Monopolio Fs addio, arrivano i treni stranieri

Monopolio Fs addio, arrivano i treni stranieri Ammessa (per ora) la concorrenza nei «merci». Nonostante anni di tagli il passivo torna a crescere Monopolio Fs addio, arrivano i treni stranieri Per le Ferrovie via a liberalizzazione e scorporo ROMA. Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto, diventa operativa anche in Italia la liberalizzazione del trasporto ferroviario. Fra i primi effetti della nuova normativa, che segna un passaggio storico per le Ferrovie dello Stato, ci sono la separazione in due tronconi delle Ferrovie dello Stato - con due divisioni per gestire la rete e i servizi - e l'arrivo, forse già dal prossimo anno, di treni stranieri sui binari italiani per poter effettuare, intanto, trasporto merci. La nuova disciplina, che ci mette in linea con al direttiva comunitaria, fissa già i criteri per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria da parte di altri operatori, e stabilisce il metodo per la determinazione dei canoni di circolazione. Il canone sarà calcolato in base a una serie di parametri e soggetto a revisione annuale in base al tasso di inflazione programmato. Il regolamento sottolinea, comunque, che il calcolo, l'applicazione e la riscossione del canone deve rispettare i principi di equità e deve evitare discriminazioni. A vigilare sull'attività di trasporto ferroviario rimarrà il ministero dei Trasporti e della navigazione, mentre i rapporti tra il gestore della rete e lo Stato saranno disciplinati da un atto di concessione e da un contratto di programma. Resta aperto il problema della successiva gestione del comparto servizi da parte delle Fs: in proposito, la società sarebbe orientata a dividerlo in tre divisioni (lunga percorrenza, trasporto locale e merci) ed eventualmente, in futuro, in altrettante società, forse, sottoposte al controllo di un'unica holding. A completare la struttura ci saranno alcune società controllate: Metropolis, Italferr e le grandi officine di riparazione. Nelle intenzioni, la holding dovrà essere «magra» sia come struttura che quanto a personale. Ci sarà decentramento dei compiti e delle responsabilità. La holding dovrà curare solo la gestione finanziaria e quella delle risorse chiave e fissare alcune regole sulla qualifica dei fornitori e sul personale. Il resto sarà compito delle divisioni. E ogni divisione dovrà puntare a massimizzare i profitti. Ma per intanto torna a crescere il peso delle Ferrovie sui conti pubblici, nonostante anni di tagli ininterrotti: gli oneri per lo Stato derivanti dalla gestione delle Fs sono tornati ad aumentare lo scorso anno del 5,7 per cento. E' quanto rivela la Relazione della Corte dei Conti sul ministero del Tesoro, azionista della spa ferroviaria. Secondo i dati forniti dai magistrati con¬ tabili la somma sostenuta dallo Stato ha superato lo scorso anno i 24.000 miliardi, rispetto ai 22.780 del 1996. Anche in termini di cassa si è registrato un sensibile aumento della spesa, passata da 18.927 miliardi del '96 a 22.262 del 1997. Per la sola copertura del disavanzo del fondo pensioni dei ferrovieri lo Stato ha stanziato, infatti, nel 1997 6900 miliardi. L'incremento degli oneri è imputabile anche all'aumento della posta per l'acquisto da parte dello Stato dei servizi di trasporto passeggeri, e per la remunerazione della differenza tra introiti previsti con i prezzi finali della società e quelli realizzati con l'applicazione dei prezzi imposti dallo Stato: gli oneri sono passati da 2802 miliardi del 1996 a 3526 del 1997. Nei trasferimenti dello Stato alle Fs, si legge nella relazione, quote di risorse andranno per la ristrutturazione delle ferrovie in concessione. [r. e. s.] Il ministro dei Trasporti Burlando

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