Un'oasi tutt'altro che protetta

Un'oasi tutt'altro che protetta VENDICARI Un'oasi tutt'altro che protetta VOLETE documentarvi su aironi cenerini, bianche spatole, garzette, cicogne, aenicotteri, piccoli trampokeri affascinanti quanto gambecchi, fratini, piovanelli, pettegole, pantane e tanti altri? Non è necessario viaggiare in luoghi esotici: stanno qui, in Sicilia. Per oltre 200 specie di uccelli, l'oasi di Vendicali, vicino a Siracusa, è tappa, asilo e ristoro, nei lunghi viaggi delle migrazioni: da fine agosto a tutto l'autunno verso l'Africa dal Nord Europa, percorso inverno in primavera. Questi otto chilometri lungo la costa da Noto a Pachino sono una delle zone umide di maggiore rilievo europeo, riconosciuta di importanza internazionale in base alla Convenzione di Ramsar ( 1971 ), dichiarata riserva naturale dalla regione siciliana nel 1984. Un'area ricca di richiami antichi: dai Fenici (che vi stabilirono un attracco) agli arabi (dalla cui lingua ha radice il nome dell'oasi), ai greci, ai romani, fino al nostro rinascimento (la Torre Sveva, eretta nel 1400). Di fianco a germani reali, cavalieri d'Italia - fra i pochi uccelli che si fermano a nidificare anatre, folaghe, gabbiani anche molto rari,, cormorani, sterne, falchi di palude e falchi pescatori, cicogne, allocchi, civette, pettirossi, cornacchie, ghiandaie e tanti altri uccelli, ci sono volpi, ricci, istrici, lepri, donnole, martore, ghiri, conigli selvatici. E anfibi, rettili (come il Biacco, detto Milord per l'elegante linea in nero, e il Colubro leopardino, ritenuto il più bel serpente europeo), pesci. Della tradizionale lavorazione ittica, sono rimasti ruderi di un'antica tonnara e resti archeologici di epoca ellenistica: ricoperte da sterpaglie, grandi vasche per la salagione del pescato e la macerazione degli scarti di tonno. Di particolare interesse scientifico gli invertebrati, che a Vendicali sono esemplari degli adattamenti biologici ed etologici messi in atto dall'evoluzione come risposta alle difficili condizioni ambientali delle zone costiere. Una fauna straordinaria che vive in un lembo di natura tutt'altro che incontaminata, ma umiliata da cartacce e rifuti: un degrado dovuto sia all'incuria e all'insufficienza di mezzi, sia all'inciviltà dei visitatori. Di un «piano per l'utilizzazione» dell'oasi si parla dal 1987. Allora, gli ecologisti lo definivano primo passo «urgente» per l'avvio di uno «sviluppo sostenibile». La flora comprende decine di specie, come Finocchio di mare, Lentisco, canna, giunco e Palma nana (presenti soprattutto nei tre pantani: Grande, Roveto e Piccolo), salicornia (che per l'alto grado di salinità veniva masticata dai legionari romani per reintegrare i sali minerali), oleastro, ginestra, mirto, Spazzaforno, Mandragora, Giaggiolo bulboso, ginepro coccolone. Questo è frequente nelle dune consolidate, come ce ne sono a Vendicali: stanno alle spalle dei tanti gruppi che quotidianamente si tuffano nonostante il divieto di balneazione, in un tratto di mare vietato ai motoscafi e da essi quotidianamente solcato. Ornella Rota

Persone citate: Finocchio, Ornella Rota, Piccolo, Torre Sveva

Luoghi citati: Africa, Italia, Nord Europa, Noto, Pachino, Sicilia, Siracusa