Rodin, la statua dello scandalo

Rodin, la statua dello scandalo Un secolo dopo, Parigi riscopre il monumento per il quale Zola scatenò un altro «affaire» Rodin, la statua dello scandalo Balzac di bronzo, un sacrilegio lungo otto anni SPARICI C0PPI0' lo stesso anno àeWaffaire Dreyfus. Un'altra faccenda che divise il —I Paese tra innocentisti e colpevolisti. Anche in questo caso Emile Zola fu coinvolto e scrisse un perentorio j'accuse. Anzi, in questo caso lo aveva scritto con parecchio anticipo. Era venuto a sapere che si era deciso di erigere a Parigi una statua in onore di Alexandre Dumas. Senza aver nulla contro Dumas, Zola trovava scandaloso che a tanti anni dalla morte di un altro grande scrittore, per lui ben più meritevole, Honoré de Balzac, non fosse ancora stata fatta la stessa cosa in suo onore. E in modo ostentatamente provocatorio aveva fatto la controproposta, concludendo il l'appello così: «Che si cerchino dei giornali, che si formi un comitato, che si ottenga dal Consiglio municipale un posto, il più largo e il più centrale che sia dato trovare. Sarò soddisfatto se avrò ristabilito l'ordine e impedito un'opera di suprema ingiustizia. Io sottoscrivo con mille franchi. Darò cento franchi per la statua di Alexandre Dumas, quando avrò dato mille franchi per la statua di Balzac». Pubblicato sul Figaro del 6 dicembre 1880. La radice dell'adire è là, in quelle righe. La statua in onore di Balzac cominciò allora ad avere dei reali sostenitori, ma nel 1891 ancora niente era stato fatto, o meglio niente che andasse nel senso degli auspici di Zola. Pare che riuscì a farsi eleggere presidente della Société des gens de lettres unicamente per prendere in mano la faccenda e condurla in porto. Un primo scultore cui era stata affidata la realizzazione della statua, e che aveva cominciato a lavorare, Chapu, venne ucciso da una congestioone polmonare. Zola riuscì a fare in modo che l'incarico venisse proposto a Rodin e che lui accettasse. E Rodin si gettò nell'impresa con un entusiasmo e un vigore senza pari. Quando otto anni dopo, molto oltre i termini previsti e dopo vicissitudini improbe, la statua fu finalmente pronta, la Société des gens de lettres non più presieduta da Zola (il quale si era nel frattempo un po' disamorato della vicenda, per il dilungarsi a suo parere eccessivo di Rodin) restò senza parole. Inaccettabile. La statua era inaccettabile, per la Société. E l'affaire scoppiò. Chi si lanciò in nome dell'arte a difendere la statua di Rodin, chi in nome di valori estetici tradizionali l'attaccò. Coloro che presero parte per Rodin erano in altissima percentuale dreyfusardi. Ma a Rodin la «politicizzazione» del suo lavoro, cui tanto si era appassionato da definire un giorno la statua il pivot, il perno, della sua estetica, non piacque (lui del resto, non aveva assunto posizione ufficiale nell'affaire Dreyfus e se l'avesse fatto sarebbe stato con gli antidreyfusardi). Rifiutò la sottoscrizione, l'ennesima, che i suoi sostenitori avevano lanciato e clùese di poter riacquistare il gesso dello scandalo (la fusione in bronzo non era ancora stata realizzata), per esserne in tutto e per tutto ' unico proprietario. A distanza di un secolo, a Parigi, una mostra rievoca la storia della statua, appassionante per le molteplici implicazioni. E' al Musée Rodin, aperta fino al 13 settembre, da vedere soprattutto se si legge a supporto il catalogo, edito dal Museo, estremamente curato e minuzioso nella ricostruzione. Tra i saggi pubblicati nel volume, particolarmente interessante è quello di Roland Chollet, grande studioso di Balzac (gli altri saggi sono per lo più affidati a storici dell'arte e specialisti di Rodin), che propone un seducente rapporto di continuità tra l'energia creatrice di Balzac e quella di Rodin, come il passaggio di una fiaccola dallo scrittore all'artista, verificatosi con il progressivo immedesimarsi di Rodin in Balzac. Mariolina Bertini, altra grande esperta di Balzac, ci ha segnalato l'interesse della mostra da un lato, la bellezza del saggio di Chollet d'altro lato. Ma perché i membri della Société des gens de lettres restarono tanto indignati di fronte al grande gesso di Rodin? La ragione addotta fu che non vi si riconosceva lo scrittore. I più tradizionalisti accusarono Rodin di aver fatto un Balzac simile a una foca (e una piccola statuetta caricaturale di un Balzac-foca prese a essere venduta per le vie di Montmartre a irrisione dello scultore, che peraltro se ne procurò una). Il confronto con la celebre statua del Baiser, che Rodin ebbe il coraggio di esporre insieme al Balzac, fece urlare al sacrilegio. Scultore di tutto riguardo per il Bacio, con il Balzac Rodin aveva tradito se stesso e i suoi estimatori. Non fu capito l'immenso sforzo che Rodin aveva fatto per creare un'opera realmente unica, che ritraesse Balzac non banalmente o solo nei tratti esteriori. Enorme era stato il suo lavoro di documentazione per «entrare» in quella statua. Quando Rodin accettò l'incarico, esistevano pochissime immagini di Balzac. Alcuni dagherrotipi tra cui quello splendido di Nadar, il busto di David d'Angers, un ritratto di Balzac giovane ch'egli aveva offerto a una donna amata, non da far circolare, e poco più. A lungo Balzac non aveva amato il suo aspetto fisico, pensarlo riprodotto era stato per lui un tabù. Molto numerose erano invece le caricature che di lui erano state fatte, ma queste poco servivano a Rodin. Si procurò anche quelle, ma soprat- In quericedellodes tutto si gettò alla frenetica ricerca di ogni tipo di informazione o documento che potesse aiutarlo a farsi un'immagine sua di Balzac, il più possibile fedele alla grandiosa complessità dell'uomo. Rodin mirava a un ritratto interiore. Aveva bisogno di faticare, per arrivarci. Si recò a Bruxelles, dal visconte Spoelberch de Lovenjoul, un appassionato di Balzac che dopo la sua morte si era messo a raccogliere tutto ciò che lo riguardava, rincorrendo ad esempio ogni cosa che la vedova disperdeva, primo collezionista che fece da solo un lavoro immane e fondamentale per i futuri studiosi. Rodin consultò tutto il materiale in suo possesso, poi, contro il parere dello stesso visconte, il quale gli ricordò che la famiglia di Balzac non era di Tours benché lui vi fosse nato, si recò in Touraine. Qui trovò il sarto dello scrittore, che per dedizione al maestro aveva conservato un quadernino con tutte le sue misure, di cui si serviva quando doveva confezionargli degli abiti. Rodin le trascrisse con cura e chiese al sarto se nei dintorni non ci fosse qualcuno che nei tratti potesse ricordare Balzac. C'era. Era un vetturino. «Una goccia d'acqua», gli disse il sarto. Quando lo vide, Rodin fu entusiasta. I volumi della testa erano perfetti. Realizzò una serie di teste del vetturino, che poi avrebbe messo completamente da parte, ma che gli servirono in quella fase di studio. Era la fase che Chollet definisce di «feticismo del vero», lo stesso feticismo in nome del quale Balzac aveva voluto dare nomi veri ai personaggi inventati della sua Comédie. Una necessità, per così dire, psicologica. Il grande ventre che Rodin fece al Balzac definitivo, l'«obesità» che tanto fece discutere per il suo contrastare con i canoni del bello, era il mondo che lo scrittore portava in sé. Del cui peso e della cui possenza Rodin si sentì investito e come incaricato realizzando la statua. Quel ventre era il segno esteriore della fecondità di Balzac. La Société giudicò brutta la scultura perché non abbastanza somigliante, poco adatta all'ufficialità. Rodin se la mise in giardino, nella sua casa a Meudon. Fece realizzare da un giovane amico fotografo americano, MWHWpS Eduard Steichen, ■Mf^:M&>; clichés notturni. Presenti m catalogo, sono di grande effetto. Quando morì, Rodin chiese che nessuna fusione in bronzo della statua venisse reabzzata se non dopo che la v ,s j città di Parigi avesse commissionato la prima. La sua volontà venne esaudita solo nel 1939. Il Balzac, per cui era stato scelto dopo lunghissime esitazioni il carrefour Vavin, all'incrocio tra boulevard Raspail e boulevard du Montparnasse, venne inaugurato alla vigilia dello scoppio della guerra. Gabriella Bosco 1898: le Balzac de Rodin Musée Rodin 77, rue de Varenne Fino al 13 settembre Orari: tutti i giorni escluso lunedì, 9,30-17,45 Catalogo edito dal Museo, FF 410 In quell'opera-feticcio l'artista ricevette l'energia creatrice dello scrittore: ma la Société des gens de lettres la bocciò Emile Zola. Sotto, Balzac e Auguste Rodin nò un o Venerdì 14 Agoaltro «afni La statdedicòoggi si nel paVavin, tra boe bouldu MoMWHWpS ■Mf^:M&>; v ,s j La statua che Rodin dedicò a Balzac oggi si trova nel parigino carrefour Vavin, all'incrocio tra boulevard Raspail e boulevard du Montparnasse

Luoghi citati: Bruxelles, Parigi