L'italia ostaggio dell'ozono

L'italia ostaggio dell'ozono Roma studia il blocco del traffico. Summit di assessori a settembre con il ministro Ronchi L'italia ostaggio dell'ozono Soglia d'allarme da Torino a Napoli ROMA. L'aria è ammalata. Spinto dal caldo-record, l'allarme ozono sta diventando una fastidiosa abitudine. Il velenoso abbraccio è ormai regola generale, scende da Torino e approda a Napoli. Le centraline continuano a diffondere dati preoccupanti, con la fatidica cifra dei 180 microgrammi per metro cubo toccata in più ore del giorno e a volte anche decisamente superata. Detta così, la cifra appare misteriosa, ma nei parametri stabiliti dagli scienziati significa che si è toccato il «livello d'attenzione», a metà strada tra i 130 microgrammi (che sono pressoché inoffensivi) e i 360 (che invece sono pericolosi e richiedono interventi d'urgenza): con questa concentrazione meglio evitare di uscire nelle ore più torride e di fare esercizio fisico e meglio ancora limitare al minimo l'uso delle auto. E infatti a un blocco del traffico ci sta pensando Roma, indicata l'altro ieri come città «maglia nera» del Vecchio Continente per l'inquinamento da ozono. Le documentate accuse di Legambiente hanno lasciato il segno e l'assessore all'Ambiente, Loredana De Petris, ha subito tirato fuori dal cassetto un piano anti-traffico, con il quale i veicoli subiranno arresti settimanali e bisettimanali. Purtroppo, però, soltanto a cominciare da ottobre. Intanto, sulle cifre è cominciata la polemica, con il Comune capitolino che sottolinea come la paura degli ecologisti sia eccessiva e si debba imputare alla sofisticazione - giudicata quasi unica - del sistema delle stazioni di monitoraggio, in grado di individuare sia gli inquinanti «convenzionali» (monossido di car¬ bonio, ossido di azoto, anidride solforosa, ozono, polveri totali sospese) sia quelli «non convenzionali» (idrocarburi policiclici aromatici, benzene). In altre parole, quindi, - conclude un comunicato ufficiale - «vengono tempestivamente diffusi dati sulla qualità dell'aria che in altre situazioni non sono neanche rilevabili». Resta, comunque, un bollettino generale sconfortante. Citando i casi clamorosi, a Milano, ieri, si è superata la soglia d'attenzione per il sesto giorno consecutivo e il Comune ha invitato a dimenticare l'auto per utilizzare i mezzi pubblici. A Torino, la situazione è anche peggiore, con l'ozono che, dopo aver toccato un massimo di 243 microgrammi, è sceso a 189, ancora al di là, quindi, della famosa «quota 180». Brutte notizie anche da Bologna, in cui fanno sapere le centraline - si sono sono raggiunti i 211 per poi ridiscendere a 183. E a Napoli gli sforamenti sono stati simili, due in poche ore. Vista la situazione, Legambiente propone una ricetta che non si limita ai tagli alla circolazione, giudicati troppo blandi. Chiede quindi maggiore estensione ed efficienza della rete dei mezzi pubblici, diffusione dei motorini elettrici e delle biciclette, edificazione di isole pedonali che dai centri urbani si estendano come una ragnatela fino alle periferie. Per questo, in autunno è previsto il via a una campagna di sensibilizzazione che individuerà 10 «punti neri» in altrettante città in cui l'allarme ozono è maggiore e la congestione del traffico tocca i tetti massimi. L'«operazione mal'aria» farà di tutto per rendersi visibile, anche ai distratti, con l'esposizione, di lenzuola che dovranno rilevare le impurità dell'atmosfera. «Abbiamo l'impressione che su questa emergenza i sindaci si siano un po' seduti. Occorre prendere contromisure», ha dichiarato Alberto Fiorillo della direzione nazionale di Legambiente. Ma, a dir la verità, l'impasse è generale. Se a settembre è previsto a Roma un vertice di assessori comunali con il ministro all'Ambiente Edo Ronchi, in Europa, dove il problema è identico, ogni città e ogni Stato procede in ordine sparso. E sull'allarme-ozono il Continente brilla per l'assenza di una politica comune.[g. bec] I SCOHSfùUAII ttfltRVUUO 01 PU8W MISS* Padova: l'ozono è da record e i segnalatori del traffico invitano a non usare l'auto

Persone citate: Alberto Fiorillo, Edo Ronchi, Loredana De Petris, Ronchi