Fresco; ho ritrovato un'Italia migliore
Fresco; ho ritrovato un'Italia migliore Intervista con l'Espresso: «Trasparenza e valorizzazione dell'uomo i miei valori» Fresco; ho ritrovato un'Italia migliore // presidente Fiat: solo la flessibilità crea posti di lavoro ROMA. Il presidente della Fiat Paolo Fresco ha rilasciato la sua prima intervista all'«Espresso», che la pubblica nel numero in edicola oggi. Eccone alcuni stralci. Appena nominato, il suo commento è stato: «E' una bella sfida». Perché? <(A 65 anni, assumere un incarico importante come la presidenza del più grande gruppo privato italiano, un'azienda con la storia e il prestigio della Fiat, vuol dire davvero iniziare una nuova vita. Ripartire da zero. E' una sfida riuscire a trasferire alla più importante impresa italiana le esperienze maturate in una vita passata all'estero, e reinterpretare, facendo un salto culturale, una realtà sicuramente molto diversa da quella americana». Quali sono i princìpi in cui crede e che intende portare in Fiat? «Credo nella forza della trasparenza. E' una conseguenza del mio carattere: sono un uomo molto diretto. Credo nel potere della comuni¬ cazione, che deve superare le barriere burocratiche e gerarchiche tra funzioni e titoli. Considero il capitale umano la risorsa principale di un'azienda. Bisogna valorizzare gli uomini, coinvolgerli con generosità, al 100 per cento, senza nessuna riserva. Per questo occorre prima di tutto conoscerli bene. Sono un buon osservatore: forse non mi ricordo che cravatta portano i miei interlocutori, ma non dimentico mai quello che dicono e come lo dicono». E da un punto di vista produttivo? «Puntare su soluzioni globali. Allungare la catena del valore. Non vendere più soltanto l'attività primaria, ma immetterla sul mercato collegata a tutta una serie di servizi. Questa filosofia della General Electric, così come quelli che lei chiama princìpi fondamentali, li ho trovati anche in Fiat. Il mio compito con Cantarella sarà di accelerare questa impostazione e, se possibile, di accentuarla». E l'Italia? «L'Italia è migliorata, maturata, è più consapevole delle proprie possibilità. La mia prospettiva è forse più serena di quella di chi, immerso quotidianamente nei problemi del Paese, ha una percezione meno nitida della realtà in cui vive, e tende più a drammatizzare». Che cosa l'ha sorpresa in questo ritorno a casa? «Qualche dettaglio. Per esempio, mi sono accorto che per gli italiani le cose non sono mai come appaiono. Anche quando le situazioni sono estremamente chiare, c'è sempre qualche dietrologo pronto a darne una versione fantasiosa, piena di misteriosi retroscena. Ma è una debolezza, questa, che hanno anche altri in Europa, come i francesi». Quali prospettive vede per l'occupazione? «Intanto non è solo un problema italiano, ma di tutta l'Europa. Si tratta di un argomento troppo complesso per sintetizzarlo in mia semplice formula. Posso dire ciò che l'esperienza americana, e in generale la conoscenza del mondo anglosassone, mi hanno insegnato: dove non esistono vincoli o timori per la mobilità delle persone nel mercato del lavoro, la disoccupazione è più bassa. In Europa le politiche di tutela dei posti di lavoro esistenti, là dove sono diventate troppo rigide, spesso si sono paradossalmente trasformate in un freno alla creazione di nuova occupazione, soprattutto per i giovani». Quindi la ricetta è la flessibilità? «Sicuramente, flessibilità e formazione continua. Ma accompagnate da una forte spinta alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore dei servizi. E' la direzione verso cui devono tendere tutte le società post¬ industriali». Dicono di lei: è un decisionista. Come sopporterà i compromessi, le mediazioni tipiche della realtà italiana? «In Italia la parola compromesso ha un valore quasi sempre negativo. Mentre "compromiso" in spagnolo è sinonimo di intesa e "compromise" in inglese indica un accordo onorevole, il massimo che si possa ottenere tra le parti. In una trattativa di affari, qualunque essa sia, l'ideale è che ci siano due vincitori, non un vincitore e im vinto». Paolo Fresco presidente della Fiat
Persone citate: Cantarella, Fresco, Paolo Fresco
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