Vallarme-bomba arriva a Berna di E. St.
Vallarme-bomba arriva a Berna Il leader dei Taleban: il miliardario Laden non c'entra con gli attentati Vallarme-bomba arriva a Berna Paura all'ambasciata Usa. Chiusa la sede di Tirana GINEVRA. Una minaccia di attentato contro l'ambasciata degli Stati Uniti a Berna ha messo in allarme ieri pomeriggio la capitale elvetica. Lo riferisce l'agenzia di stampa svizzera Ats. La minaccia è stata presa sul serio sia dal personale dell'ambasciata, che ha messo in atto le proprie misure di sicurezza, sia dalla polizia municipale bernese tanto da evacuare una piscina vicina alla sede diplomatica Usa e da bloccare il quartiere. L'allarme è rientrato verso le 18. Mentre è stata sospesa l'attività dell'ambasciata Usa a Tirana (e sgomberato per un allarme il consolato di Rio de Janeiro), a una settimana dai due attentati contro le sedi diplomatiche statunitensi a Nairobi e Dar es Salaam, le indagini sembrerebbero ora escludere l'ipotesi avanzata in un primo momento, secondo cui il mezzo usato per l'attentato di Dar es Salaam ed imbottito di esplosivo sarebbe stata un'autobotte. «La bomba si trovava vicino al camion spiega un funzionario del Dipartimento di Stato - ma resta da stabilire come sia arrivata lì». Le indagini proseguono a pieno ritmo anche a Nairobi, dove gli esperti hanno ritrovato pezzi del veicolo usato nell'attacco: «Abbiamo identificato numerosi veicoli coinvolti nell'esplosione, alcuni dei quali gravemente danneggiati. Crediamo di essere riusciti ad identificare alcune parti del veicolo che aveva a bordo l'esplosivo», ha spiegato Sheila Horn, capo delle operazioni del federai Bureau oflnvestigation in Kenya. L'accuratezza con cui i due attacchi - avvenuti a minuti di distanza l'uno dall'altro - sono stati organizzati ha intanto portato gli inquirenti a ritenere che fossero stati preparati nel dettaglio e con tutto il tempo necessario, probabilmente già con sei mesi di anticipo. La prossimità temporale dei due attentati contribuirebbe invece a smontare ulteriormente la tesi deh'autobotte per Dar es Salaam: il mezzo serviva per rifornire di acqua proveniente dal deposito sotterraneo all'ambasciata le abitazioni del personale americano fuori della sede diplomatica. L'autobotte non aveva orari precisi e sarebbe stato difficile usarla per un attentato programmato per un orario preciso. Il leader dei taleban, Mullah Mohammed Omar, ha detto ieri che Osama bin Laden, il miliardario saudita che ha proclamato la «guerra santa» contro gli Usa, non è implicato negli attentati di Nairobi e Dar es Salaam. In una rara intervista rilasciata al quotidiano pachistano «The News» dal suo quartier generale di Kandahar (Afghanistan meridionale), Omar afferma che Laden, da più parti citato come uno dei possibili responsabili degli attentati, si trova in Afghanistan come «un semplice profugo». «Come potrebbe un uomo che vive come un profugo in Afghanistan organizzare attentati nella lontana Africa?», si chiede Omar nell'intervista. [e. st.]
Persone citate: Mohammed Omar, Mullah, Osama Bin Laden, Sheila Horn
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