Bonn teme il «contagio» di Emanuele Novazio

Bonn teme il «contagio» DALL'ASIA ALLA RUSSIA Bonn teme il «contagio» Waigel Eltsin onori ipatti con l'Fmi BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La crisi del rublo non scuote la Borsa di Francoforte, che dopo una partenza difficile chiude in recupero rispetto a venerdì. E se il Cancelliere Kohl manifesta «preoccupazione» per gli sviluppi che la svalutazione della moneta russa potrebbe avere in Europa e in Germania, chiarisce tuttavia che «questa preoccupazione significa: può esserci rimedio a tutto». Del resto, insiste Kohl, «la crisi in Asia ha mostrato che, anche prima dell'avvio dell'Euro, l'Unione monetaria ha svolto un importante ruolo stabilizzante». Da Bonn arriva tuttavia un forte monito a Eltsin affinché il controllo sul flusso dei capitali sia «soltanto temporaneo»: «La liberalizzazione dei capitali non deve essere assolutamente messa in discussione», avverte il ministro delle Finanze Theo Waigel. «A soffrirne sarebbe soprattutto la Russia». Il governo tedesco, che segue la crisi «in stretto contatto con i partner del G7 e con il Fondo monetario internazionale», si aspetta inoltre «concrete spiegazioni sulla moratoria dei pagamenti proclamata unilateralmente», aggiunge il ministro, invitando governo e parlamento russi a «dar seguito alle riforme indispensabili per risanare le finanze pubbliche», e richiamando tutti i Paesi a manifestare «una particolare responsabilità nelle scelte di politica economica», di fronte al cumulo della crisi russa e di quella asiatica. In questa situazione è naturalmente «molto importante rafforzare le istituzioni internazionali», conclude Waigel con un implicito appello al governo di Washington. Al di là della diplomatica cautela di Helmut Kohl, dunque, le parole di Waigel confermano la forte preoccupazione provocata dalla moratoria decisa da Mosca nel pagamento dei debiti contratti con i Paesi occidentali: «Per noi è molto importante che Mosca faccia di tutto per garan- tire la propria credibilità di creditore», sottolinea il ministro. Bonn, da questo punto di vista, è particolarmente esposta: il governo per oltre 74 mila miliardi di lire, le banche per oltre 56 mila miliardi. A Bonn non si nasconde del resto lo scetticismo sul valore delle misure prese ieri dal Cremlino: «La svalutazione del rublo potrà forse avere un valore interno, ma resterà problematica dal punto di vista delle relazioni internazionali», sostiene il ministro dell'Economia Guenter Rexrodt. «La svalutazione complica infatti la situazione economica del Paese nei confronti dell'estero, dal momento che il debito con l'estero va pagato in valuta straniera». Anche per questo, secondo Rexrodt, «l'effetto generale delle decisioni di Mosca non può ancora essere valutato fino in fondo». Preoccupazione anche fra gli analisti. «La crisi in Russia può dilagare nei Paesi vicini e coin¬ volgere altre monete», teme il presidente dell'Istituto per l'economia internazionale «IWI» di Berlino, Peter Hoffmann, secondo il quale la decisione di «aprire il corridoio del rublo» porterà quanto prima a una vera e propria svalutazione: «Un rublo più debole sarebbe veleno per la moneta ucraina, ma anche sullo yuan cinese, già sotto assedio, potrebbe aumentare enormemente la pressione». Con quali conseguenze per l'economia tedesca? Secondo Rexrodt, la crisi non lascerà tracce importanti, e la crescita del pil non ne risentirà. Anche secondo il professor Juergen Konrad della «Deutsche Bank Research» gli effetti diretti saranno scarsi: «A risentirne potrebbe essere chi produce ed esporta sul mercato russo beni di consumo, dagli alimentari ai televisori. Non chi esporta grandi macchinari, che non sono prodotti in loco e continueranno ad essere importati». Ma restano motivi di allarme: «Con la Russia è finito in ginocchio un altro Paese considerato finora un mercato in forte crescita», sottolinea il capo economista della «Landesbank WestLB», Ulrich Hombrecher. «E la concomitanza con la crisi in Asia aumenta i rischi, in una economia globale già molto labile». Emanuele Novazio A fianco il ministro delle Finanze della Germania Theo Waigel e nella foto sopra dei russi in coda allo sportello di un cambio di valuta