A Ivrea l'acqua è tornata potabile
A Ivrea l'acqua è tornata potabile L'emergenza idrica è durata 24 ore. Il sindaco di Cuorgnè non revoca l'ordinanza A Ivrea l'acqua è tornata potabile Ma nessuno spiega l'aumento delferro nelle condutture IVREA. L'incubo è finito, fortunatamente dopo un giorno appena. Ieri pomeriggio il vicesindaco di Ivrea, Alfredo Pugliese, ha revocato l'ordinanza di mercoledì, con la quale si vietava il consumo dell'acqua per scopi alimentari a causa di una eccessiva concentrazione di ferro. Un provvedimento che interessava tutti gli eporediesi, ma anche gli abitanti di Pavone e Banchette e alcune decine di utenti di Romano, Albiano, Chiaverano e Montalto, serviti dallo stesso acquedotto, per un totale di circa 35 mila persone. «Dagli esiti delle ultime analisi - spiega Pugliese -, sia le nostre sia quelle effettuate dalla nuova società per la gestione dell'acquedotto, non risultano indici di inquinamento. I valori del ferro sono rientrati nei limiti ammessi dalla legge, abbiamo quindi potuto revocare un'ordinanza che avrebbe di certo causato non pochi disagi». E' recente il ricordo dell'emergenza idrica - durata diverse settimane - della primavera dello scorso anno. Anche in quel caso era stato l'eccesso di ferro a far chiudere i rubinetti, obbligando gli amministratori comunali a vietare l'acqua per uso alimentare. Da allora i problemi dell'acquedotto sono stati al centro della vita politica cittadina, tra polemiche e denunce in procura. La «patata bollente», ora, è passata alla neonata Società Canavesana Acque, creata con la Aam e la Sap di Torino per la gestione del ciclo integrato delle acque. «Anche se formalmente non è ancora operativa - aggiunge il vicesindaco - ha iniziato subito a collaborare, cercando di comprendere i problemi della nostra rete». Ed è stata l'occasione per inaugurare anche il numero verde del Comune (167/569430), attivato ad aprile e affidato alla cooperativa Conte Verde per fornire informazioni ai cittadini in caso di emergenza. Resta da capire cosa abbia determinato l'innalzamento dei valori del ferro nei pozzi di regione Darola, nelle campagne tra Ivrea e Fiorano. Non si esclude che la causa possa essere la vecchia miniera di Calea e Brosso, in disuso da una trentina d'anni, con decine di cunicoli e filoni sotterranei. Da quella montagna, addirittura, scende un rigagnolo comunemente chiamato «Dora rossa», per il colore dell'acqua. I verdi non sono tranquilli, e annunciano battaglia: «E' inammissibile dice Graziella Bronzini - che hi tutti questi anni nessuno abbia mai verificato a fondo se quelle miniere possono avere effetti sul- le falde acquifere». Se la situazione è tornata alla normalità a Ivrea e nel circondario (ieri i vigili del fuoco avevano comunque messo le autobotti a Banchette e Pavone, gli unici 2 Comuni che ne avevano fatto richiesta), qualche problema lo deve ancora risolvere Cuorgnè, dove l'acqua deve essere bollita a causa di un lieve inquinamento batteriologico. Le analisi dicono che l'allarme è rientrato, ma il sindaco Giancarlo Vacca Cavalot non ha ancora revocato l'ordinanza. «Abbiamo iniziato la disinfezione delle condutture spiega -. Un'operazione precauzionale, entro 3 o 4 giorni si torna alla normalità». Mauro Revello In questi giorni nel Canavese molti hanno fatto grandi scorte di acqua minerale
Persone citate: Alfredo Pugliese, Chiaverano, Conte Verde, Fiorano, Giancarlo Vacca Cavalot, Graziella Bronzini, Mauro Revello, Montalto
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