«Ho ucciso Valeria per non perderla»

«Ho ucciso Valeria per non perderla» Conclusa la fuga dell'uomo che ha accoltellato la ragazza in pia2za Omero «Ho ucciso Valeria per non perderla» L'assassino si è costituito in Toscana VIAREGGIO DAL NOSTRO INVIATO «Caro Bruno, tu sai quanto ti ho amato. Tu sai che avevo solo 17 anni, quando ci siamo incontrati». «Non avevo mai conosciuto davvero un uomo, non avevo mai amato davvero. Adesso non è più come prima, ti amo ancora, ma in un modo diverso. Sono cinque mesi che cerco di trovare il modo di darti questa notizia. Anche se tu hai deciso di divorziare, io non me la sento più. Non ce la faccio a venire a vivere con te». Due pagine gentili, un foglio a righe con una grafia ordinata. A scrivere è Valeria Melpignano, la ragazza di 21 anni uccisa a coltellate sotto casa da Bruno Fruzzetti, 46 anni, di San Pietro a Vico, una frazione di Lucca. Un uomo di 25 anni più vecchio che non si rassegnava a perderla, dopo quattro anni di amore clandestino vissuto negli alberghi piemontesi e sulle spiagge della Versilia. Lui si è costituito giovedì notte. In tasca portava quella lettera datata fine luglio nella quale Valeria cercava di spiegargli, di farlo ragionare. Bighe cariche d'affetto, ma anche ferme nel dirgli di restare con la sua famiglia: «I miei genitori non vogliono che io rimanga con te. E anch'io non me la sento più». Una lettera dolce, che pure ha scatenato l'omicidio. Sulle tracce dell'assassino, la polizia si era messa poche ore dopo quelle tremende coltellate in piazza Omero, alle 7 e mezzo di giovedì mattina. A mezzogiorno, la Stradale di Viareggio nota una Clio blu parcheggiata sulla corsia d'emergenza della Genova-Livorno, l'Ai 2, all'altezza di Torre del Lago, con le chiavi nel cruscotto. Sotto il sedile c'è un paio di calzoni insanguinati. E poi, nell'abitacolo, c'è sangue dappertutto. Sul momento, l'ispettore Paolo Russo pensa al malore di un automobilista. Gli agenti lo cercano nei dintorni. Poi da Torino arriva la segnalazione che quella è la Clio dell'assassino. Fruzzetti l'ha noleggiata a Lucca il 6 agosto per portare la moglie Rosella e il figlio Marco, 16 anni, in vacanza a Nizza. Dalla Costa Azzurra, lui chiama più volte Valeria. Invano. Lei lo maltratta: «Non chiamarmi più, lasciami in pace». «Ogni volta riagganciava» racconterà lui al vicequestore Maurizio Manzo, capo del commissariato di Viareggio. «Ho riportato la famiglia a casa, ho piantato tutti e sono corso a Torino. Mercoledì notte ho dormito in auto. Ho aspettato che Valeria uscisse e l'ho fatta salire sulla Clio, al posto di guida. Non volevo amazzarla. Avevo il coltello a serramanico, ma non volevo ucciderla, al massimo spaventarla. Ho cercato di parlarle, di spiegarle che non potevo vivere senza cu lei, che ero pronto a divorziare. Ma Valeria non ha voluto sentire ragioni. Allora ho tirato fuori il coltello. Lei ha avuto uno scatto, ha cercato di scappare dall'auto. Ho perso la testa. L'ho presa per un braccio per fermarla, e con l'altra mano ho colpito e colpito, non so nemmeno quante volte. Lei si è buttata fuori dalla macchina. E' corsa verso un gruppo di tassisti. Sono sceso anch'io, con il coltello in mano. Volevo rincorrerla, ma quando l'ho vista cadere sono scappato via». Ha guidato fino a quella piazzola sull'Ai 2, ed è scappato a piedi nella pineta di Torre del Lago. «Ho gettato via il coltello, ma non mi ricordo dove. Ho camminato per ore. A mezzanotte ho telefonato a mia moglie: lei sapeva della mia relazione con Valeria. Aveva sentito in televisione che era stata uccisa. Solo allora ho saputo che era morta. Allora ho chiamato il 113. Ho detto sono a Torre, ho ammazzato una ragazza».! poliziotti del commissariato di Viareggio sono accorsi. L'hanno cercato per un'ora. Poco prima dell'una, l'hanno visto: in boxer neri, aveva girato al rovescio la t-shirt, per nascondere le macchie di sangue. Un racconto lucido, freddo, apparentemente senza emozioni. Che ha ripetuto, assistito dall'avvocato Guida di Lucca, davanti al pm Massimo Lo Mastro: ieri, dalle 17,30, il magistrato torinese lo ha sentito nel carcere di San Giorgio, a Lucca, dove Fruzzetti è in isolamento: «E' presto per dire se ci sia stata premeditazione», si è limitato a dire il pm al termine dell'interrogatorio, tre ore e mezzo dopo. Un uomo freddo davanti agli inquirenti, ma che aveva in realtà coltivato per Valeria un'immensa, sconsiderata passione. Era arrivato a rapirla, all'inizio del mese, per portarla in Valle d'Aosta e tentare un'ultima fuga d'amore. Di lui, a San Pietro a Vico, parlano come di «un immaturo». Alle spalle un pri- mo matrimonio fallito con una donna di Torre del Lago che gli ha dato due figli, Bruno Fruzzetti ha detto alla polizia di lavorare come artigiano: «Ho una ditta individuale di infissi e serramenti». Ma a San Pietro, una borgata di tremila anime poco lontana da Lucca, dicono che in realtà lui non lavorava quasi mai. «Si era risposato con Rosella due o tre anni fa. Lei è una brava donna, offesa dalla poliomielite avuta da bambina. Lavora a Ponte a Moriano, in una fabbrica di cappelli. E lui viveva un po' alle sue spalle, e su quelle del figlio». Giuliana Manfredini, un'amica di Rosella: «Lei frequentava con me la Sala del Regno, siamo testimoni di Geova. Lui non mi è mai piaciuto granché. Ogni tanto faceva delle sfuriate, si comportava come un bambino. Solo per amicizia verso Rosella, ho affittato l'appartamento in cui abitano per pochi soldi». Fruzzetti aveva qualche piccolo conto in sospeso con la giustizia: un furtarello, una denuncia per atti osceni. «Ma nessuno pensava che potesse arrivare a tanto». Quattro anni fa, i carabinieri l'avevano identificato alla stazione di Viareggio con una minorenne: era Valeria, arrivata in Versilia di nascosto dai genitori, quando il loro amore era appena all'inizio. E quando lei, così carina e pulita, non aveva ancora un passato né paure. Giovanna Favro Sposato con figli, l'aveva conosciuta quattro anni fa Era diventata la sua ossessione (T) IL 3 E 4 AGOSTO BRUNO SEQUESTRA VALERIA IN UN ALBERGO IN VALLE D'AOSTA, LEI SCAPPA. IL 6 LUI TORNA A CASA E NOLEGGIA LA CLIO BLU (D CON LA FAMIGLIA VA A NIZZA DAL 7 ALL'I 1 AGOSTO (D TORNA A S. PIETRO A VICO E VI LASCIA LA MOGLIE (4) CON LA CLIO IL 12 AGOSTO VIENE A TORINO PER RIVEDERE VALERIA. LA MATTINA DEL 13, ORE 7,45 LA ACCOLTELLA (S) LA STESSA MATTINA SCAPPA VERSO LA TOSCANA: ABBANDONA L'AUTO INSANGUINATA ALLE ORE 12 SULLA GENOVA-LIVORNO (A12). SOLTANTO ALLE 23,30, A TORRE DEL LAGO, TELEFONA AL 113 E SI COSTITUISCE E' Bruno Fruzzetti, (sopra) 46 anni, artigiano, lo spasimante respinto che ha accoltellato Valeria Melpignano, di 21 anni. Vive a San Pietro di Vico, in provincia di Lucca, e verso casa è scappato dopo l'omicidio, per poi costituirsi al commissariato di Viareggio. Accanto, la Clio sporca di sangue trovata sulla A-12