Clinton fa le prove di ammissione
Clinton fa le prove di ammissione Rivelazioni del «New York Times» in vista dell'audizione del Presidente di dopodomani Clinton fa le prove di ammissione Potrebbe dire: qualcosa c'è stato NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Mancano ormai due giorni alla deposizione di Bill Clinton sulla sua storia con Monica Lewinsky e il dubbio su che cosa il Presidente andrà a dire al procuratore speciale Kenneth Starr rimane tutto. Solo cinque persone sono «abilitate» a scegliere fra il mantenimento del «nego tutto» e l'ammissione che «qualcosa» c'è stato, e queste sono lo stesso Clinton, la moglie Hillary e gli avvocati Nicole Seligman, David Rendali e Mickey Kantor. Questo non perché non ci sia nessun'altro di cui il Presidente possa fidarsi, ma perché loro sono gli unici rimasti per i quali vale ancora il «privilegio di non rispondere» all'eventuale chiamata a deporre di Starr per conoscere il contenuto delle loro discussioni. Ed è tale, quel contenuto, che non solo è bene che non lo conosca Starr: sarebbe bene anche che non lo conoscesse proprio nessuno, stando al resoconto che chissà come il «New York Times» è riuscito a farne ieri. In sostanza, il tentativo che i cinque stanno facendo è di mettere a punto una posizione capace di sostituire il bianco e nero tanto caro alla psicologia americana (relazione sessuale sì o no?, tentativo di nasconderla sì o no?) con varie gradazioni di grigio. Se per esempio Clinton decidesse di ammettere che con la Monica qualcosa c'è stato (cosa cui potrebbe essere costretto dalla prova del «vestito macchiato»), come ovviare al problema che si tratterebbe automaticamente anche dell'ammissione di avere mentito sotto giuramento quando nel dicembre scorso, al procedimento Paula Jones, affermò il contrario? La scappatoia cui i cinque stanno pensando, secondo il resoconto del «New York Times», è che gli eventuali «pochi incontri» che il Presidente ammetterebbe di avere avuto con Monica non costituiscono una vera «relazione sessuale» e che quindi quando lui la negò non disse una bugia. E perché non costituiscono una relazione sessuale? Perché ciò che accadeva era «tecnicamente limitato». Non erano cioè incontri di «sesso completo», ma solo prestazioni di «sesso orale» da parte della ragazza. Ma questa cosa, che secondo alcuni pastori battisti è sostenibile «di fronte a Dio» (nel senso che «il sesso orale non costituisce adulterio»), è anche sostenibile di fronte alla legge? Non è necessario, si stanno dicendo i cinque nelle loro discussioni: è sufficiente che il Presidente, un battista praticante, abbia avuto la «convinzione» che così facendo non stesse dando vita a una «relazione sessuale». E' questo, non la volontà di mentire (passibile dell'incriminazone per spergiuro), che al procedimento Paula Jones lo indusse a rispondere come rispose. Non è colpa sua se l'avvocato della Jones che lo interrogava usò un'espressione «impropria» come «relazione sessuale». Se gli avesse chiesto: «Ha mai avuto incontri di sesso orale con la signorina Monica Lewinsky?», lui avrebbe risposto di sì. Ammesso che funzioni sul piano legale, questa scappatoia non salva comunque Clinton dalla sua solenne negazione di gennaio. I cavilli servono in tribunale, non in televisione. Su questo i cinque si dicono confortati dal fatto che il pubblico in fondo ha già deciso che con la Monica qualcosa c'è stato e che non gliene importa nulla. Franco Pantarelli Il dubbio di Bill e Hillary: continuare a negare tutto o concedere un punto a Kenneth Starr Secondo il «New York Times» il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton potrebbe ammettere nell'audizione del 17 agosto di aver avuto un «contatto» di carattere sessuale con l'ex stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky PRIMA E DOPO Paula Jones, la donna che ha acquistato notorietà per aver denunciato il presidente Clinton di molestie sessuali, si è rifatta il naso. E l'ha sfoggiato alla trasmissione tv dell'Abc, «Prime Time Live». Il naso della Jones pare sia stato rimodellato, a spese di un anonimo «donatore», dal mago della chirurgia estetica Thomas Loeb lo scorso 18 luglio. E' più piccolo e con la punta all'insù.
Luoghi citati: New York, Stati Uniti
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