La guerra die lucciole arruola altre città di R. Cri.
La guerra die lucciole arruola altre città Blitz a Napoli, 21 denunciate. Un'indagine: i giovani vogliono la riapertura delle case chiuse La guerra die lucciole arruola altre città A Milano scattano le prime contravvenzioni ROMA. L'idea delle multe per scacciare le prostitute dalle città piace a molti Comuni, e da Nord a Sud altri aniministratori sposano l'iniziativa. Dopo Milano, Padova, Verona, Vicenza, le multe approdano a Bologna, a Sesto San Giovanni, dove da ieri sera scattano le contravvenzioni (da 600 mila lire a un milione), e ad Olbia. A Padova prime «vittime» delle multe anche tra le prostitute: due nigeriane, sorprese insieme a due clienti anch'essi multati per intralcio alla circolazione. La somma dovuta è per le due donne di 335.500 lire, ma sono clandestine, e difficilmente pagheranno. Anche a Milano si è avuto un piccolo assaggio delle nuove disposizioni. La notte scorsa i vigili urbani hanno rilevato tre infrazioni a automobilisti nella zona di via Melchiorre Gioia: due albanesi, e un italiano che ha «conciliato» pagando 333.000 lire. L'offensiva anti prostitute fa registrare anche un blitz avvenuto l'altra notte à Napoli, dove nei quartieri Mercato-Pendino e Vasto-Arenaccia sono state denunciate 21 extracomunitarie: 7 sono state espulse, a 2 è stato notificato il diniego del permesso di soggiorno. Altre quattro persone, sorprese con prostitute e transessuali, sono state denunciate per atti osceni in luogo pubblico. Ma non tutti sono d'accordo su blitz e multe. Come il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che chiede, con un esposto-denuncia, l'intervento del Garante sulla privacy, Rodotà. «La caccia alle lucciole e ai clienti, a Milano, così come nelle altre città, è un provvedimento arbitrario, illegittimo e incostituzionale che viola la legge sulla privacy dei cittadini». L'impatto sociale, sanitario e di ordine pubblico del feno¬ meno della prostituzione è dimostrato dalle 13 proposte di legge presentate dal 1966 ad oggi alla Camera ed al Senato per ritoccare la «legge Merlin» del 1958 che pose fine alle «case chiuse». Ma nessuna di queste proposte ha ancora iniziato il suo iter nelle Commissioni competenti. L'ultima è quella presentata da Nava, del gruppo Udr alla Camera, del 30 luglio. Chi pare favorevole alla riapertura delle «case» sono i giovani. Così dicono i dati emersi dalla ricerca «Giovani, affettività, sessualità» (Il Mulino editore), condotta dall'Istituto Iard. Per i giovani la prostituzione è «una delle cose peggiori che si possano fare» per il 65,3%, mentre per il 54% chi va con le prostitute è più condannabile di chi si prostituisce. Per il 77,1% la polizia dovrebbe proibire la prostituzione sui viali delle città. E il 71,8% vorrebbe riaprire i «casini». [r. cri.]
Persone citate: Franco Corbelli, Merlin, Nava, Rodotà
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