COVACICH: ANOMALA E' L'APPARENZA di Sergio Pent

COVACICH: ANOMALA E' L'APPARENZA COVACICH: ANOMALA E' L'APPARENZA ANOMALIE UH V N inizio»: alla periferia di una città Mauro Covacich 1 della ex Jugoslavia alcuni ragazzi Mondadori attraversano il disagio, la paura e le pp. 197 I rovine per trovarsi riuniti a im- L. 24.000 prowisare una partitella di basket. L'istinto alla vita dei giovani sfida anche le regole imposte dai conflitti più assurdi. Si può credere, dunque, ad un messaggio di redenzione morale. Invece no. Una spaventosa deflagrazione e di alcuni di essi rimangono solo brandelli di carne. Una delle ragazze - Mariana - è presumibilmente la stessa che nel racconto finale incoraggia il suo giovane amico a spararle, eliminandola da una vita che non potrà più percorrere con le proprie gambe, devastate dall'esplosione. Il cerchio di dolore si chiude. «Notte»: una telefonata, e una donna corre al capezzale del suo uomo appena spirato. A chiamarla è stata la figlia del defunto, che per anni ha ostacolato la relazione tra il padre e la nuova compagna. La morte di lui le riunisce in un rito di pulitura e di vestizione del corpo che non lascia nulla all'immaginazione, se per caso qualcuno avesse in mente la morte come silenzio, pace e compostezza. Qui si respira davvero ogni fiato impuro che un corpo emette prima di essere preparato per l'ultimo viaggio. Da soffocarne di genuino, umano terrore. Salvo il fatto che alla fine del rito le donne riposano insieme abbracciate, unite nel ricordo. «Senza piombo»: un africano in cerca di speranza nel ricco NordEst italico si trova per caso sulla rotta notturna di quattro ragazzibene di provincia, di quelli che a vent'anni ereditano già le azienducole paterne e viaggiano 9u fuoriserie da sballo scherzando col nuovo modello di cellulare in radica. Una furia bestiale si scatena nei confronti dello straniero venuto a «sporcare» le strade della loro sana e pulita - in senso etnico-hitlerianleghista - provincia. La domenica, poi, ci si ritrova tutti a messa. «Ciechi»: per amore di una sua allieva un insegnante può davvero far di tutto, alla faccia del presunto disimpegno del corpo docente; questo, considerando che la ragazza è cieca, giunge al punto da rendersi uguale a lei, e in maniera piuttosto disgustosa. Ma nel cammino incontriamo ancora insegnanti di sostegno alle prese con le esuberanze sessuali di allievi ebefrenici, lavoratori portuali che arrotondano col contrabbando costretti a devastanti punizioni, una coppia di gemelli siamesi che cresce e lotta per vivere nonostante un feroce odio reciproco, e via anomalizzando. Poiché se di anomalie si discetta, Covacich è di quelli che lo fanno senza un filo di pietà. Si può azzardare l'etichetta di una cattiveria sconfinata - nessuno osi menzionare i cannibali - ma noi preferiamo vedere le tracce di un crudo realismo che nulla concede alla finzione letteraria. Le singolari esistenze di cui si occupa l'autore sono colte in momenti particolari, ma tutto ciò che accade - questo il pregio del suo stile - risulta davvero credibile, poiché è così che tutto succede. Questo gusto un po' cimiteriale di dipingere la realtà è tipico di Covacich, già emergeva ampiamente nel romanzo Mal d'autobus. Qui il campionario si presenta ancor più variegato, ma è come se l'autore ci mettesse in guardia da noi stessi, perché siamo circondati - tutti quanti - da anomalie, devianze, insidie costanti. L'assurdo è che, in mezzo a queste devastazioni, la vita continua in modo apparentemente normale, come se mai nulla di tragico accadesse. La ricerca della normalità è forse il lato più illogico del teatrino di bestialità da manuale offerto da Covacich: siamo caduti in un mondo dove l'apparenza risulta il fine ultimo della sopravvivenza. Certo è che si esce piuttosto esauriti da questa lettura, peraltro accattivante: ci auguriamo che nella realtà quotidiana all'autore sfugga qualche sano sorrisetto liberatorio, altrimenti vivergli accanto è come esser sposati a un impresario di pompe funebri che non smette mai la divisa di servizio. Sergio Pent ANOMALIE Mauro Covacich Mondadori pp. 197 L. 24.000

Persone citate: Covacich, Mauro Covacich

Luoghi citati: Jugoslavia