Udinese, centrocampo di classe
Udinese, centrocampo di classe L'obiettivo dei friulani: dimenticare in fretta le partenze di Helveg e Bierhoff Udinese, centrocampo di classe Ilghanese Appiah asso nella manica di Guidolin UDINE. E' l'Udinese della rifondazione quella che si presenta ai nastri di partenza del prossimo campionato. Sono partiti per altri lidi Alberto Zaccheroni, Oliver Bierhoff e Thomas Helveg ma, soprattutto, alcuni degli autori del miracolo dei friulani di questi anni come Pietro Lo Monaco, a Udine capo degli osservatori e ora direttore generale al Brescia, e Carlo Piazzolla, dg in Friuli e ora consulente di Franco Sensi presidente della Roma. Il tutto, però, non ha fatto perdere entusiasmo alla famiglia Pozzo, ormai lontanissima dai propositi di ritiro dal mondo del calcio, la quale ha radicalmente cambiato rotta affidando la guida dirigenziale ad una vecchia volpe come Pierpaolo Marino e mettendo in panchina un allenatore che ha già dimostrato di saper fare miracoli come insegna la sua vincente e lunga esperienza vicentina: Francesco Guidolin. A disposizione del «professorino» di Castelfranco Veneto c'è una rosa ritoccata solo nei ruoli lasciati scoperti dai partenti e valorizzata con l'innesto di qualche jolly pescato all'estero (leggi l'eclettico centrocampista olandese Henry Van Der Vegt) o qualche giovane tutto da scoprire come l'esotico togolese Tchangai. L'insieme dei giocatori vecchi e nuovi assicura un tranquillo futuro alla formazione friulana, ma rimane da scoprire il margine di miglioramento di una giovane squadra che, a centrocampo specialmente, ha se possibile aggiunto qualità e varietà di scelte ad una rosa già competitiva nello scorso campionato. La tentazione sarebbe quella di mettere in copertina Roberto Sosa, centravanti argentino preso a suon di miliardi (esattamente 10, il giocatore più costoso della storia dell'Udinese) per non far rimpiangere Oliver Bierhoff, ma è più suggestivo pensare alla linea mediana dell'Udinese, in assoluto una delle più valide del campionato. I quattro posti disponibili nel 3-4-3 riveduto e corretto «alla Guidolin» saranno oggetto dei desideri e delle mire di nove mediani tutti nel giro delle squadre nazionali dei loro rispettivi Paesi. Per esempio Giannichedda, che Zoff ha osservato nel Trofeo «Birra Moretti» di recente, oppure Walem, prossimo faro della nazionale belga, o ancora Bachini, altro azzurrabile, oppure Bisgaard, forte talento danese. Per non parlare del già citato Van Der Vegt, tre presenze con l'Olanda per lui, delle due sorprese mondiali Jorgensen e Pineda nonché del veloce argentino Navas. La vera e propria miniera d'oro (nero) calcistico è, però, Stephen Appiah. II ragazzo del Ghana, «uno che diventerà il fenomeno del centrocampo mondiale in due anni» per Zaccheroni, è l'ultimo gioiello della «collezione» Pozzo e si sta imponendo all'attenzione di Francesco Guidolin a colpi di prestazioni maiuscole e saggi di classe cristallina già in questo precampionato. Il ragazzo «vede» il gioco come pochi altri e, nonostante sia anagraficamente un pupo, comanda con la saggezza di un veterano le operazioni in mezzo al campo. Ha tiro, dribbling, un lancio millimetrico e potenza pura: è lui il vero centrocampista del Duemila. Va comunque disciplinato e questo Guidolin lo sa bene. Se passerà gli ultimi esami del pre-stagione potrebbero subito schiudersi le porte del campo per il ragazzetto nato ad Accra la vigilia di Natale del 1980. Un bel giorno per venir fuori campioni. Francesco Facchini LA NUOVA Francesco Guidolin
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