Ma l'esodo non si ferma di Raffaello Masci

Ma l'esodo non si ferma Ma l'esodo non si ferma Ieri335 arrivi e 28 rimpatri Il Viminale: nessun allarme ROMA. La disperazione di chi vuole scappare da una vita di stenti supera le barriere di qualunque legge, e così, per 700 clandestini che si apprestano ad essere rimpatriati - secondo le assicurazioni del sottosegretario agli Esteri Piero Fassino - ce ne sono migliaia, nello stesso giorno, che tentano di varcare le frontiere del nostro Paese con ogni mezzo. Infatti mentre ieri si è tentato timidamente di rimpatriare i primi 28 clandestini nordafricani dei 56 arrivati a Lampedusa giusto un mese fa, 11 romeni sono stati fermati dalla polizia di Aosta al traforo del Monte Bianco, 72 albanesi che si erano nascosti in un Tir inglese sono stati scoperti a Vercelli, 106 sbandati - albanesi, curdi, indiani e cittadini del Kosovo - sono stati bloccati sulle coste brindisine e 72 su quelle leccesi, 7 jugoslavi sono stati fermati a Gorizia, 4 curdi a Gaeta dove si nascondevano in una nave libanese e, infine, 4 sudanesi e 3 nigeriani venivano scovati in un furgone a Livorno. «I decreti di espulsione per i clandestini saranno eseguiti perché - ha assicurato ai microfoni di Italia Radio, il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano - anche se i clandestini non sono stati identificati, le autorità di polizia dispongono delle loro impronte digitali, che non possono essere falsificate. Una volta espulsi costoro si precluderanno ogni possibilità di ingresso legale, in futuro, sia in Italia che in Europa, se non collaboreranno. L'importante per noi - ha aggiunto il ministro - è lanciare questo messaggio: in Itaba si può entrare per lavoro, ma solo suba base delle regole e dentro i limiti della legge». E il sottosegretario Piero Fassino - sentito dal «Sole-24 ore» ha confermato che «oltre 550 tunisini e circa 170 marocchini identificati nei centri d'accogbenza italiani saranno rimpatriati» perché, anche se i due trattati con Tunisia e Marocco non sono stati ancora ratificati, hanno però validità «de facto». Il governo dunque non sembra particolarmente preoccupato di quella che l'opinione pubblica percepisce come un'«emergenza clandestini», e anzi secondo il capogruppo Ppi alla Camera, Sergio Mattarella, «merita apprezzamento, malgrado le facili critiche di chi si ostina a ignorare l'enorme complessità di quanto sta avvenendo». Carlo Giovanardi e Francesco D'Onofrio, rispettivamente capigruppo alla Camera e al Senato del Ced, ieri sono stati ricevuti al Viminale da Napolitano, al quale hanno fatto presente che la linea del loro partito è che «i furbi non la facciano franca» e quindi - se necessario - che si prolunghi la permanenza nei centri di soggiorno temporaneo. La Lega è stata meno diplomatica - come non è infrequente - e dato che Napolitano aveva parlato di 15 giorni di tempo per lasciare l'Italia, concessi a tutti quelli che avevano un foglio di via, Roberto Calderoli i 15 giorni li ha dati a Napolitano medesimo: «Se tra due settimane non se ne vanno gli immigrati, allora che se ne vada il ministro». Tutta questa tensione intorno non poteva non generare spinte al limite del razzismo (denunciate peraltro anche dall'Osservatore Romano), come quella del missino Roberto Jonghi Lavarmi secondo il quale «se continua così presto servirà il Ku Klux Klan». E larvata di xenofobia è anche la dichiarazione del Lisipo (uno dei smdacati di Polizia) che lamenta per i clandestini un trattamento da «albergo a cinque steUe», gesto che sarebbe insultante per i «poveri» pobziotti impegnati nel respmgimento dei clandestini medesimi. Ben diversa - ovviamente - è la valutazione del Forum deUe comunità straniere che definisce i centri di permanenza dei «Gulag improvvisati dove non hanno accesso i diritti umani». Raffaello Masci

Persone citate: Carlo Giovanardi, Francesco D'onofrio, Giorgio Napolitano, Napolitano, Piero Fassino, Roberto Calderoli, Sergio Mattarella