L' industria vede nero di Ugo Bertone

L' industria vede nero L' industria vede nero Ora teme un autunno difficile L'EFFETTO-TOKYO SU EXPORT E CAMBI GMILANO LI elementi per un autunno difficile c'erano già tutti. Poi, all'improvviso, è esploso 1'«effetto yen». E gli umori di economisti e industriali si sono fatti ancor più grigi, quasi neri. Ma davvero si profila dall'Oriente un'invasione di auto, computer, semilavorati e prodotti di consumo a prezzi stracciati, grazie al won, allo yuan o allo yen svalutati? «Il dumping non è il pericolo più grave - ribatte Patrizio Bianchi di Nomisma -. Semmai il rischio è che si crei una situazione fortemente instabile». «Fino ad oggi - spiega ancora Bianchi - le monete deboli del Far East servivano ad attrarre investimenti da fuori. Ora, se non si ristabilisce un clima interno più sereno, il meccanismo rischia di saltare con gravi danni per tutti. Anche per l'Italia». Un esempio? Fino a pochi mesi fa erano previste 81 grandi ope- re nel continente asiatico: aeroporti, porti, stazioni ferroviarie, centrali elettriche. Ora, giorno dopo giorno, questi programmi vengono cancellati, con gravi danni anche per le nostre imprese. Finora sembrava che la crisi asiatica, grave sul fronte dei circuiti finanziari, potesse essere contenuta sul fronte dell'economia reale, dato il peso modesto sull'export italiano. «Nell'ultimo decennio - spiega il presidente dell'Ice Fabrizio Onida - si è accresciuto il grado di integrazione regionale delle economie asiatiche, al punto che gli scambi intra-Asia sono saliti dal 31 al 50%. L'intera Asia, compresa la Cina, pesa meno del 7% sull'export-import dell'Italia». Eppure, già nella prima metà dell'anno, le conseguenze della crisi si sono fatte sentire sull'export italiano, un po' su tutti i mercati. «L'andamento non brillante dell'export - ha spiegato Diego De Novellis dell'Ire - si è cominciato a vedere nei primi mesi del 1998 ed è più pesante di quello che ci aspettavamo». Il guaio vero è che la crisi asiatica rischia di colpire due volte, anzi tre. Il primo impatto, quello più contenuto, è stato il calo deD'export verso l'Asia. Poi c'è l'effetto della maggior concorrenza sul mercato Usa da parte dei produttori a «stelle e strisce», decisi a rifarsi in casa delle vendite mancate sul mercato del Pacifico. Infine, sui mercati europei, in coincidenza con l'avvio dell'Euro, rischia di piovere una massa di prodotti ipercompetitivi. Facile supporre che le previsioni sulla crescita del Pil italiano possano scivolare sotto il 2%, forse anche sotto la stima più pessimistica formulata prima delle vacanze, 1' 1,8%. La domanda interna resta depressa, ed è difficile che l'export possa trascinare l'economia, come accade ormai da sei anni, dal '92. «Non c'è da stare allegri, purtroppo - ha commentato Silvano Storer, consigliere delegato del gruppo Marzotto -; la congiuntura internazionale è ben peggiore di quanto previsto sei mesi fa, come dimostra il fatto che il prezzo della lana continua a calare...». Qua e là già si avverte l'arrivo di merci ipercompetitive dal Far East, sia per quanto riguarda i prodotti finiti che i beni strumentali, macchine utensili in testa. Coreani e giapponesi sembrano decisi a competere con gli europei su tutti i mercati, dentro e fuori l'Unione Europea. E il brutto deve ancora venire, almeno secondo l'analisi dell'ufficio studi Comit: la pressione concorrenziale, è la diagnosi, si manifesterà in tutta la sua forza solo quando le imprese di quei Paesi disporranno della liquidità necessaria. Per ora, infatti, il sistema delle piccole e medie imprese giapponesi e del Far East stenta a trovare presso le banche, tutte a mal partito, il credito necessario per finanziare le vendite all'estero. Ma lo yen che viaggia verso quota 150 potrebbe offrire l'ossigeno necessario per l'invasione dei mercati occidentali. «Una terapia efficace potrebbe venire da uno sforzo dell'Europa per sostenere gli investimenti nel Far East» suggerisce Bianchi. Lui fa parte, assieme ad altri sette economisti europei e altrettanti asiatici, del «vision group» dell'Asem, una struttura nata dalla collaborazione tra Ue e Asean. «A settembre cercheremo di far decollare alcuni progetti comuni necessari per sostenere i consumi collettivi. O si fa così oppure sarà un guaio per tutti...». Ugo Bertone Fabrizio Onida

Persone citate: Diego De Novellis, Fabrizio Onida, Patrizio Bianchi, Silvano Storer

Luoghi citati: Asia, Cina, Europa, Italia, Usa