Sprint a Wall Street di U. B.
Sprint a Wall Street Sprint a Wall Street E Piazza Affari fa +0,73% Ma in Asia c'è incertezza MILANO. L'orso russo? Spaventa ma non troppo. La crisi asiatica? Nessuno si fa illusioni, ma l'Europa e Wall Street hanno già pagato prima di Ferragosto un pedaggio pesante ai mali di Tokyo. La discesa, almeno per ora, si è arrestata «anche perché - commenta Ernesto Paolillo, direttore generale della Popolare di Milano - la liquidità è parcheggiata a breve in attesa di settembre». Chi doveva vendere, insomma, l'ha già fatto. Oggi tutti gli operatori, da Milano alla City, a Wall Street, sembrano attrezzati per sostenere nuove bufere. E, nel frattempo, cogliere le buone occasioni sui listini. Può essere questa la spiegazione di un avvio di settimana che, sull'onda delle pesanti perdite di Tokyo (-2,50 per cento) e delle notizie drammatiche in arrivo da Mosca (dove la Borsa segnerà, in chiusura, una discesa del 4,85 per cento dopo una sospensione di 45 minuti), prometteva sfracelli e che, al contrario, si è tinto di rosa con il passare delle ore. Grazie a Wall Street, soprattutto, dove il Toro, come da tradizione, si è messo a scalpitare a sorpresa. Dopo un avvio negativo, infatti, la Borsa Usa si è messa a marciare a ritmi da primato, macinando rialzi oltre i 100 punti, a mano a mano che si dipanava la storica deposizione del presidente Clinton (ha chiuso con un + 1,78%, a quota 8574,85). Chi si aspettava un'iniezione di pessimismo dalla Casa Bianca è stato presto smentito da un'ondata impressionante di guadagni sulle principali «blue chips» e, soprattutto, sui titoli high-tech, i più sacrificati nel rimbalzo della settimana scorsa. Una conferma implicita che, nei portafogli dei grandi gestori, la liquidità non manca e che la domanda, a certi prezzi, è pronta a scattare più imponente che mai. E a Milano? Il circuito telematico della Borsa italiana, disertato dai grandi operatori, si è mosso in perfetta sintonia con le altre piazze internazionali. In mattinata, sull'onda della crisi russa, c'è stata una prevalenza delle vendite, anche se, fin dalle prime battute, si sono segnalate notevoli correnti d'acquisto sulla Fiat. Poi, a mano a mano che da Wall Street giungevano segnali di ottimismo, se non di euforia, anche Milano si è messa al passo. E così, nell'ultima ora di contrattazioni, l'indice Mibtel è tornato positivo, chiudendo con un discreto +0,73 per cento: ancora una volta Milano è stata la piazza europea che ha registrato la migliore performance tra i listini europei. Niente male, date le premesse. Il mercato italiano continua a scommettere su alcuni temi, tra cui spicca la grande partita delle telecomunicazioni; esaurita, almeno per ora, la corsa alle Olivetti ( + 0,13 per cento) è la volta della Telecom ( + 3,25 per cento) e della Tini (+1,6) mentre, per restare nell'arena della multimedialità, italiani e stranieri continuano a scommettere sull'ingresso di Mediaset (4,1 per cento) nell'impero Kirch. La voglia di fare affari, insomma, oscura la minaccia in arrivo da Mosca, anche perché il rapporto commerciale con il gigante russo conta ormai solo per il 2 per cento del prodotto interno lordo italiano. La crisi dell'Est dovrebbe, semmai, pesare ben di più sui conti dei colossi tedeschi, ma anche a Francoforte i guai moscoviti non hanno cancellato la voglia di fare buoni affari. E così, nonostante che l'indice abbia chiuso al ribasso (-0,75 per cento), la Deutsche Bank, pur pesantemente esposta sul fronte russo, ha chiuso con un rialzo dell' 1,39, grazie ai possibili vantaggi della sua ristrutturazione e, soprattutto, dall'attesa di una grande acquisizione negli Stati Uniti. [u. b.]
Persone citate: Clinton, Ernesto Paolillo, Kirch
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