Beni ebraici, tocca a Parigi di E. St.

Beni ebraici, tocca a Parigi Beni ebraici, tocca a Parigi Chiesti risarcimenti anche a società tedesche PARIGI. Dopo la pace con Berna, il contenzioso sui «beni ebraici» nel periodo '39-'45 si accinge a investire la Francia. L'accordo tra banche elvetiche e i legali che patrocinano le vittime o i loro discendenti rilancia il «caso francese». Per il Crédit Lyonnais, la Bnp e le consorelle su piazza a New York, da 24 ore il «redde rationem» non è più virtuale. Hanno già ricevuto un'ingiunzione al rimborso. E se la procedura si annuncia lunga, sembrerebbe improbabile possano esimersi dall'indennizzo. Nel mirino, la legee vichvsta che i) 22 luglio '41 proclamò Italianizzazione economica». Occorreva «bonificare l'economia» espropriando le ricchezze degli Ebrei. Vichy le requisì con implacabile determinazione. Fornendo agli istituti bancari un alibi legislativo che mancò ai loro colleghi elvetici. Differenza morale, non finanziaria. In termini quantitativi, la spoliazione fu massiccia. La statale «Caisse des dépóts et consignations» incamerò un duemila miliardi, lasciandone altrettanti alle banche non pubbliche. Ne ha già reso il 1520%. Ma deve accelerare il ritmo. E, sopra tutto, il processo coinvolge ormai nel suo insieme il sistema bancario. La «Banque de France» lo spinge da mesi ad aprire gli archivi. Finora, tuttavia, le risultanze deludono le aspettative. Ma - scrive «Le Figaro» - l'ostracismo ha i giorni contati. La battaglia giuridica in corso piegherà le reticenze propiziando una soluzione di modello elvetico. Che troverebbe favorevole si dice - l'esecutivo Jospin. Ora un'ondata di richieste di indennizzi minaccia di abbattersi sulle industrie tedesche che negli anni del nazismo sfruttarono i lavoratori coatti mentre cresce la pressione su due delle maggiori banche della Germania affinché raggiungano rapidamente un'intesa nella controversia giuridica che le oppone a vittime, o loro eredi, del «Terzo Reich». L'avvocato di Monaco di Baviera Michael Witti, che rappresenta circa 30.000 vittime dell'Olocausto, ha annunciato in dichiarazioni al quotidiano «Bild» in edicola oggi il prossimo inoltro di singole richieste di risarcimento per somme miliardarie nei confronti di imprese tedesche. Molte grandi aziende costrinsero gli ebrei al lavoro coatto, ha ricordato Witti citando Siemens, Bmw e Krupp, Man, Daimler-Benz: tutti grandi nomi del «made in Germany». Il legale ha anche ricordato che, in aggiunta, davanti ad un tribunale di New York sono pendenti richieste di risarcimento nei confronti di 20 assicurazioni internazionali, alcune delle quali tedesche. [e. st.]

Persone citate: Jospin, Krupp, Michael Witti, Witti

Luoghi citati: Berna, Francia, Germania, Monaco Di Baviera, New York, Parigi