«Usura e racket ci costano 30.000 miliardi»

«Usura e racket ci costano 30.000 miliardi» CQJVMAERCiARm «Usura e racket ci costano 30.000 miliardi» ROMA. Ogni anno i commercianti italiani perdono quasi 30.000 miliardi a causa delle varie «attività» criminali, usura, estorsioni, truffe e microcriminalità di tipi diversi, più del doppio della prossima manovra economica. E' il conto fatto dalla Confesercenti, che sottolinea anche come dall'inizio degli Anni 90 abbiano chiuso i battenti 370.000 commercianti. Per l'usura, scrive Confesercenti in una nota, i commercianti pagano un prezzo di 15.000 miliardi l'anno, per il racket 8000, per le truffe 2750 e per la microcriminalità 3900. In particolare, il racket è attivo su 140.000 commercianti, in gran parte al Sud: a Catania e a Palermo 4 negozi su 5 pagano il pizzo, a Reggio Calabria il 70% delle imprese, a Napoli e Bari il 50%, con punte di oltre il 90% nell'hinterland. Sono invece, sempre secondo i conti della Confesercenti, 120.000 i commercianti «strozzati» da circa 25.000 usurai, per oltre 245.000 posizioni debitorie; regioni colpite in particolare, Lazio e Campania, con Roma e Napoli città capofila. Sono in calo le denunce di usura, dalle 3955 del '94 alle 1639 del '97, ma il fenomeno è spiegato dalla Confesercenti con la paura dei commercianti, visto la sempre maggiore violenza degli usurai.

Luoghi citati: Bari, Campania, Catania, Lazio, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma