Si uccide in caserma, non sopportava la lontananza da casa

Si uccide in caserma, non sopportava la lontananza da casa Trovata nell'armadietto una lettera d'addio: «Per fare il servizio militare ho dovuto lasciare famiglia, fidanzata e lavoro» Si uccide in caserma, non sopportava la lontananza da casa La Spezia, il «marò» di 22 anni era appena rientrato da un permesso di cinque giorni LA SPEZIA. Non sopportava la lontananza da Roma, dalla famiglia, dalla sua fidanzata. Era troppo dura per lui la vita militare, hi una lettera, trovata nel suo armadietto, Daniele Papi, 22 anni, romano, spiega i motivi del suo suicidio. Spiega perché si è chiuso nella centrale telefonica della sua caserma per strozzarsi con un cavo. Il dramma è avvenuto a La Spezia, nella caserma degli Incursori, al Varignano delle Grazie. Il giovane «marò» era appena rientrato da un permesso di cinque giorni trascorso con la famiglia ad Acilia. Quando alcuni commilitoni l'hanno soccorso Daniele era ancora vivo, ma l'ambulanza militare sulla quale lo stavano trasportando all'ospedale ha avuto un guasto. E' intervenuto un altro mezzo della pubblica assistenza della Spezia per trasferirlo all'ospedale; a quanto sembra però non si sai ebbe perso tempo. Quando il giovane è arrivato in astanteria era già cadavere. Questa morte ha scatenato una serie di reazioni e sono state aperte due inchieste, da parte della procura, che ha sequestrato la lettera di addio del giovane, e dalla Marina. Il marinaio racconta le sue sofferenze per aver dovuto lasciare tutti i suoi affetti e come fosse ormai insopportabile per lui restare lontano dalla famiglia e dagli amici. Papi avrebbe anche scritto di essere dispiaciuto di aver perso lavoro e fidanzata a causa del servizio militare. I suoi commilitoni lo ricordano però come un ragazzo allegro. Aveva preso servizio il 18 maggio scorso e dopo il Car nel Maricentro de La Spezia era stato assegnato al centralino degli incursori. L'ammiraglio Pianigiani che dirige il comando incursori smentisce subito episodi di nonnismo. «Escludo - ha affermato l'ammiragho - che avesse subito scherzi, anzi aveva legato '•con un gruppo di conimilitoni suoi concittadini, in tutti questi mesi poi non aveva mai dato segni di squilibrio». Una versione che sarebbe stata confermata dai genitori che nella notte fra giovedì e venerdì sono stati raggiunti a Roma da un'auto militare ed accompagnati a La Spezia. La madre del giovane marinaio, distrutta dal dolore, è stata accolta dal capo di Stato Maggiore Enzo Rutigliano ed avrebbe avanzato dubbi sul fatto che alcune vicende personali del figlio sarebbero alla base del suicidio. La madre avrebbe riferito che quando Daniele aveva lasciato la loro casa, dopo la licenza di cinque giorni, per rientrare in servizio, era molto tranquillo, come sempre. Sempre secondo la donna, il fidanzamento sarebbe stato interrotto un mese prima della partenza per il servizio militare, e comunque sarebbe durato poco più di un mese. Infine la donna ha raccontato che il ragazzo lavorava con un parente in un'impresa agraria, settore nel quale aveva conseguito il diploma. Prima del servizio di leva, la domenica Daniele svolgeva anche alcuni lavori presso il mercato di Porta Portese a Roma. Durissima la reazione dell'((Associazione nazionale assistenze vittime arruolate nelle Forze Armate». Secondo il suo presidente Falco Accame, che ha scritto una lettera al procuratore militare de La Spezia e al ministro della Difesa Beniamino Andreatta, il suicidio di Papi sarebbe «l'ennesimo segnale di allarme che ci viene dalla vita militare». «A gesti così gravi non si giunge in un attimo - scrive l'associazione nel documento -. Evidentemente manca mia comunicazione dalle caserme all'esterno. Le caserme seno zone invalicabili. Sono luoghi separati dalla società civile e quando si tratta di corpi speciali sono luoghi separatissimi». L'associazione Angensol chiede un'«indagine seria» sul caso de La Spezia e ricorda che il sottovalutare gli stati d'ansia e il disadattamento può diventare «un'induzione al suicidio». L'Angensol chiede anche ai vertici militari di inviare i giovani all'ospedale alle prime avvisaglie di insofferenza. «Meglio un soldato in meno - conclude il documento dell'associazione Angensol - che un ragazzo morto». Carlo Galazzo Il porto de La Spezia

Persone citate: Beniamino Andreatta, Carlo Galazzo, Daniele Papi, Enzo Rutigliano, Falco Accame, Papi, Pianigiani