Israele di Aldo Baquis
Israele Israele «Truffa ai reduci malati di mente» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Centinaia di ebrei che hanno perso la ragione durante l'Olocausto vivono da decine di anni in Israele in condizioni di indigenza, ricoverati in affollate case di cura nonostante che nei loro conti bancari si siano accumulate cifre considerevoli grazie agli indennizzi giunti dalla Germania. Per agevolare le loro condizioni, i medici curanti necessitano di volta in volta il permesso di un Ombudsman nominato dal governo israeliano: ma negli ultimi anni la risposta è quasi sempre negativa. Il quotidiano Maariv, che ha rivelato lo scandalo, ha parlato di una «Grande truffa ai superstiti dell'Olocausto». Ha anche citato medici dell'ospedale psichiatrico Abrabanel di Bat-Yam (Tel Aviv) convinti ormai che le autorità israeliane attendano solo la morte di quegli sfortunati per ereditarne i beni. Dall'Oinbudsman - l'avvocato Shmuel Zur - il giornale non è riuscito nemmeno a sapere con esattezza né quanti siano complessivamente i malati di mente sopravvissuti alla Shoah (800, 900, l'orse 950), né l'entità dei t'ondi che egli gestisce. Secondo le stime si tratta di alcune decine di milioni di dollari. Di fronte allo scandalo esploso con fragore alla Knesset, dove fioccano le interpellanze - i ministeri della Giustizia e della Sanità hanno ordinato la costituzione di una Commissione di inchiesta presieduta da un giudice a riposo, Yaakov Bazak. Ieri il rabbino capo Meir Israel Lau, lui stesso un sopravvissuto all'Olocausto, si è recato nell'ospedale psichiatrico Abrabanel. All'uscita aveva le lacrime agli ocelli. Era il 1952 quando a S. Giovanni d'Acri (Haifa) attraccò una nave che aveva a bordo 1000 (forse anche 1500) ebrei europei, tutti incapaci di intendere, tutti privi di legami familiari in Europa, o in Israele. In mancanza di soluzioni migliori furono internati in un carcere britannico. Per loro, dicono i medici, il tempo si era bloccato. Nelle loro nuove celle, molti di loro avevano del resto l'impressione di essere ancora nelle mani dei nazisti. Negli anni Sessanta e Settanta il governo tedesco versò ad Israele una cifra complessiva di indennizzo di quattro miliardi, che furono impiegati in prevalenza per costruire le infrastrutture dello Stato ebraico. La Germania versò anche assegni mensili ai superstiti delle persecuzioni che fecero richiesta: in quella occasione, afferma Maariv, parte dei malati furono dimenticati. Ciò nonostante, alcuni di essi dispongono di considerevoli patrimoni e di rendite che vengono amministrate - asseritamente nel loro interesse - da un Ombudsman nominato dal governo. Psichiatri degli ospedali Abrabanel, Shaar Menashe, Beer Yaakov e Lev ha-Sharon hanno detto che mentre l'Ombudsman precedente (Amram Blum, un superstite dell'Olocausto) cercava in tutti i modi di migliorare le condizioni di degenza dei superstiti, quello attuale - Shmuel Zur - «è molto parsimonioso». Ecco così che i medici sono costretti a lottare per ottenere da lui un assenso ad acquistare a un degente (con i suoi propri soldi) una dentiera, per poter così tornare a mangiare carne dopo anni di brodini. Strenue lotte sono necessarie per garantire a una paziente l'acquisto mensile di una medicina del costo di 150 mila lire, ed evitarle così le convulsioni provocatele da un farmaco più economico. Impossibile inoltre acquistare per un altro malato, con i suoi soldi, un condizionatore d'aria perché - spiega il gelido avvocato Zur - «ne gioverebbero anche gli altri pazienti». Aldo Baquis
Persone citate: Beer Yaakov, Blum, Israel Lau, Meir, Shmuel Zur, Yaakov Bazak
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