«Il mio fisico è frutto di un duro lavoro» di Alberto Gaino

«Il mio fisico è frutto di un duro lavoro» Torino, il campione della Juventus ha spiegato a Guariniello tutti i segreti degli integratori «Il mio fisico è frutto di un duro lavoro» Del Piero tre ore dal giudice: non uso prodotti illeciti TORINO. Del Piero batte Zeman 5 a 3. Il campionato è quello giudiziario che assegna i punti in base al numero di pagine di verbale riempite dai giocatori. Entrambi nella stessa posizione di partenza: «persone informate sui fatti». Anche se Zeman è un testimone che accusa, mentre Del Piero si è presentato per difendersi. Dai primi commenti il campione della Juventus ha saputo recuperare di fronte all'arbitro, il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Al termine dell'incontro, solo apprezzamenti per tutti i partecipanti. «Del Piero è un bravo ragazzo», è persino sfuggito a qualcuno. Anche pulito (solita insinuazione giornalistica)? «Sì, pulito». Quindi, i muscoli del calciatore sono stati regolarmente modellati e potenziati? Sicuramente i deltoidi e i quadricipiti di Del Piero non hanno impressionato i suoi «inquisitori». Ma come sono state spese le tre ore di faccia a faccia del campione con Guariniello e con l'ispettore Raimondo Romanazzi nel defilato ufficio del comandante della polizia giudiziaria dove i tre si erano rifugiati poco prima delle nove del mattino? Procediamo per esclusione: Del Piero ha parlato solo di sé e della Juventus. E da buon diplomato in ragioneria è stato meticoloso. Si è partiti da lontano: dagli allenamenti del futuro campione nelle giovanili del Padova e della Juve alla preparazione della prima squadra. Si è parlato di pesi e di palestra, ma soprattutto di farmaci. Guariniello è un pignolo. Si sofferma sui dettagli. E Del Tiero risponde: chi acquista i farmaci per i calciatori, chi li conserva e dove, chi li somministra e quando. In quali dosi, decise da chi e in base a quale programma di «integrazione». Nella conferenza stampa di martedì il dottor Riccardo Agricola, capo dello staff medico della Juventus, non era entrato in questi particolari che Guariniello avrebbe definito utili per inquadrare il problema. Del Piero avrebbe detto di più del suo medico sociale, ma che cosa poteva aggiungere di diverso? Poco. Non ha l'età per parlare del leggendario uovo «à la coque» del dottor La Neve, il dottore che prosciugò in poche settimane la pinguedine di Helmut Haller appena sbarcato alla Juve. Pinturicchio conosce soltanto la stagione del gerovital per la Vecchia Signora e la descrive come una progressiva evoluzione dell'integrazione dei carichi di lavoro con i farmaci. Parla della creatina come del primo prodotto somministratogh, in dosi ritenute compatibili per evitare danni al proprio organismo. E via via la sua dieta farmacologica si è arricchita: anuninoacidi e altro. Nulla però che ricordi l'Epo o l'ormone della crescita. Del Piero parla «serenamente» anche dello sviluppo dell'assistenza farmacologica alla squadra. Mai come all'inizio di questa stagione era stata così curata. C'entrano i nuovi consulenti Guillermo Laich ed Henk Kraijenhof della cui presenza alla Juve si è malignato? E comunque il motivo? Accelerare il recupero dopo la fatica fisica delle prime partite. E' il calcio che viaggia a cento all'ora dall'inizio della stagione. «Non mi sembra un messaggio corretto per i giovani» avrebbe commentato Guariniello. Ma questa è un'altra storia. Per la sua inchiesta conta di più il racconto di Donati che gli ha prospettato il travaso di sperimentazioni di doping dal ciclismo al calcio, al seguito di medici sportivi. Un racconto in cui non si parla più di creatina, ma dell'elite del doping, eritropoietina e ormone della crescita, fra le sostanze dagli effetti collaterali più disastrosi. L'inchiesta di Guariniello sta per incrociarsi con quella di Bologna? «Non ancora». Resta la coda: le dichiarazioni consegnate all'Ansa a nome di Del Piero, dopo la fuga del calciatore dal palazzo di giustizia e dai cronisti in attesa. Parole di trionfo sull'avversario Zeman: «La mia forma fisica è frutto esclusivo del duro lavoro a cui mi sono sottoposto in questi anni. Sono stato sentito quale "persona informata dei fatti" solo perché il nipote dell'ex allenatore della Juventus vincitore di due scudetti (Cestmir Vycpalek, ndr.) ha volgarmente accostato il mio nome a sue personalissime "esternazioni farmaceutiche". Esserne coinvolto mi ha dato fastidio, ma non ha minimamente scalfito la mia concentrazione». Di Zeman non vorrebbe più sentir parlare: «Ora - aggiunge - è compito dei miei legali agùe contro chi mi ha diffamato». Al prossimo match. Alberto Gaino

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