«Non è azzardo se la posta in palio è solo un caffè»

«Non è azzardo se la posta in palio è solo un caffè» La Cassazione sul gioco «Non è azzardo se la posta in palio è solo un caffè» ROMA. Gli amanti delle partite a carte al bar possono stare tranquilli: passare il tempo tra amici, giocando e scommettendo una consumazione non è «gioco d'azzardo». Quindi, non può essere punito. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, alle prese con il caso di due giocatori condannati per aver giocato in un bar a scala quaranta, mettendo come posta in palio una consumazione. «L'espressione gioco "d'azzardo" ha un significato univoco - sostengono i giudici della Suprema Corte - che non può includere il gioco di scala quaranta fatto tra amici con ima posta in gioco irrisoria, una consumazione». Secondo la Cassazione, infatti, «il fine di lucro richiesto dal legislatore come elemento costitutivo ed essenziale del gioco d'azzardo deve essere interpretato come fine di trarre un guadagno economicamente apprezzabile». Nella sentenza viene richiamato un precedente pronunciamento della Cassazione, con il quale si sostenne che «il fine di lucro si ha tutte le volte in cui il gioco è esercitato per conseguire vantaggi economicamente valutabili, salvo che la posta sia esigua». [AdnKronos]

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