Fiume di dollari per difendere il Presidente di E. St.
Fiume di dollari per difendere il Presidente CASA BIANCA Le spese legali sfiorano i 18 miliardi di lire, anche Spielberg e Barbra Streisand sottoscrivono Fiume di dollari per difendere il Presidente Da quando è esploso il Sexgate sono arrivate 8 mila donazioni WASHINGTON. Il sexgate ha fatto piovere una montagna di dollari sul fondo legale di Bill Clinton. Dal febbraio scorso gli americani hanno donato oltre due milioni di dollari al «Clinton Legai Expense Trust», con molte celebrità di Hollywood in prima linea, da Tom Hanks a Barbra Streisand, da Steven Spielberg a David Geffen. Il vecchio fondo creato da Clinton per pagare le sue spese legali aveva rastrellato solo un milione e trecentomila dollari (circa due miliardi di lire) in tre anni e mezzo. Ma da quando all'orizzonte è spuntata Monica Lewinsky i contributi giunti al nuovo fondo, creato in febbraio, hanno sorpreso gli stessi collaboratori del Presidente. Mentre il vecchio fondo prevedeva una donazione massima di mille dollari e proibiva richieste dirette di contributi, il nuovo fondo prevede un tetto individuale di 10 mila dollari e consente una campagna postale ad ampio raggio. Miliardari come Spielberg e Geffen hanno dovuto limitare il loro contributo a 10 mila dollari. «Esiste un gruppo dotato di ampi mezzi finanziari che intende distruggere il Presidente - ha detto Geffen -. Clinton non ha più soldi. E' in bolletta. La sua situazione è terribile. Farò tutto il possibile per aiutarlo». Ma i responsabili del fondo sostengono che gli assegni sono giunti da un'ampia gamma di americani, con oltre ottomila assegni varianti da un dollaro a diecimila dollari. Le spese legali di Clinton hanno già raggiunto i sei milioni di dollari e potrebbero toccare, alla fine della vicenda, addirittura i dieci milioni di dollari. Clinton ha assunto un vero esercito di avvocati, alcuni dei quali presentano parcelle di 500 dollari per ogni ora di lavoro. E' anche il primo Presidente americano ad accettare donazioni per pagare le sue spese legali mentre occupa l'Ufficio Ovale. Anche Richard Nixon aveva accettato contributi dai suoi sostenitori ma solo dopo aver lasciato la Casa Bianca. In questi giorni Clinton si prepara al giorno della verità, alla deposizione di lunedì sulla sua relazione con Monica Lewinsky. E lo fa insieme alla moglie Hillary e a un ristrettissimo gruppo di consiglieri legali di cui fanno parte il suo avvocato privato David Kendall e l'ex segretario al Commercio Mickey Kantor. In mancanza di indiscrezioni sulla strategia con cui Clinton contrasterà le incalzanti domande del procuratore indipendente Kenneth Starr e dei suoi collaboratori, esperti e analisti non possono fare altro che lasciarsi andare a supposizioni. L'unica informazione ufficiale fornita dalla Casa Bianca è che il Presidente risponderà in modo «completo e veritiero» a tutte le domande. Il capo dell'amministrazione Usa potrà contare su una serie di fattori a lui favorevoli: la deposizione avrà luogo alla Casa Bianca, alla presenza dei suoi legali, e i 23 componenti del gran giurì la seguiranno da più di un chilometro di distanza tramite una telecamera a circuito chiuso. Clinton è inoltre avvantaggiato dal fatto di aver già rilasciato dichiarazioni giurate con questo sistema. Ma contro di lui gioca il fatto che non sa di quali informazioni ed elementi di prova l'ufficio di Starr sia venuto in possesso interrogando Lewinsky e altri testi. Tutti gli esperti sono d'accordo nel ritenere che i procuratori inizieranno con domande «innocue» per diventare via via più specifici e aggressivi e cercare di mettere in difficoltà Clinton. [e. st.]
Luoghi citati: Hollywood, Washington
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