Utilissimo ma mortifero

Utilissimo ma mortifero IL CASO AMIANTO Utilissimo ma mortifero Nonostante tutto aumentano le patologie AMIANTO, caso veramente unico nel suo genere, quasi incredibile. Press'a poco da un secolo si conosce la patogenicità di questo minerale, se ne parla e se ne scrive con frequenza, si chiudono al pubblico sale considerate pericolose (anche Torino ne sa qualcosa), l'igiene del lavoro è sempre vigilante, ciò nondimeno la patologia causata dalla penetrazione della polvere di amianto nelle vie respiratorie continua ad aumentare di frequenza nei Paesi industrializzati. La polvere è costituita non da particelle sferiche come accade in altre polveri minerali ma da fibre, le quali per ragioni aerodinamiche possono penetrare nelle vie aeree più profonde. La patologia consiste anzitutto nella cosiddetta asbestosi (l'asbesto è una varietà di amianto, ma questo termine viene usato come sinonimo di amianto), ossia lesione dei polmoni, la fibrosi, proliferazione di tessuto fibroso che progressivamente sostituisce il tessuto normale. Ne derivano affanno di respiro, tosse, espettorazione, ma soltanto dopo una dozzina di anni dall'inizio dell'esposizione. Altra forma patologica è quella tumorale: il potere cancerogeno delle fibre di amianto per i polmoni e la pleura, sospettato fino dal 1935 (vedi l'articolo di K. M. Lynch in American Journal Cancer) e confermato dopo una ventina di anni, è stato sperimentalmente dimostrato a partire dal 1970, con la precisazione dell'importanza della dimensione delle fibre, le più lunghe e più fini essendo maggiormente cancerogene (vedi l'articolo di M. F. Stanton in Journal Cancer Inst., 1981). Il tumore pol- monare da amianto non ha caratteristiche che lo distinguano da quello di altra origine, per esempio da tabacco. Il tumore pleurico è un mesotelioma, ossia derivante dalle cellule di rivestimento della pleura. Il tumore polmonare in genere compare dopo una ventina di anni, quello pleurico addirittura dopo una quarantina. L'amianto agisce anche potenziando l'azione cancerogena del benzopirene del fumo di tabacco: è stato dimostrato che un fumatore esposto all'amianto ha un rischio di tumo¬ re polmonare 9 volte superiore a quello d'un fumatore non esposto, e di ben 90 volte superiore a quello d'un soggetto non fumatore e non esposto. Si tratta essenzialmente d'una patologia professionale, tuttavia non si può escludere che anche una debole esposizione ripetuta sia dannosa. L'incidenza del mesotelioma pleurico in una popolazione non esposta all'amianto è valutabile in un caso per milione di abitanti, l'esposizione all'amianto fa salire l'incidenza a circa 15 casi per milione. Si sono fatti importanti pro¬ gressi nei mezzi di diagnosi e di controllo di questa patologia. In alternativa agli esami radiologici tradizionali, talora non abbastanza sensibili, si può ricorrere alla cosiddetta tomodensitometria toracica oppure all'ecografia toracica. Può essere anche opportuna l'analisi mineralogica di campioni biologici (espettorazione, liquido di lavaggio bronchiale, biopsie di tessuto polmonare) per valutare l'accumulo delle fibre di amianto nei polmoni. L'uso dell'amianto dovrebbe essere abolito ma, posse¬ dendo caratteristiche vantaggiose per molti settori industriali, vi sono non pochi problemi per la sua sostituzione. Si reputa che siano tremila le sue utilizzazioni di vario genere, cosicché un sempre maggior numero di categorie professionali ha occasione di rapporti con materiale contenente amianto. Purtroppo il larghissimo impiego l'in qui fatto tenderà a mantenere a lungo l'attuale contaminazione dei più svariati ambienti, in ambito professionale e non. Ulrico di Aichelburg In alto l'immensa cava di amianto di Balangero (la più grande d'Europa) chiusa nel '90. Qui sopra fibre ingrandite del minerale

Persone citate: Lynch, Stanton, Ulrico Di Aichelburg

Luoghi citati: Balangero, Europa, Torino