Carriera, donna o uomo è io stesso

Carriera, donna o uomo è io stesso GRAN BRETAGNA Ma le statistiche dicono che a parità di grado i maschi guadagnano di più Carriera, donna o uomo è io stesso Uno studio inglese: hanno uguali opportunità LONDRA NOSTRO SERVIZIO La convinzione generale dell'esistenza di barriere invisibili che bloccano la carriera delle donne rispetto a quella dei colleghi è tutta una favola, secondo uno studio condotto da tre accademici di università inglesi, pubblicato ieri dal quotidiano britannico «The Guardian», anche se, in un certo senso, una discriminazione tra i sessi sul posto di lavoro persiste ancora. In termini di carriera pura e semplice si può anzi dire che è vero il contrario, affermano Alison Booth, professore di scienze economiche all'università dell'Essex, autrice della ricerca insieme con i colleghi Marco Francesconi e Jeff Frank del Royal Holloway College dell'Università di Londra: tra il 1991 e il 1995 hanno ricevuto promozioni il 9,2 per cento degli uomini occupati a tempo pieno, rispetto ali 11,6 per cento tra le donne. Secondo la ricerca le donne in verità non vengono promosse meno degli uomini, ma a differenza di questi ultimi anche dopo il passaggio di grado tendono in molti casi a essere pagate di meno dei colleghi. Il problema delle donne, affermano i tre autori dello studio che sfata una convinzione prevalente sul mercato del lavoro partendo dai dati del British Household Panel Survey, non è che esse vengono discriminate in termini di carriera all'interno delle stesse professioni, bensì che sono discriminate in termini di stipendi. Dalle rilevazioni condotte a intervalli regolari sulle stesse persone, emerge che quando gli uomini avanzano di grado, essi ricevono in media un aumento di stipendio del 20,4 per cento rispetto ai colleghi che non sono stati promossi. Mentre quando vengono promosse le donne, esse si trovano a guadagnare solo il 9,8 per cento in più delle colleghe rimaste al palo. La spiegazione, hanno detto Francesconi e Frank al «Guardian», è legata al fatto che le donne per ragioni culturali o familiari sono meno disponibili, dopo essere state promosse, a cambiare posto di lavoro. Gli uomini invece sono più disposti ad accettare offerte più remunerative esterne, e con questa minaccia riescono spesso a spuntare stipendi migliori. «Il risultato - afferma Booth - è che nel tempo le donne promosse ricevono aumenti di stipendio inferiori rispetto ai colleghi», le. st.]

Persone citate: Alison Booth, Carriera, Francesconi, Jeff Frank, Marco Francesconi, Royal Holloway

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra