«Rapita a 16 anni per farmi prostituire»

«Rapita a 16 anni per farmi prostituire» La storia agghiacciante della ragazzina violentata e prigioniera di una banda dell'Est «Rapita a 16 anni per farmi prostituire» La bulgara fa arrestare gli sfruttatori LE NUOVE SCHIAVE SAN Dimitrov, Bulgaria. Non cercatelo sulle carte perché il paese è piccolo, povero, dimenticato. L'avventura di Cristina, 16 anni, bionda e minuta, è cominciata qui una sera di maggio, quando ha accettato l'invito del «fidanzato» a compiere una passeggiata. Ed è così finita sui marciapiedi di corso Unione Sovietica, a vendere il suo corpo per 50 mila lire. La drammatica esperienza, per sua fortuna, è durata solo qualche settimana: agenti della Squadra Buoncostume l'hanno presto individuata e poi convinta a raccontare la sua storia. La complessa operazione che ne è scaturita è terminata ieri: 4 uomini ed una donna (bulgari e cecoslovacchi) sono stati arrestati. Dovranno rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ingresso illegale, sequestro di persona. Cristina, che è già tornata a casa, ha lasciato nei verbali una storia agghiacciante: «Ho conosciuto Iha a San Dimitrov, era più grande di me di dieci anni, ma sembrava un ragazzo per bene. Una sera mi ha chiesto di uscire, ho accet- tato. Ma, una volta soli, mi ha detto che dovevo seguirlo, io ho protestato, gli ho detto che non ero d'accordo, ma lui mi ha violentata. Ero terrorizzata, anche se lui cercava di cannarmi: ripeteva che aveva pronto un posto di cameriera per me, in un ristorante italiano». Poi un lungo viaggio: «In macchina, sino in Slovenia. Poi ho percorso un sentiero nei boschi. Quando siamo tornati su una strada asfaltata eravamo in Italia: c'era un auto ad attenderci. Mi hanno portato a Torino». In via Servais, una nuova prigione: «In quell'alloggio c'erano Ilia e altri due uomini con altre due ragazze. Dopo un paio di giorni mi hanno detto che il posto di cameriera non c'era più, che avrei dovuto prostituirmi. Mi sono di nuovo ribellata, e sono di nuovo arrivate botte e violenze sessuali. Mi sono arresa. Ho cominciato a lavorare: 50 mila a incontro e nemmeno una lira per me. Dovevo consegnare tutto ad Ilia, che ogni notte mi perquisiva». In corso Unione Sovietica, nei pressi della Fiat Mirafiori, l'incontro con i poliziotti: le iniziali incertezze, la convinzione di poter uscire da quell'incubo, la denuncia. Gli uomini della dottoressa Rissone sono andati a bussare in via Servais e lì hanno arrestato Ilia Lazarov, 26 anni, il «fidanzato» di Cristina, Vassil Dimitrov, 21 anni, ed il cecoslovacco Miroslav Fuka, 41 anni. Ma i poliziotti non si sono fermati qui: attraverso gli interrogatori delle altre due ragazze (Maria, 20 anni, e Jasmina, 18 anni) e grazie al materiale sequestrato nell'appartamento sono arrivati ad un'altra coppia di bulgari. Valentin Tassev, 24 anni, e Pavlina Stojtcheva, 23 anni, sono stati bloccati subito dopo: entrambi arrestati per sfruttamento della prostituzione. Il tenore di vita di tutti gli arrestati era altissimo: la coppia viaggiava su una Mercedes 300 nera, nuova di zecca, ed anche tutti gli altri disponevano di berline di lusso, di grossa cilindrata, accessoriatissime. «Eppure il fenomeno della prostituzione bulgara a Torino - ha spiegato la dottoressa Rissone - ha numeri piuttosto piccoli: si tratta di poche ragazze, al massimo una ventina. L'introito che proviene da ognuna di esse deve risultare quindi elevato». Angelo Conti Mia Lazarov (a fianco) il «fidanzato» della sedicenne arrestato per sfruttamento Pavlina Stojtcheva bulgara faceva parte della banda di sfruttatori arrestati Sono in continuo aumento le ragazze provenienti dai Paesi dell'Est che sono costrette a battere i marciapiedi dopo aver avuto la promessa di trovare in Italia un lavoro pulito

Luoghi citati: Bulgaria, Italia, San Dimitrov, Slovenia, Torino