« Le multe? Non serviranno»

« Le multe? Non serviranno» « Le multe? Non serviranno» Un cliente: vedrete, sarà come prima LE NOTTI DEL SESSO m VENDITA MILANO ESSUNO ha smesso di bere durante il Proibizionismo, figuriamoci se adesso si smette di scopare», ci scommette Mauro - «Mauro e basta», precisa - mentre tamburella con l'accendino accanto al bicchiere di shakerato. «Figuriamoci se basta una multa...», scuote la testa seduto ai tavolini del bar di viale Abruzzi, semideserti come la strada dove non passa un cane, adesso che è giorno. «Sono pronto a giurare che stasera, qui sarà lo stesso casino di sempre», assicura mentre guarda il viale alberato dove, all'arrivo del buio, spunteranno le nigeriane, più in là i trans che vengono dal Sudamerica, pronte ad offrirsi ad uomini soli sulle loro alfa, volvo, punto o fuoristrada. «Dare le multe serve solo a far ingrassare chi affitta gli appartamenti alle prostitute e a chi vende i cellulari, per le marchette in casa, quelle degli annunci sui giornali», giura lui, 32 anni e una moglie con la bambina piccola al mare, impiegato di giorno e cliente di notte. «Quando capita, quando viene la voglia, al mercoledì dopo il calcetto e la pizza con gli amici», spiega di quel sesso sudato sui sedili della macchina, qualche volta in una camera d'albergo dove c'è un letto e un lavandino e basta, che non serve altro. Come lui, ce n'è un mucchio a Milano. Adesso che le mogli sono in vacanza, che vien voglia di far tardi o vien voglia e basta. Bastano cinquantamila lire, qualche volta cento, oppure un po' meno se ci si accontenta. Sono impiegati, professionisti, avvocati, studenti, operai e insegnanti. Una volta a un posto di blocco fermarono anche un magistrato. Disse che aveva caricato in macchina quel trans, per metterlo in stato di fermo. GU credettero e lei, vestita con meno stoffa della bandana di Pantani, la misero su un aereo, solo andata, destinazione San Paolo. «Ci sono quelli come me che vanno quando capita, ci sono gli habitués che vanno sempre con la stessa. E poi ci sono i ragazzetti, quelli che arrivano da Varese o da Bergamo, cinque per macchina, e fanno solo casino...», spiega Mauro di una sera come tante, in una delle cento strade di Milano dove da ieri alle 22 fino a notte fonda, passano piano anche le auto dei vigili urbani con le luci blu. Trecentomila e passa se si paga subito, un milione se si paga dopo. «E già scommetto che ci sarà qualcuno che vorrà provare il brivido, la sfida. Non i clienti no, magari qualche ragazzo su di giri che farà ancora più casino», assicura Mauro che in questi dieci anni con la freccia a destra ha visto di tutto. Ha visto lei slave piangere, le tossiche non! stare in piedi, i trans siliconatij che stan su con l'eroina o il cognac o tutti e due. Ha visto le albanesi che sembrano bambine e le nigeriane stare in gruppo. E si è visto come in uno specchio in migliaia di clienti, giovani e vecchi, balordi e per bene, ma soprattutto normali mariti e padri di famiglia. «C'è chi va per noia, per gioco o per libidine. Ma c'è anche chi va perché è troppo solo», spiega Mauro e ti racconta di quelli che d'inverno tengono il bavero alzato, guardano solo verso il finestrino del passeggero, tre frasi per contrattare e poi via. Magari da soli se si avvicina un'altra auto, se qualcuno grida, se la paura a quel punto diventa più forte di tutto. «Ecco, qualcuno così da stasera farà altri giri. Andrà sulla Valassina, la Paullese, la strada che da Dalmine porta su alle valli. Zone sicure, senza vigili tra le balle», prevede Mauro. E spiega che è sempre stato così, se in un posto non si può andare. Se a Milano chiudono un cantiere o iluminano troppo un parcheggio, ci si sposta. Appena più in là, alla ricerca di altri angoli sicuri. «E' quello che vuole il sindaco, mi sembra. Ma prima o poi, tornerà tutto come prima», giura lui. Che ancora ricorda l'estate scorsa, o la volta che i vigili si misero a fare le fotografie. Con i clienti che scappavano, quelli che avvisavano le prostitute di levare le tende. E qualcuno che piangeva, che la macchina era della ditta o che la moglie non sapeva niente. «Tornare ai casini? Chissà... ma non mi sembra che Milano possa diventare come Amsterdam o Amburgo», fa lo scettico mentre accende l'ennesima sigaretta. «E poi non mi vedo, in fila, magari dopo con la ricevuta fiscale in mano», scuote la testa lontano secoli dalle case chiuse, dalle signorine viste in troppi film o in qualche foto. E allora rimane l'orizzonte della strada, in centro o lontano, verso le tangenziali come vuole la giunta di Milano. Dove ogni sera un'albanese o una nigeriana si metterà in fila in attesa di un cliente qualsiasi. Magari con una paura in più, come immagina Mauro: «Chi rischia di più sono le ragazze. C'è il foglio di via per chi non è in regola e ci sono le botte dei protettori che faranno macelli, se l'incasso se ne va per una multa. Quelli, sono sicuro, fan più paura dei vigili». Fabio Potetti Mauro, 32 anni, sposato: «Vado con le prostitute ogni tanto, magari dopo la pizza con gli amici Solo per un po' cambieremo zona» Sopra, un momento della retata fatta dalla polizia a Napoli l'altra notte In alto Vittorio Agnoletto, presidente della Lila, la Lega italiana lotta all'Aids

Persone citate: Fabio Potetti Mauro, Pantani, Vittorio Agnoletto