Fu anche rapita da Bruno La mamma: lo vorrei morto

Fu anche rapita da Bruno La mamma: lo vorrei morto IL CALVARIO DI VALERIA. Una relazione da sempre difficile Fu anche rapita da Bruno La mamma: lo vorrei morto La mamma di Valeria è sul portone di casa, alle 10 del mattino. Un abito leggero "a fiori, gli occhi gonfi dal pianto, sta uscendo con la cognata e uno dei figli. «Sì, abbiamo saputo. Si è costituito. A Viareggio, vero? Nessuno ci ha ancora detto nulla, ma mio figlio questa mattina ha visto la notizia al Televideo. Avrei preferito lo avessero trovato morto». La rabbia nei confronti di Bruno Fruzzetti, l'uomo di 46 anni che ha accoltellato hi auto Valeria Melpignano, è tutta qui, in queste poche parole scambiate davanti al cancello di via Gaidano. «Non c'è altro da dire, tanto la mia Valeria non c'è più». La strada è deserta, alloggi vuoti e persiane abbassate per la vigilia di Ferragosto. Un silenzio irreale. «Adesso cosa succederà? Lo porteranno a Torino? - si chiede la cognata - Tanto gli daranno la seminfermità mentale e tornerà fuori, succede sempre così». Le due donne e il ragazzo attraversano in fretta i giardini di fronte al palazzo e si incamminano verso la chiesa. Non si sa ancora quando ci saranno i funerali di Valeria, morta a 21 anni per la sola colpa di essersi innamorata (nel '94, appena diciassettenne), di un uomo molto più grande di lei. Venticinque anni di differenza, quelli che la dividevano anagrafìcamente da quell'uomo conosciuto a Firenze, durante una fuga da casa. Quanto basta per essere scambiati per padre e figlia. Al punto che il custode dell'albergo di fronte alla stazione di Pont Saint-Martin dove dieci giorni fa l'uomo aveva donnito ima notte con la ragazza dopo averla sequestrata - ricorda benissimo la coppia. «Era il 3 agosto, pioveva a dirotto - ha raccontato -. Sono arrivati fradici per la pioggia. Mi ha stupito la differenza d'età: si vedeva che lei era poco più che ragazzina. Lui la teneva sempre accanto sé, cingendole la vita, il collo». Un atteggiamento che mascherava invece la costante minaccia di un coltello. Con lo stesso coltello quel giorno Bruno aveva costretto Valeria a prendere il treno verso la Valle d'Aosta, dopo aver ricevuto una lettera della ragazza che spiegava le ragioni per cui lo stava lasciando. Eppure all'inizio era stato amo- re. Un amore difficile in cui, per un paio di anni, la ragazza aveva creduto, affrontando pesanti discussioni hi famiglia. Lei stessa combattuta tra l'amicizia con un suo coetaneo e il sentimento per quel padre di famiglia un po' girovago e un po' matto, che la faceva sentire più grande, più adulta. Il rapimento voleva essere un disperato tentativo dell'uomo per convincerla, anche con la minaccia di un coltello, a continuare la burrascosa relazione. Per due giorni la famiglia non aveva avuto notizie, e alla fine si era rivolta alla polizia. Quando partirono le ricerche, Valeria tornò a casa da sola. Spiegò che da Pont Saint-Martin, la mattina successiva Bruno l'aveva costretta a risalire sul treno. Questa volta verso la Toscana. Bologna, Firenze, infine Massa Carrara. L'aveva portata sul greto di mi torrente, poi lui si era addormentato e lei era fuggita. Per le forze dell'ordine, dieci giorni fa, era una vicenda chiusa. Ma non per Valeria, che aveva ormai il terrore di rivedere quell'uomo. Lui l'aveva detto più volte: «Se non torni con me, ti ammazzo e poi la faccio finita». Giacomo Bramardo Valeria Melpignano, 21 anni, accoltellata da Bruno Fruzzetti, l'uomo maturo che conosceva da quattro

Persone citate: Bruno Fruzzetti, Giacomo Bramardo, Valeria Melpignano

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Pont, Torino, Toscana, Valle D'aosta, Viareggio