LA FORZA DEL RE di Gabriele Romagnoli

LA FORZA DEL RE LA FORZA DEL RE native. Una bizzarra inchiesta, che né il diritto né la logica possono spiegare in modo convincente, partita per scoprire crimini del Presidente (corruzione prima, molestie sessuali poi) è approdata a svelare le (peraltro già note) debolezze dell'uomo. Di fronte ad accuse che gli apparivano (ed erano) improprie, Clinton ha reagito in modo altrettanto improprio, lo stesso a cui ha conformato la propria condotta da sempre: negando, riparandosi dietro i cavilli linguistici, chiamando in soccorso la moglie, puntando sulla simpatia che sa suscitare. E, ciò che più lo aiuta, non sentendosi colpevole. Perché questa è la caratteristica saliente dell'uomo: un personaggio dalla coscienza mobile, capace di perdonarsi tutto prima che lo facciano gli altri e, forte dell'auto-assoluzione, presentarsi al loro giudizio sinceramente convinto della propria innocenza, al punto da sentirsi vittima di un'ingiustizia. L'uomo ha fatto della propria duplicità una dote e non stupisce che abbia regalato a Monica Lewinsky (e non solo a lei) «Foglie d'erba» del poeta Walt Whitman, dove è presumibile abbia sottolineato il verso «Mi contraddico? Benissimo, mi contraddico (io sono grande e in me abitano moltitudini)». Da ieri, per la prima volta, Clinton ha dovuto ridurre le sue moltitudini a un solo esemplare. Ha dovuto cancellare una bugia con la spugna della verità e si è restituito, lui stesso, vero al suo popolo. Per mesi, da quando con il dito ammonitore l'aveva guardata negando l'evidenza, l'America aveva pensato, come una moglie tradita, di aver ascoltato una bugia, ma di poter continuare a vivere con il proprio Presidente. Ora che la menzogna è svelata e l'ipocrisia dissolta, deve decidere se può accettare ancora quest'uomo. Alla fine, sarà una questione politica e di consenso. Giacché, legalmente, il fatto che Monica Lewinsky abbia negato di essere stata indotta a mentire, cancella l'ipotesi di reato più grave, l'ostacolo alla giustizia, che avrebbe portato all'impeachment. Resta una questione tra Clinton e la sua gente, che da oggi gli dirà, con i sondaggi, se ha saputo essere una moglie comprensiva quanto Hillary. Paradossalmente, l'eventualità più utile per riconsegnarlo alla storia con la perduta grandezza sarebbe un'ondata di disprezzo popolare che portasse alle dimissioni e una successiva (non improbabile) crisi socio-economica che lo facesse rimpiangere, consegnandogli l'aureola del martire e il perenne status di fautore della prosperità smarrita. Ma proprio l'idea di rischiare il proprio benessere dovrebbe indurre l'America a comportarsi diversamente, accettando l'uomo pur di tenersi il Presidente. Con un ultimo, faticoso e goffo, giro di valzer, Bill Clinton ha probabilmente salvato la poltrona e si è dannato l'anima, non perché abbia «fatto sesso con quella donna, la signorina Lewinsky», o abbia mentito, ma perché non ha saputo tenere i propri vizi al riparo delle proprie virtù, che è, in definitiva, quel che designa (o contrabbanda) i Grandi Uomini. Gabriele Romagnoli

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Del Re, Grandi Uomini, Lewinsky, Monica Lewinsky, Walt Whitman

Luoghi citati: America