Saint-Tropez, la seconda giovinezza

Saint-Tropez, la seconda giovinezza Tra storia, yacht e belle donne, 80 mila vacanzieri del Ferragosto riconquistano il simbolo della mondanità Saint-Tropez, la seconda giovinezza Da Nerone alla Bardot, duemila anni di leggenda affollata SAINT-TROPEZ DAL NOSTRO INVIATO Non è una caserma a 5 stelle, Brigitte Bardot si guarda bene dal frequentarla, nessun paparazzo l'immortalerà mai. Eppure la Gendarmeria di Saint-Tropez è - dopo il Mont-Saint-Michel - il monumento francese più fotografato. Precede, se crediamo alle statistiche ufficiali, Tour Eiffel e Louvre. Ma perché? Buona domanda, in un'appiccicosa vigilia di Ferragosto con i 5754 nativi introvabili fra gli 80 mila conquistadores vacanzieri accampatisi tra il porticciuolo, le spiagge (Bora-Bora, Havana Beach, Polynésie, Kon-Tiki... qui l'esotismo è come il Pastis liscio: non perdona), il mitico Sénéquier e altri locali meno à-lapage ma altrettanto esosi. E' che la gente arriva con l'inconfessabile speranza di trovarsela dinnanzi, B. B. 0 una qualsivoglia top-model come Naomi, che dicono di casa nel Golfo. Suvvia, almeno due o tre starlet in saldo, ancorché decotte. Scrive il Times che SaintTropez vive una seconda giovinezza (non condivisa, peraltro, da madame Bardot), verace risurrezione mondan-turistica. Dunque arriverà, il magico attimo, l'atteso «ma quella non è...». E invece si va via, delusi, e per santino la fotografia della Gendarmerie. Che è monumentale, si trova facilmente e in fondo spopolò sui rotocalchi nei primi Anni 60, immortalata dal gendarme Louis De Funès in una splendida «commedia alla francese». Dici «Saint-Tropez», e ti arriva addosso la leggenda. Che fu venerea sin dalle origini, e nel senso più brutale. Maupassant non vi sbarcò forse cercando requie alla sifilide che lo perseguitava? E nell'incontrarvi Dora, Picasso fecondò la sua pittura con Eros. Quanto a Mike Jagger, nel '71 vi seguì corsi di catechismo prematrimoniale in parrocchia. Era anglicano: lo si «romanizzò» per consentirgli di sposare in chiesa una cattolica. Il che non gli impedì, nel dopo-nozze, d'ispirarsi nuovamente al poligamo Enrico Vili. Eppure, malgrado l'irreprensibile pronuncia, quel «Saint-Tropez» smaschera il villeggiante separandolo da indigeni e jet-set. Per i quali la «z» ha da esser sonora. Peggio, la segue una «e» muta solo in teoria giacché nel Midi tradizione vuole la si faccia cantare. Morale, Saint-Tropèze. O addirittura - secondo il paroliere dei Pink Floyd - l'italianeggiante «San». Fu una svista, la sua. Ma sbagliando, talora, ci si azzecca. Poiché il leggendario «Torpes» era di Pisa. Nerone lo fece decapitare nel 68, ordinando (così vuole la storia): «Mettete il cadavere su una barca. Che un gallo gli sia a fianco nell'ultimo viaggio. E vadano, entrambi, alla deriva». Precedendo Colette, Francoise Sagan, Orson Welles, Francis Picabia e Bernard Buffet (il B. B. bis) la strana coppia approdò il 17 maggio sulle sponde della penisola su cui circolavano due millenni fa pochi Liguri Camatullici e - ieri pomeriggio - 12 mila autoveicoli. Il viaggio miracoloso trova perplesso lo storico. Da un Santo così, è consigliabile tenersene alla larga. E i figli, meglio non chiamarli «Tropez». Nome effettivamente introvabile presso le anagrafi transalpine. Ma se dal maggio '68 d. C. passiamo al 68 con l'apostrofo, giusto un trentennio fa, anziché l'imperatore cristianicida ecco Johnny Halliday in piena foga sessantoti tarda. Nelle sue memorie «come quelle di Churchill», «Destroy» contempla diversi volumi), rivela che espugnò la Maine tenendovi prigioniero il sindaco. Quest'ultimo tuttavia, sostiene: «Proprio non ricordo». Amnesia da choc? Il tropeziano medio ammicca: Halliday è forse ancor più inattendibile del martirologio patristico. In ogni caso, Saint-Tropez conobbe, nei secoli, ore autenticamente sediziose. Il 25 brumaio dell'Anno II, la Revolution provò a decristianizzarla restaurando il paganesimo onomastico. La ribattezzano Eraclea. Scandalizzando post mortem l'unico pontefice Clemente VTI che mai vi mise piede e la stessa Caterina de' Medici, altra frequentatrice dissoluta ma pia. Meglio i Lumi, comunque, che i Saraceni. Sbarcarono nell'889, e il villaggio fu a lungo la loro base per razzie nell'entroterra. Denunciando «la barbarie islamica» per qualche immigrato in soprannumero - e non a Saint-Tropez: il carovita riesce ove i fogli di via falliscono - Brigitte Bardot sceglie in somma un curioso pulpito geografico. E bissa l'autogoal con «La Mandrague». Chi non conosce di nome la Villa? Prima che la celeberrima mquilina si riconvertisse nella zoofilia e in un credo paralepenista, ne albergò i memorabili amori, le gigantesche sbronze, gli eccessi romanzeschi. Ma forse a Brigitte sfugge che «mandrague» tonnara - ricalca l'arabo «madraba». Curiosa denominazione per un quartier generale dell'arabofobia. Mediterranea e plurietnica da sempre, Saint-Tropez ha nondimeno rischiato grosso nell'Ancien Regime. Vauban intendeva farne lo scalo militare N° 1. Lo racconta Yves Bigot nel gustoso La folle et véridique histoire de Saint-Tropez (ed. Grasset, da poche settimane in libreria). Solo in extremis l'ingegnere più famoso oltralpe le preferì Tolone. In altre parole, il 27 novembre 1942 la flotta francese rischiò di affondarsi a Saint-Tropez. Gli yacht, loro, non corrono pericoli analoghi. Ma colarne a picco una campionatura allevierebbe gli ingorghi monstre estivi. Li si può affittare. Venti milioni il dì per un 40 metri. Combustibile, fiori e champagne esclusi. Ma c'è chi strafa. Come quel produttore Usa che, accaparratosi un panfilo da 60 m per 3 settimane, si avvide in ritardo che la sua taglia impediva l'attracco in porto. Merde! Quaggiù il must è improvvisarsi testimonial dell'invidia altrui tenendo il vascello rigorosamente alla fonda mentre un equipaggio lindo, tonico e che libera nell'afa fragranze da aftershave muschiato bighellona con garbo sul pontile. L'alternativa? Il déjeuner in spiaggia da 80 mila franchi (è successo con un anonimo saudita). O, a «La Voile rouge», lo svedese che infila la credit card nella scollatura della commessa sussurrandole «No limiti» mentre le «sue» 15 ragazze svaligiano la boutique. Di episodi così, la cronaca abbonda. E tra una pétanque e l'altra rifocillano i discorsi sulla place des Lices nei mesi invernali, quando lo sceicco è a svernare in California, il turista s'eclissa, e per le fastose villazze vige uno scrupoloso letargo. «Sur des rythmes syncopés/Tout finit a Saint-Tropez» scriveva nel '63 Guy Béart. Anche una gendarmeria può catalizzare l'Assoluto. Enrico Benedetto Ville fastose e carte di credito sulla penisola dove l'esotismo è come il Pastis: non perdona era tare e la gan, ia e straggio u cui ochi omei. Il plessì, è arga. marli ente grafi pasusto mpehnny ntotme y» rieo. e: ia A destra, Johnny Halliday. A sinistra, Brigitte Bardot. In basso, una veduta di Saint-Tropez da choc? Il tropeziano medio ammicca: Halliday è forse ancor più inattendibile del martirologio patristico. In ogni caso, Saint-Tropez conobbe, nei secoli, ore autenticamente sediziose. Il 25 brumaio dell'Anno II, la Revolution provò a decristianizzarla restaurando il paganesimo onomastico. La ribattezzano Eraclea. Scandalizzando post mortem l'unico pontefice Clemente VTI che mai vi mise piede e la stessa Caterina de' Medici, altra frequentatrice dissoluta ma pia. Meglio i Lumi, comunque, che i Saraceni. Sbarcarono nell'889, Floyd litalianeggiante «San». Fu una svista, la sua. Ma sbagliando, talora, ci si azzecca. consigliabile tenersene alla larga. E i figli, meglio non chiamarli «Tropez». Nome effettivamente introvabile presso le anagrafi transalpine. Ma se dal maggio '68 d. C. passiamo al 68 con l'apostrofo, giusto un trentennio fa, anziché l'imperatore cristianicida ecco Johnny Halliday in piena foga sessantoti tarda. Nelle sue memorie «come quelle di Churchill», «Destroy» contempla diversi volumi), rivela che espugnò la Maine tenendovi prigioniero il sindaco. Quest'ultimo tuttavia, sostiene: «Proprio non ricordo». Amnesia dellAnno II, la Revolution provò a decristianizzarla restaurando il paganesimo onomastico. La ribattezzano Eraclea. Scandalizzando post mortem l'unico pontefice Clemente VTI che mai vi mise piede e la stessa Caterina de' Medici, altra frequentatrice dissoluta ma pia. Meglio i Lumi, comunque, che i Saraceni. Sbarcarono nell'889, scono - Brigitte Bardot sceglie in somma un curioso pulpito geografico. E bissa l'autogoal con «La Mandrague». Chi non conosce di nome la Villa? Prima che la celeberrima mquilina si riconvertisse nella zoofilia e in un credo paralepenista, ne albergò i memorabili amori, le gigantesche sbronze, gli eccessi romanzeschi. Ma forse a Brigitte sfugge che «mandrague» tonnara - ricalca l'arabo «madraba». Curiosa denominazione per un quartier generale dell'arabofobia. Mediterranea e plurietnica da sempre, Saint-Tropez ha nondimeno rischiato grosso nell'Ancien A destra, Johnny Halliday. A sinistra, Brigitte Bardot. In basso, una veduta di Saint-Tropez

Luoghi citati: California, Eraclea, Maine, Pisa, Tolone, Usa