La carta segreta di Bill «Niente ansia, nervi saldi»

La carta segreta di Bill «Niente ansia, nervi saldi» La carta segreta di Bill «Niente ansia, nervi saldi» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli avvocati del Presidente Clinton erano ansiosi di vederlo, di chiudersi in una stanza con lui per prepararlo al difficile confronto di oggi con il procuratore Kenneth Starr. Era venerdì sera, mancavano tre giorni all'interrogatorio e il tempo a disposizione cominciava a essere maledettamente scarso. Ma il Presidente era nei suoi appaiamenti privati, giocava a carte con alcuni amici «hearts», il suo gioco preferito - e fece sapere agli avvocati che non voleva essere disturbato. Bill Clinton ha un modo tutto suo per trovare la pace interiore che gli è necessaria prima delle grandi battaglie. E soprattutto rifiuta che altri lo trascinino in un vortice ansiogeno di super-attività. Ha bisogno di trovare il suo ritmo, la giusta andatura, anche se i suoi modi suscitano la preoccupazione e talvolta anche lo sbigottimento dei suoi collaboratori. Dopo aver trascorso la serata a giocare a carte Clinton è andato a letto tranquillo, e sabato mattina - l'altro ieri - ha convocato i suoi avvocati alla Casa Bianca per una sessione preparatoria di oltre cinque ore. Certo, ha interrotto la riunione due volte: la prima per andare a fare un po' di jogging, la seconda per giocare con il cane Buddy. Ma gli avvocati erano comunque sollevati: avevano la piena attenzione del loro cliente. E quando finalmente ci si mette, Clinton dà il meglio di sé. E' sempre stato così, sin dai tempi in cui era studente alla Georgetown University prima, poi alla prestigiosa Yale Law School. Svogliato e apparente¬ mente distratto durante il corso, al momento degli esami primeggiava sempre. Dice David Maraniss, autore di una biografia di Clinton intitolata appunto «Primo della .classe»: «E' nella sua natura pensare alle difficoltà che ha di fronte come ad una serie di esami di fine corso. Molti diventano ansiosi e perdono la loro concentrazione; la reazione di Clinton è esattamente opposta». Maraniss racconta che quando era a Georgetown Clinton studiava le personalità dei suoi professori, i loro gusti, le loro inclinazioni. Li lusingava, li seduceva al punto che era in grado di capire che cosa gli avrebbero chiesto all'esame. «A Yale non andava ai corsi, prendeva in prestito gli appunti di qualche amico per un'infarinatura dell'ultim'ora e poi otteneva un risultato migliore dell'amico». Nei momenti più difficili, durante gli «esami» più ardui della sua carriera politica, Clinton ha sempre mostrato una capacità fuori dal comune di tirarsi d'impiccio. Oggi tuttavia, in quella che promette di essere la prova più difficile della sua vita, non avrà di fronte esaminatori benevoli e sensibili alle lusinghe bensì quattro agguerritissimi procuratori guidati dal suo «nemico» Kenneth Starr. [a. d. r.] Tra una sessione di prova e l'altra con lo staff degli avvocati trova il tempo di stare con gli amici e di fare jogging Bill Clinton e la First Lady Hillary In basso, la figlia Chelsea

Luoghi citati: Georgetown Clinton, Washington, Yale