Il suo angelo è stata Hilary

Il suo angelo è stata Hilary Il suo angelo è stata Hilary La First Lady ha dato la carica al Presidente ■ ERI mattina, a sorpresa, ■ anche la First Lady si è prem sentata alla riunione con gli avvocati per dare il suo contributo alla strategia difensiva di suo marito. Hillary Clinton aveva passato 48 ore d'inferno, assicuravano fonti della Casa Bianca. Per la prima volta da quando era scoppiato lo scandalo Lewinsky il Presidente l'aveva messa di fronte alla realtà dopo aver negato con tenacia per sette mesi la sua relazione con la stagista. Un momento durissimo, per tutti e due. Ma ieri mattina Hillary lo aveva già superato. O comunque dava quell'impressione. Ed era di nuovo lì, nella «cabina di regia» della Casa Bianca, a dare il suo contributo (è stata lei, tra l'altro, a scegliere Rendali, un suo compagno di università, come legale di fiducia del marito). Domenica sera, alla vigilia del grande confronto con Starr e in piena «confessione» familiare, Clinton, d'accordo con Hillary, aveva chiamato alla Casa Bianca il reverendo Jesse Jackson per avere un po' di conforto spirituale. E ieri mattina, mentre Clinton e Hillary erano chiusi con gli avvocati, il reverendo Jackson era in televisione - il volto imbolsito, gli occhi gonfi dalla stanchezza - a descrivere «l'imbarazzo del Presidente», «la difficoltà del momento», «la forza di Hillary "e l'amore profondo che la unisce a suo marito. Se lui non l'avesse al suo fianco in questo momento i suoi guai sarebbero davvero molto più gravi». L'atmosfera era decisamente inconsueta tra i giornalisti e operatori che bivaccavano sul prato posteriore della Casa Bianca più numerosi del solito. E il cielo grigio, la nebbiolina umida e insolitamente fredda per una giornata di mezz'estate, contribuivano alla stranezza della giornata. Una giornata «weird», ripetevano i giornalisti. Che significa appunto strana, bizzarra, ma anche misteriosa e soprannaturale. Perfino i cronisti più aggressivi si aggiravano più silenziosi del solito, come in deferenza alla solennità del momento - è la prima volta nella storia americana che un Presidente viene interrogato nell'ambito di un'inchiesta penale nei suoi con¬ fronti. Ogni tanto qualcuno spezzava il silenzio con una battutaccia di umorismo nero. «Questa è una giornata dolorosa per tutti», andava ripetendo il portavoce Mike McCurry, rinforzando a suo modo - lui che il mese prossimo lascerà la Casa Bianca dopo essersi consumato facendo da schermo a Clinton - tutto il dramma di una presidenza che sembrava promettere tanto e che invece ieri mattina era arrivata sull'orlo del baratro, avvolta in una luce diafana e vagamente lugubre. Poco lontano dalla sala stam- pa, Erskine Bowles, il capo di gabinetto del Presidente che ha accettato di rimanere alla Casa Bianca per non dare l'impressione di abbandonare il capitano nel momento più difficile, era lì in un corridoio a rincuorare e a galvanizzare una ciurma delusa, disamorata, attonita. «Dobbiamo rimanere uniti in questo momento», esortava Bowles. «E' troppo facile stare con il leader quando tutto va bene per poi mollarlo quando si trova in difficoltà». Fuori, davanti alla cancellata della Casa Bianca, un gruppo di manifestanti urlava slogan anti-Clinton e srotolava striscioni con scritte del tipo «Abbasso lo spergiuro» e «Viva l'impeachment». Un uomo particolarmente agitato si è piantato un cacciavite in gola e mentre il sangue gli colava lungo la gola, ammoniva: «Ricordate l'Iraq... Se volete salvare Clinton, ricordate l'Iraq». Poi lo hanno ammanettato e ricoverato in un ospedale psichiatrico. Alle 12 e 30, mezz'ora prima dell'interrogatorio, la berlina argentata del procuratore Starr è spuntata nel viale della Casa Bianca fermandosi davanti all'entrata del North portico quella dove il Presidente riceve solitamente i capi di Stato. Aiutato dai suoi colleghi, tra cui Jackie Bennett, il feroce procuratore che ha finito per condurre buona parte dell'interroga- Il reverendo Jackson porta conforto spirituale alla coppia «Senza l'amore di lei i suoi guai sarebbero molto più gravi» II protrarsi degli interrogatori blocca la partenza di Bill per Martha's Vineyard Davanti alla residenza un gruppo di dimostranti urlava «Viva l'impeachment» lllilllllìl

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