Al Gore alle Hawaii di Andrea Di Robilant

Al Gore alle Hawaii Al Gore alle Hawaii II vice-presidente rimane in vacanza WASHINGTON. Mentre Bill Clinton affrontava il giorno più lungo della sua presidenza, il suo vice Al Gore si stava rilassando su una spiaggia delle Hawaii. Gore aveva da tempo programmato una vacanza di due settimane nelle Isole Hawaii con tutta la famiglia. «Era venuto qui con la moglie in luna di miele e da tempo voleva portare i figli», ha detto un portavoce. Durante lo scandalo del Sexgate, Gore ha sempre dato generiche affermazioni di sostegno a Clinton. «E' il presidente del Paese, è un mio amico, chiedo a tutti voi di far sentire il vostro sostegno», ha ripetuto spesso nei suoi discorsi. [Ansa] torio a Clinton, Starr ha cominciato a scaricare scatole e scatole piene di note e documenti raccolti nel corso di quattro anni di indagini. Il piccolo corteo di procuratori si è poi recato direttamente nella Sala delle Mappe. Il Presidente li ha raggiunti poco dopo, accompagnato dai suoi due avvocati personali - David Rendali e Nicole Seligman - e l'avvocato della Casa Bianca Charles Ruff. In una stanza attigua all'Ufficio ovale, Emmanuel Rahm, uno dei più stretti collaboratori politici del Presidente, stava già buttando giù una prima bozza del discorso al Paese che il Presidente aveva in mente di fare dopo l'interrogatorio, quasi ad accelerare il capitolo finale di questa storia. «I dettagli li lasceremo a lui, ovviamente. Ma intanto cominciamo a preparare un testo». Al piano superiore, negli appartamenti privati dei Clinton, il maggiordomo presidenziale e i suoi assistenti aiutavano Hillary e Chelsea a preparare le valigie in vista della partenza per Martha's Vineyard questa mattina. Dovevano partire ieri sera per una vacanza agognata più del solito: Clinton, Hillary, Chelsea e il cane, Buddy. Due settimane per stare finalmente insieme, lontani - si fa per dire da cronisti e flash. Ma ieri, a mano a mano che l'interrogatorio nella Sala rielle Mappe si allungava, la prospettiva di una rapida fuga nella loro isola preferita si è dissipata. Anche perché, dopo tutto quello che è successo nelle ultime 48 ore, non era più pensabile di fuggire dalla capitale prima di confrontarsi direttamente con l'opinione pubblica con un breve discorso in diretta dalla Casa Bianca. «Bisogna dare una spiegazione agli americani», hanno continuato a ripetere Rahm Emmanuel e gli altri consiglieri politici per tutta la giornata. Non dall'Ufficio ovale - luogo ormai dissacrato - ma dalla sala ormai multiuso «delle Mappe». Andrea di Robilant Per Bill Clinton ieri la giornata più difficile della sua presidenza A sinistra Monica Lewinsk/ sopra il reverendo Jesse Jackson chiamato ieri alla Casa Bianca

Luoghi citati: Hawaii, Washington