«Forse spinto o uccidersi»

«Forse spinto o uccidersi» «Forse spinto o uccidersi» /pm indagano sull'entourage di Lombardini ROMA. Qualcuno avrebbe spinto Luigi Lombardini al gesto estremo di uccidersi. In termini giuridici si chiama «induzione al suicidio». Un reato grave, prossimo all'omicidio. La procura di Palermo ha aperto un fascicolo d'indagine contro* ignoti per questo reato. Il pool di magistrati guidati da Giancarlo Caselli, insomma, ritiene che effettivamente quel suicidio sia stato indotto. Ma non da loro pm palermitani in trasferta a Cagliari, come certi nemici della procura sostengono. No, qualcun altro indusse Lombardini a impugnare la pistola contro di sé. Qualcuno che lui frequentava a Cagliari e che sapeva bene in quale stato di fragilità psicologica si trovas- L'inchiesta palermitana sta prendendo decisamente la strada dell'entourage di Lombardini. Troppo evidenti appaiono i suoi «interessamenti» ai sequestri di persona negli ultimi anni. Assolutamente fuori dalle regole, il giudice avrebbe svolto sue indagini su almeno sette o otto rapimenti. Non solo. Negli appunti rinvenuti e seqeustrato, c'è un accenno al riscatto di Miria Furlanetto dove è riportata anche l'entità del riscatto (tre miliardi) e la suddivisione tra i componenti della banda. Segno che Lombardini interveniva anche nelle mediazioni con i sequestratori? Oppure che nel corso delle sue indagini veniva a conoscenza di particolari del tutto inediti agli altri? Non solo nei sequestri di persona, però, il giudice Lombardini interveniva. E' agli atti anche il caso di una «trappola» ai danni di un dirigente della società mineraria Alumix di Portovesme (Cagliari). Sarebbe stato proprio Lombardini a convincere il sindacalista-ecologista Angelo Creinone, che oggi è consigliere federale dei Verdi, di fingersi corruttibile. Per incastrare il direttore, che voleva tacitare le proteste a suon di milioni, Cremone finse di accettare una mazzetta da dieci milioni. Salvo poi dare tutto in beneficenza e denunciare il dirigente. Un'operazione assolutamente scorretta, da 007, che poi Cremone raccontò al pm Paolo De Angelis. Il quale inviò un rapporto ai superiori e al Csm. Di qui un procedimento contro Lombardini. Quest'ultimo ebbe una rabbiosa reazione contro De Angelis nei garage del palazzo di giustizia. Altro rapporto al Csm, altro procedimento contro Lombardini. L'interventismo di Lombardini era però talmente di dominio pubblico, che il suo nome finì fatalmente anche in un rapporto di polizia a proposito di certe fughe di notizie. Dato che era andata a monte un'indagine, un agente scrisse un rapporto e indicò in Lombardini l'autore della fuga di notizie. Il procuratore, saputolo, si scagliò al telefono contro il poliziotto. Questi chiese il trasferimento. Ma oggi quell'episodio, dalla procura di Palermo è classificato come «tentato inquinamento probatorio» ed è un ennesimo elemento affidato alla valutazione del Csm. [fra. gri.] I magistrati di Palermo: chi lo ha indotto a spararsi conosceva quanto fosse debole psicologicamente Il procuratore Caselli indaga sulla vicenda Lombardini se. L'inchiesta insomma procede. Oggi sbarcherà a Cagliari, su delega della procura di Palermo, una squadra di agenti e di periti. Sono alla ricerca di un computer portatile, quello personale di Lombardini, dove il magistrato suicida potrebbe aver inserito i suoi diari, e che finora non è stato trovato. La nuova indagine, però, non trascurerà le utenze telefoniche in qualche modo riferibili al seqeustro ' di Silvia Melis.

Luoghi citati: Cagliari, Palermo, Roma