Immigrati, bufera su Di Pietro
Immigrati, bufera su Di Pietro Dini e Napolitano non replicano alle accuse di «permissivismo». I leghisti: dov'era quando è stata votata la legg Immigrati, bufera su Di Pietro Polo e Ulivo: idee demagogiche e razziste ROMA. Bufera su Antonio Di Pietro. L'ex pm si è attirato una raffica di critiche politiche ed attacchi ptrsonali da parte di maggioranza ed opposizione per la decisione di irrompere nel dibattito sull'immigrazione con l'intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera in cui contestava come «troppo permissiva» la nuova legge Turco-Napolitano, chiedeva «apposite strutture» per rimpatriare i clandestini «in 24 ore», «centri di permanenza obbligatoria» per chi rifiuta l'identificazione e ventilava l'ipotesi dell'«embargo» nei confronti della Tunisia che continua ad opporsi alla richieste di estradizione verso l'Italia di Bettino Craxi. Le dichiarazioni di Di Pietro, chiamano direttamente in causa scelte e strategie dei ministri degli Esteri, Lamberto Dini, e degli Interni, Giorgio Napolitano. Ma Farnesina e Viminale hanno preferito mantenere ieri un basso profilo, evitando repliche immediate e tradendo così il desiderio del governo di limitare i danni per il nuovo caso scatenato dalle dichiarazioni di Di Pietro. Gli addetti ai lavori dei due dicasteri - proteggendosi dietro l'anonimato - hanno comunque definito «incredibili» le affermazioni dell'ex pm «perché in lampante contrasto con il testo della legge che dovrebbe conoscere». Alla estrema prudenza del governo hanno rimediato i partiti della maggioranza, unanimi del prendere le distanze dal senatore del Mugello e dalle sue parole. Per Renzo Lusetti, del Ppi, Di Pietro «teorizza la repressione degli immigrati» mentre i «valori dell'Ulivo solo solidarietà e prevenzione». «Di Pietro è un razzista» taglia corto Ramon Mantovani di Rifondazione «perché prevede un diritto per gli italiani ed uno per gli extracomunitari». I Verdi ammoniscono contro i rischi di un inasprimento della legge e Rosa Russo Jervolino, presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, rammenta che «i diritti umani valgono per tutti». «Siamo di fronte a incredibili giudizi superficiali e demagogici come quelli di ricorrere a navi militari ed embarghi - aggiunge Umberto Ranieri, responsabile Esteri Ds - che alimentano posizioni irrazionali». Fra i più sorpresi Fabio Evangelisti, pre- sidente Ds della commissione parlamentare per l'applicazione degli accordi di Schengen. «Tesi come quella di rimpatriare con le navi militari i clandestini in Tunisia sono insostenibili - afferma Evangelisti - e comunque se Di Pietro vuole davvero i centri di permamenza coatta, ovvero trasformare la clandestinità in reato, poteva dirlo in aula quando si è votato». «Ma soprattutto lo sfogo estivo di Di Pietro - termina Evangelisti - dimentica che gli accordi di riammissione firmati dall'Italia con Tunisia e Marocco e la nostra nuova legge sull'immigrazione sono presi ad esempio dai partner europei». Dall'opposizione, impegnata a contestare la legge Turco-Napolitano, non è giunto alcun aiuto all'ex pm. «Di Pietro progetta lo sbarco in Tunisia e Marocco e propone con cent'anni di ritardo la politica delle cannoniere per dirimere le controversie internazionali» denuncia il Ccd Carlo Giovanardi. «Arriva tardi - aggiunge Maurizio Gasparri di An - perché non è intervenuto in Parlamento quando si è votato? Lo avrebbe potuto fare se non fosse un recordman degli assenteisti». Per An, che domani incontrerà il ministro Napolitano proprio per discutere sull'immigrazione, «quella di Di Pietro è la solita polpetta demagogica». Il leghista Mario Borghezio rincara la dose: «L'ex pm predica bene ma sono solo parole al vento, dove era quando l'Ulivo approvò la legge?». «Ci chiediamo - conclude Ernesto Caccavale di Forza Italia - come l'Ulivo pos¬ sa accettare un Antonio Di Pietro che calpesta i diritti umani». Nelle loro repliche opposizione e maggioranza hanno però fatto attenzione ad evitare di addentrarsi sul terreno del caso-Craxi. Lasciando a Giannino Guiso, avvocato dell'ex segretario del Psi, la palma dell'unica protesta per l'«idea pazzesca» di un embargo alla Tunisia per ottenere l'estradizione dell'esule ad Hammamet. Maurizio Molinai-i Il senatore Antonio Di Pietro dà un giudizio negativo alla legge sull'immigrazione considerandola «troppo permissiva» con i clandestini
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