Il perché piace tanto la pelle nera

Il perché piace tanto la pelle nera ETOLOGIA Il perché piace tanto la pelle nera MARE, sole, sabbia e ore piccole hanno effetti, non solo sul nostro organismo, ma anche sulla psiche. Il sole fa bene! E non solo per l'osteoporosi o per le malattie della pelle: mette di buon umore e rende più cordiali e aperti! Tant'è vero che la depressione è un fenomeno più tipicamente invernale. Perché una persona abbronzata appare più attraente e sessualmente stimolante? Ecco che viene in aiuto l'etologia, la scienza che studia il comportamento animale: nei mammiferi le cellule che corrispondono ai melanociti umani producono, nel periodo della riproduzione, l'ormone melanoforo; questo a sua volta determina un cambiamento nel colore del pelo, segnalando la disponibilità all'accoppiamento. Nell'uomo le regioni a più densa concentrazione di melanociti sono le cosiddette «zone erogene», cioè le parti dell'epidermide più sensibili alla stimolazione erotica. Fatto curioso? Forse, ma questo addensamento spiegherebbe il collegamento tra sesso e colorito della pelle; negli esseri umani, in altre parole, esisterebbe una sorta di memoria genetica del significato del pigmentarsi della pelle c ciò li porterebbe a trovare più eccitante un corpo abbronzato, perché nel suo inconscio è collegata al sesso e vuol dire «pronto a riprodursi». La nostra sessualità è eccitata in modo più intenso d'estate e al mare per altri due importanti motivi: primo, i corpi seminudi, con l'esibizione di seni e natiche, gambe e spalle, stimola la nostra immaginazione erotica. Per altro, indagini condotte nelle discoteche hanno dato prova di un collegamento tra il periodo di maggiore fecondità e la tendenza a scoprirsi: le donne, in sostanza, vestono, senza rendersene conto, abiti più succhiti, gonne più corte o scollature più ampie al momento dell'ovulazione; mentre la tendenza ò notevolmente ridimensionata nel periodo non fertile. Esporre quindi una quantità di pelle maggiore, stuzzicherebbe i nostri appetiti sessuali, perché segnalerebbe quello che nel codice animale è la disponibilità all'accoppiamento. Con il caldo sudiamo di più: questo sarebbe un'altra causa che d'estate ci rende più inclini all'eccitazione: la sudorazione accresce la dispersione delle molecole odorose nell'aria e il fatto di essere poco vestiti non ne altera le fragranze: in particolare, possiamo captare meglio le «fragranze» degli acidi grassi emanati dalle regioni genitali e da altre zone del corpo; d'altra parte, non serve essere psicologi per sapere che l'odore delle persone può dimostrarsi un potente afrodisiaco. Inoltre, queste sostanze, in modo subliminale, cioè senza la nostra consapevolezza, stimolano un organo, detto vomero-nasale, che si trova alla base del setto del naso, inviando un segnale direttamente all'ipotalamo, ima struttura del cervello preposta tra l'altro all'elaborazione delle reazioni sessuali. 1 processi dell'ipotalamo, per altro, potrebbero essere influenzati anche dalla semplice luce del sole. E' quanto afferma lo scienziato Hai Hellman: esaminando il modo in cui il nostro cervello regola il ritmo vegliasonno, questo studioso ha constatato come nei mammiferi, uomo compreso, l'esposizione alla luce riduca la produzione di melatonina da parte di una glùandola posta alla base dell'encefalo, chiamata epifisi. La melatonina induce il sonno e, negli animali, la sua somministrazione inibisce l'ovulazione; che anche nell'essere umano si abbiano delle modificazioni ormonali è tutto da verificare, ma è provato che nella nostra specie l'epifisi riceve l'informazione sulla quantità di luce per mezzo di un percorso nervoso che, partendo dall'occhio, attraversa guarda caso l'ipotalamo. Anche l'abitudine a fare le ore piccole può incentivare gli approcci con l'altro sesso; l'uomo ha ereditato dalla sua provenienza dalla savana africana un ritmo che lo porta ad avere due picchi di attività: uno, il più intenso, in tarda mattinata; l'altro, più blando, verso il calar del sole. Tuttavia, in chi prolunga la giornata dopo le 22-23, si genera spesso un'ultima fase di attività intensa: le interazioni di questa fase hanno un carattere emotivo, spesso erotico e a volte aggressivo. Marco Pacori

Persone citate: Hellman, Marco Pacori