Malpensa, parte il grande match di Ugo Bertone

Malpensa, parte il grande match L'Italia e l'Ue cercano un compromesso. Ma otto compagnie straniere premono l il d h Malpensa, parte il grande match Oggi arriva da Bruxelles un primo no tecnico MILANO. Il più ottimista è il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi. «Chiedo scusa ai passeggeri - dice rivolto a chi ha subito disagi a Linate, scalo supercongestionato a Ferragosto - ma quella che viviamo è, per fortuna, l'ultima terribile stagione. Già per Sant'Ambrogio e per Natale i passeggeri scopriranno quanto sia diverso, più comodo e meno stressante volare dalla nuova Malpensa». Bruxelles permettendo, però. Perché oggi, a Palais Borschette, comincia il primo «processo» a Malpensa 2000. Gli esperti del comitato consultivo degli Stati membri dell'Unione Europea dovranno decidere se promuovere o meno il «decreto Burlando», quello, contestato da otto compagnie aeree internazionali, che fìssa il trasferimento da Linate a Malpensa dal prossimo 25 ottobre di tutti i voli, con l'eccezione della navetta Milano-Roma. E l'esito di questo primo processo «tecnico» (per l'Italia ci sarà un membro della Rappresentanza permanente presso l'Unione Europea) sembra scontato: il Comitato, salvo sorprese, boccerà il provvedimento deciso dal ministro dei Trasporti più di un anno fa. La decisione, per la verità, avrà un impatto più psicologico e politico che concreto. I verdetti del Comitato hanno un mero valore consultivo, ma daranno comunque conforto alle tesi di Neil Kinnock, che ha già redatto, in una ventina di pagine, le motivazioni del suo no al decreto Burlando, in vista della riunione del 9 settembre, quando a pronunciarsi sarà la Commissione Europea. E, salvo che non si trovi una soluzione nelle prossime settimane, allora la bocciatura peserà per davvero. Ma finirà davvero così? Dallo staff di Kinnock continuano, per la verità, inviti all'Italia perché avanzi proposte che evitino il braccio di ferro. Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, chiede al governo di fare il pruno passo. Bonomi è, in cuor suo, convinto che alla fine il grande scontro sarà evitato. Ma perché l'Ue è intenzionata a dare retta alle proteste delle compagnie aeree rivali di Alitalia? Tutto si può spiegare con una paroletta inglese, «hub», ovvero, come spiegano i dizionari, il «mozzo della ruota, centro, fulcro». Nel gergo dell'avia¬ zione uno «hub» è uno scalo internazionale attorno a cui ruotano altri scali minori. Di qui partono i grandi collegamenti, qui hanno coincidenze tutte le rotte locali. Finora l'Italia disponeva, però, di un solo hub, Fiumicino; una situazione paradossale, dato che il 70% circa dei passeggeri dei voli italiani risiede a Nord di Firenze, con la conseguenza di proiettare fiumi di viaggiatori verso gli scali (e le compagnie) del Nord Europa. L'apertura di Malpensa 2000 dovrebbe rimediare a questo handicap per il trasporto aereo italiano, ma, complici ritardi e battute d'arresto nelle infrastrutture, lo scalo rischia di aprire in ritardo o, comunque, di partire dimezzato. Il decreto Burlando, accusano le compagnie, favorisce in maniera sfacciata l'Alitalia. Un passeggero del Nord Italia è spinto, si dice, a prendere la navetta MilanoRoma da Linate (raggiungibile in taxi o in pullman in un quarto d'ora dal centro di Milano) e di lì volare verso le proprie mete all'estero piuttosto che rischiare più di un'ora in auto o taxi per arrivare a Malpensa. La ferrovia e le nuove strade? Arriveranno, come promette Burlando, ma «almeno fino al dicembre del 2000 - recita il rapporto Kinnock - non saranno compatibili con il traffico previsto», ovvero quasi 12 milioni di passeggeri. E' proprio sul numero dei passeggeri che si può trovare il compromesso. Al ministero dei Trasporti si lavora sull'ipotesi che a Linate possa restare una parte (400 mila passeggeri) del traffico con Londra, Parigi, Francoforte, Madrid e Bruxelles. Un provvedimento temporaneo, valido un anno. Ma con una limitazione: non saranno consentiti i collegamenti in transito con altre mete. Sì, base Linate, al Milano-Londra, insomma, no al Milano-LondraNew York. «Ma questi vincoli replica Osvaldo Gammino, portavoce delle compagnie straniere - non sono accettabili». La trattativa c'è, ma non è facile. Ugo Bertone Il presidente della Sea però è ottimista «Quella che viviamo è l'ultima terribile stagione»

Persone citate: Bonomi, Burlando, Giuseppe Bonomi, Kinnock, Neil Kinnock, Osvaldo Gammino, Roberto Formigoni