, con Viale Trastevere, si cambia musica: le risorse economiche che l'Italia destina all'istruzione sono «insufficienti»; la spesa è addirittura dell' 1 per cento in meno rispetto alla media registrata nei Paesi europei. Il «j'accuse» del massimo organo contabile è dettagliato. Nel '97, il risparmio che il sistema scolastico pubblico ha realizzato nel 1997 è stato 6764 miliardi - su una massa spendibile di 66.044 - con un calo di spesa, rispetto al '96, per la scuola materna e dell' obbligo (da 39.765 a 37.668 miliardi; e qui ci si aspettava di più) ed un aumento, invece, per la secondaria superiore (da 18.848 a 20.765 miliardi). Bene i risparmi, ma con giudi¬ zio... Osserva la Corte di Conti: «Il sistema scolastico italiano non può correre il rischio di esaurirsi nell'azione di contenimento a pena di non avvitarsi in una contraddizione; ed il recupero delle risorse deve trovare migliore e più proficuo impiego all'interno del sistema (scolastico) stesso». Il superministro dell'Economia è avvisato: buona parte di quello che si risparmia riorganizzando l'ambito del'educazione e della formazione dovrebbe essere reinvestito nel settore stesso, per innalzare la qualità dell'istruzione. La relazione conferma, però, i mah antichi del nostro sistema scolastico pubblico: nel 1997, le risorse economiche destinate alla scuola - circa 65 mila miliardi - sono pari all'1,8 per cento del prodotto interno lordo e al 9 per cento della spesa delle pubbliche amministrazioni (il 98 per cento delle risorse finisce nelle retribuzioni del personale; mentre le spese per le supplenze continuano a lievitare, scappando di mano). Troppo poco, per avviare le riforme strutturali necessarie a sostenere l'ingresso a pieno titolo del nostro sistema formativo nell'Ue. La magistratura contabile non entra nel merito delle riforme tuttora «araba f "ice». Ma riconosce che il governo dell'Ulivo ((ha promosso di una serie di interventi organici, alcuni dei quali hanno ottenuto l'approvazione del Parlamento» (l'avvio dell'autonomia scolastica; il conferimento di importanti funzioni amministrative alle Regioni e agli Enti locali; la riduzione del numero di classi), ma preme il piede sull'acceleratore. LÌnnalzamento dell' obbligo a 16 anni, la riforma dei cicli e la cosiddetta parità scolastica rappresentano «aspetti di tale rilievo» - sottolinea la Corte dei Conti - che ((richiederebbero decisioni in tempi ragionevoli, perché il sistema scolastico se ne avvantaggi». In altre parole: le riforme è necessario farle e presto. Mario Tortello

Persone citate: Mario Tortello

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