« Rischiamo un esodo dal Kosovo »

« Rischiamo un esodo dal Kosovo » Il ministro dell'Interno annuncia un decreto per aumentare la quota di stranieri prevista per il '98 « Rischiamo un esodo dal Kosovo » «Mapossiamo accogliere migliaia di regolari» INTERVISTA NAPOLITANO E L'EMERGENZA IMMIGRATI GIORGIO Napolitano, ministro dell'Interno, funzionano le intese con Tunisi e Rabat? «Sia con il Marocco che con la Tunisia vi sono state settimane di incertezza. Ora siamo alle prime battute dell'applicazione dell'accordo con la Tunisia, immediatamente esecutivo. Sono soddisfatto della collaborazione con le autorità tunisine e registro una intensificazione di quella marocchina. Sollecitiamo al massimo una collaborazione semplice e spedita, giàpraticata nel passato e anche con paesi più lontani: in queste settimane si è proceduto al rimpatrio di pakistani e cingalesi che sono stati identificati dalle loro ambasciate». Rabat afferma che c'è solo una collaborazione «amichevole» e che tale resterà fino alla firma del protocollo di applicazione dell'accordo. Quanto tempo manca? «Per il tempo che ci separerà dall'entrata in vigore dell'accordo, contiamo su una collaborazione di fatto che si basa su principi generali e intese tecniche. Comunque, solo 4 giorni dopo la firma, abbiamo consegnato al ministero dell'Interno del Marocco la bozza del protocollo esecutivo. Aspettiamo osservazioni e proposte. Spero che non tarderanno». Quando partiranno i marocchini? «Ci saranno novità nelle prossime ore. Conto di poter dare notizia di rimpatri più consistenti di cittadini marocclùni». Sono iniziati i rimpatri ma anche le uscite dei clandestini dai centri di permanenza. Quanti dei 2313 arrivati in luglio torneranno indietro? «I 2313 sono comprensivi anche di non maghrebini già respinti (pakistani, cingalesi, egiziani), nonché di gruppi che hanno fatto domanda di asilo. Nei centri siciliani ne restavano, fino al 13 agosto, circa 1200. Difficile fare previsioni su quanti non saranno rimpatriati. Dipende dalle identificazioni da parte di Tunisi e Rabat». L'accordo con Tunisi non prevede il rimpatrio degli altri maghrebini. Che ne sarà di Libici o algerini? «Sono pochissimi. Eventualmente chiederemo alla Libia o all'Algeria di fare quello che sta facendo 2 Pakistan o lo Sri Lanka. La collaborazione si può perseguire anche senza formali accordi di riammissione». Quanti clandestini sono sbarcati senza essere stati intercettati? «Dal Nord Africa pressoché nessuno. Chi sbarca a Pantelleria o Lampedusa non può sfuggire. Altro discorso è la costa adriatica. Stime sono difficili da fare su una frontiera marittina così lunga». Italia e Marocco hanno accusato la «mafia di Sfax» per gli espatri, ma Tunisi nega e parla di gruppi. Chi ha ragione? «Non ho mai parlato di mafia di Sfax. Sicuramente c'è però un traffico criminale che mette a rischio la vita delle persone imbarcate senza scrupoli». Esiste un legame fra i trafficanti di uomini nell'Est e nel Sud del Mediterraneo? «Chi organizza le partenze dalla Turchia dubito che abbia legami con i nordafricani. Ora stiamo attenti a Malta». Malta è un nuovo punto di partenza dei clandestini? «Ci sono stati piccoli gruppi, come quello arrivato nel Ragusano, che abbiamo ragione di credere siano partiti da Malta». I funzionari del Viminale hanno visto più volte i colleghi turchi negli ultimi mesi. La trattativa per impedire le partenze dei curdi è stata difficile. Ankara ora collabora? «Sono aumentati i controlli sulle coste turche. I fatti dimostrano che Ankara esercita maggiori controlli rispetto all'inizio dell'anno». Teme lui'imminente ondata di profughi dal Kosovo? «Questo è un problema gravissimo e preoccupa alcuni partner assai più di noi, come ha confermato l'incontro in Austria con la partecipazione anche dei ministri dell'Interno di Germania, Francia, Svizzera. C'è forte timore per un'ondata che ancora non si è rovesciata sull'Ue anche se l'Onu già parla di 200 mila profughi dal Kosovo: potremmo avere un'emergenza reale». Lei è stato fra i primi ad indicare la necessità di una politica europea per l'immigrazione. Cosa state facendo per convincere i partner dell'Ue? «Il Trattato di Amsterdam prevede entro 5 anni dall'entrata in vigore l'adozione di misure comuni su immigrazione ed asilo. Abbiamo sollevato la necessità di non aspettare questa scadenza e di elaborare criteri comuni di valutazione su domande di asilo e protezione umani¬ taria. Ed abbiamo proposto di avvicinare le legislazioni nazionali sull'immigrazione. Un primo risultato positivo è stato a fine gennaio il documento dell'Ue sulle risposte da dare all'afflusso di curdi dall'Iraq del Nord e da altri Paesi». I mezzi di prevenzione adottati dalla Spagna nello Stretto di Gibilterra posso essere d'esempio all'Italia? «Sto cercando di avere elementi più precisi dal collega spagnolo Oreja su alcune misure per la protezione delle coste». Perchè in un Paese con 57 milioni di abitanti 2313 clandestini sono un'emergenza? E' un problema culturale o sono le leggi che non vanno? «Avevamo una nonnativa inadeguata ma da marzo è in vigore la nuova legge. Spero anche in un atteggiamento sereno dell'opinione pubblica». An le ha proposto un tavolo di confronto e lei ha accettato. Cosa chiede e cosa offre? «Quella proposta è venuta da un esponente di An, l'onorevole Landi, e l'ho raccolta anche se altri esponenti di An si esprimono in termini incompatibili con un dialogo fruttuoso. Con l'opposizione sono pronto a confrontarmi su dati e soluzioni. Ho ricevuto il Ccd, riceverò esponenti di An e sono in contatto con Forza Italia. Offro la più assoluta disponibilità a comunicare elementi utili e ad ascoltare suggerimenti. Purché siano concreti e sostenibili». Cosa pensa della proposta di far restare i clandestini nei centri fino al rimpatrio? «A tempo indeterminato? E' una proposta in contrasto con la tutela di diritti fondamental. I 30 giorni massimi previsti dalla legge non sono un tempo trascurabile». Lei ha parlato di possibili «decreti correttivi» della legge. A cosa si riferisce? «I decreti correttivi sono previsti dalla legge. Il governo li può emanare entro 2 anni per modificare e integrare la legge, nel rispetto dei suoi indirizzi. Ne abbiamo già adottato uno, all'esame delle Camere, per siglare accordi di collaborazione con Paesi di provenienza del flusso migratorio al fine di contra¬ stare l'immigrazione clandestina e per fornire alla Timisia equipaggiamenti di controllo delle coste. In questo momento non penso a niente altro di già definibile». Hicham Lofti, tunisino, è stato il primo a lasciare il centro di Trapani. Vuole andare a Parigi. E' un clandestino a piede Libero, come tanti... «Non ci può essere il prolungamento a tempo indeterminato della presenza dei centri di accoglienza. Rischieremmo obiezioni di costituzionalità. Certo, Lofti è un clandestino a piede libero. Ma bisogna vedere quanto è destinata a durare questa sua condizione». Il flusso immigratorio annuale fissato in 20 mila unità per il '98 sarà rispettato? «Il decreto fu adottato prima della nuova legge. Quelle 20 mila unità sono state esaurite. Vi sarà un decreto integrativo». Quanti ne aggiungerete? «Definiremo col ministero del Lavoro il contingente per gli ultimi 4 mesi, forse con quote nazionali di lavoro stagionale o a tempo indeterminato. Se in regola, possiamo accogliere migliaia di stranieri con le famiglie». Quali sono le reali esigenze di manodopera straniera? «Riceviamo sollecitazioni a consentire regolarizzazioni di stranieri entrati in Italia prima della nuova legge e inseriti in imprese. E' una spinta che viene dalle organizzazioni imprenditoriali e che riflette 0 timore di perdere l'orza lavoro». Maurizio Molinai-i fi fi Dalle organizzazioni degli imprenditori riceviamo sollecitazioni affinché gli immigrati che già lavorano nelle imprese possano regolarizzarsi jpp La nostra attenzione è ora rivolta a Malta come nuovo punto dipartenza dei viaggi Non possiamo tenere nei centri i clandestini per più di 30 giorni Sarebbe incostituzionale p ip ^^^^jx^s>^>is- . san Il ministro del Lavoro Tiziano Treu e nella foto grande il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano Si raccolgono le generalità di un gruppo di albanesi e curdi

Persone citate: Giorgio Napolitano, Hicham, Landi, Lofti, Maurizio Molinai-i, Oreja, Tiziano Treu